-16- A CORTO DI FIATO

171 18 27
                                    

"Pronto bastardo a metà che vuoi? Perché mi hai chiamato?"

"Bakugou ho scoperto dove è Midoriya o meglio, con chi è"

"cosa stai dicendo?! Come hai fatto? Con chi si trova?"

"si è unito ai villain, non ho capito se si sia innamorato di qualcuno dai capelli neri o se segue un idol ma..."

"che cazzo stai blaterando idiota?"

Bakugou chiuse la chiamata con il compagno di classe e corse fuori casa. Corse per chilometri e quando arrivò davanti la porta di Shoto era sudato, con il fiatone e il cuore accelerato.

Bussò un paio di volte e la porta gli venne aperta da un ragazzo alto con capelli bianchi come la neve.

"sa-salve so-sono Bakugou un com-compagno di classe di Shoto"

"non hai fiato?"

"n-no" si piegò su sé stesso poggiano le mani sulle ginocchia

"me-me lo può chiamare p-per fa-favore" ogni parola gli richiedeva un lungo respiro e i polmoni faticavano ad allargarsi nella gabbia toracica

"sì certo. Tu cerca di non morire qua. Entra e sdraiati, mi sembri pallido"

Katsuki, che non aveva più fiato per parlare, sollevò la mano e fece un ok con il pollice, rimanendo piegato in due e con la testa bassa.

Shoto percorse il lungo corridoio che dalle stanze portava all'ingresso e lì, sdraiato sul parquet, trovò un Bakugou stremato

"che ci fai lì per terra?"

Natsuo fece capolino dietro al fratello e guardò il ragazzo inerme sul pavimento

"io intendevo sul divano. Sdraiati sul divano, no qui a terra"

"no-non ci sono arrivato" annaspava alla ricerca di aria

Shoto aiutò il compagno di classe ad alzarsi e lo portò in camera. Gli spiegò per filo e per segno cosa gli avesse detto Kaizaki quel pomeriggio e cosa avrebbe voluto dire a Izuku una volta incontrato.

"quindi Deku di merda si è unito a loro. Poteva anche avvertirci"

"forse non può"

"giusto. Che facciamo ora? Il tizio del bar non ti ha detto come incontrare Deku"

"no, ma credo sappia come contattarmi"

"speriamo lo faccia presto allora"

La porta della stanza venne spalancata all'improvviso e nella camera irruppe un furibondo Enji

"Papà si bussa" disse seccato Shoto senza nemmeno guardare il padre.

Katsuki si girò, l'eroe numero 2 era enorme visto da così vicino. Incuteva paura e quegli occhi gelidi mettevano i brividi

"Shoto ti stai allenando a dovere?"

"sì"

"sicuro? Secondo me stai battendo la fiacca"

"papà non vedi che ho visite? Esci dalla mia camera"

"non parlarmi in quel modo"

"ti parlo nel modo che meriti. Mi devo ancora riprendere dallo scontro della settimana scorsa. Se non lo ricordi sono stato ferito"

"solo perché non hai usato entrambi i quirk"

"e secondo te di chi è la colpa?" Shoto si era messo in piedi, il tono cercava di sovrastare quello del padre e le mani, chiuse a pugno lungo i fianchi, tremavano

"HO SOLO CERCATO DI RENDERTI MIGLIORE" l'urlo coprì le ultime cose che Shoto stava cercando di dire. Endeavor si mosse in direzione del figlio, li distanziava ancora un metro, ma Shoto era certo che se avesse voluto lo avrebbe potuto raggiungere in un istante. Forse la presenza di qualcuno non della famiglia stava frenando l'istinto del padre.

Katsuki ascoltava in silenzio gli scambi tra padre e figlio, non sapeva perché, ma sentiva come il bisogno imminente di tirare un pugno all'eroe numero 2. Si alzò ponendosi tra il compagno di classe e suo padre, si trovava di fronte a quell'uomo largo come un armadio, si sentì opprimere dalla sua presenza, ma non mosse un passo indietro.

"è questo il problema vecchio, un padre non dovrebbe voler migliorare un figlio, dovrebbe volergli bene a prescindere" non sapeva da dove avesse tirato fuori quella frase così sentimentale, ma non si pentì di ciò che aveva detto.

"e tu sei?"

"Katsuki Bakugou, un futuro eroe che ti farà il culo" sorrise alzando il mento in direzione del viso dell'uomo.

"Bakugou è meglio se vai a casa. Mio padre non sa cosa voglia dire comportarsi civilmente"

"No, non me ne vado. Lasciarti da solo con questo pezzo di merda non è nei miei piani"

"Vai tranquillo Bakugou, ci sono io con Shoto" nella camera, che si era ormai fatta stretta, entrò Natsuo. Il ragazzo teneva lo sguardo fisso sul padre e il tono era pacato.

L'uomo sbuffò rumorosamente e lasciò la stanza con passi pesanti. I due Todoroki si guardarono e poi spostarono gli occhi puntandoli sull'ospite.

"ci dispiace tu abbia assistito" Natsuo ruppe il silenzio. Si lasciò cadere sul pavimento, incrociò le gambe e tirò indietro la testa poggiandosi con le mani sul freddo parquet "appena avrò abbastanza soldi prenderò un appartamento e porterò via Shoto dalle grinfie di quell'uomo" chiuse gli occhi e sorrise a quel pensiero. 

Behind the liesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora