-21- FELICITÀ PUNITA

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Izuku stava camminando nel corridoio quando lo sguardo gli cadde su un'anta di legno chiaro, c'era un nome dipinto in alto che con il tempo si era rovinato lasciando lievi macchie blu e portando via anche il lucido del legno. Uno strato di polvere si era depositato sulla maniglia e quel particolare fece pensare al verde che era da molto tempo che quella porta non veniva aperta. Quella stanza aveva suscitato sin da subito interesse nel ragazzo, ma, pur avendolo chiesto con gentilezza, non gli era stato permesso di sceglierla quando era arrivato, nonostante non ci vivesse nessuno.

Superò la stanza abbandonata e chiusa a chiave sospirando, c'erano tante cose che in quel posto gli ricordavano di essere il nuovo arrivato e una di quella era la camera in cui non si poteva entrare.

Sbadigliò strizzando gli occhi, lanciò uno sguardo verso la propria camera e si voltò dalla parte opposta raddrizzando la schiena.

Bussò piano alla porta per non dare fastidio a nessuno al di fuori di quella camera e da dentro sentì la voce della sorella ancora assonnata dargli il permesso di entrare. Quando entrò nella camera notò come tutto fosse in ordine, quasi un ordine maniacale. I libri erano impilati sulla mensola in ordine crescente, la scrivania vuota presentava solo un pc, posizionato esattamente al centro e il letto era disfatto solo perché la ragazza ci stava ancora dentro.

"ehi scusa Hisame se ti ho svegliata" disse quasi sussurrando mentre varcava l'uscio

"n-no tranquillo, dimmi" uno sbadiglio irruppe dalla bocca impastata di Hisame

"era da un po' che volevo chiedertelo. Perché sono curioso e quindi..."

"Izuku sono le 6.30 di mattina, fai questa domanda in fretta prima che ti soffochi con il cuscino"

"s-sì ok. Mi puoi spiegare il tuo quirk? Perché ho difficoltà ad inquadrarlo"

"ah sì, certo. Il mio quirk è quello che si può definire un doppio quirk" la ragazza si tirò su e incrociò le gambe incartandosi con il lenzuolo

"l'ho già sentito questo termine..." Izuku sollevò la testa cercando di ricordare un evento passato "...Ah sì, Dabi ha definito doppio quirk il quirk di Todoroki"

"sì insomma, io posso muovere gli oggetti e posso anche creare il fuoco"

"quindi è come se... se avessi ereditato entrambi i quirk dei nostri genitori"

"sì, più o meno. Li usiamo in modo diverso, ma sì, più o meno è così"

"ah, ok. Io-io devo andare, sc-scusa" Izuku uscì dalla stanza trascinando i piedi, sul volto c'era un'espressione mista tra tristezza e delusione, si chiuse la porta dietro le spalle e lasciò cadere le lacrime che aveva trattenuto fino a quel momento.

Hisame rimase interdetta dalla reazione del fratello, era stanca e aveva gli occhi semichiusi, ma non le era sfuggita l'espressione del ragazzo che era appena uscito dalla sua camera. Decise di seguirlo fuori, ma quando aprì la porta lo ritrovò accovacciato a terra con la schiena poggiata contro il muro e le guance umide.

"Izuku ho detto qualcosa che non va?"

"n-no, niente. Scusa è che stavo riflettendo"

La ragazza si sedette sul pavimento, con la spalla sfiorava il fratello e percepiva un calore che non le era familiare. Aveva voglia di abbracciarlo, stringerlo forte e non lasciarlo mai andare, ma si convinse che non era il momento e che forse lui preferiva ridurre il contatto fisico con una persona che conosceva a malapena.

"su che rifletti?" mandò indietro la testa poggiandola al muro, quando chiuse gli occhi sentì la stanchezza per aver dormito poco e decise di riaprirli subito per paura di addormentarsi in mezzo al corridoio

"su noi due. Credo che la vita mi abbia punito perché io sono potuto rimanere con nostra madre e vivere una vita felice e invece te no"

"mmh e come credi ti abbia punito?"

"facendomi crescere senza un quirk. Insomma, io non avevo un'unicità, mentre te ne avevi ben due"

"ah, è questo che pensi?"

"mhmh" annuì senza distogliere lo sguardo dal pavimento

"posso essere sincera?"

"s-sì"

"avrei preferito essere senza quirk"

"mi dispiace se ti sto dando l'idea sbagliata. Io non intendo dire che avrei preferito avere un quirk piuttosto che vivere con la mamma, ma se devo essere sincero forse sono stato invidioso di te nel momento in cui ti sei presentata come mia sorella e poi hai usato il tuo potere"

Si girò lentamente a guardare la sorella. Il viso di Hisame era illuminato dai primi raggi del sole e le iridi, con quei giochi di luce, risultavano verdi chiare con scaglie più scure che incorniciavano la pupilla nero pece.

Hisame si voltò a sua volta e si concentrò sulle iridi del fratello che, come le sue alla luce del sole, erano verde chiaro intervallate da scaglie più scure. Di profilo erano identici, entrambi con il viso incorniciato da ciocche ribelli del color del prato, i nasi con la stessa identica curva leggermente verso su e le guance di entrambi erano morbide alla sola vista e appena rosate. L'unica differenza stava nelle lentiggini, Hisame non ne aveva, mentre ad Izuku quella spruzzata di puntini sul viso conferivano tenerezza.

"Ho la sensazione che se fossi cresciuta al tuo fianco, oggi sarei una persona migliore"

Izuku strinse le ginocchia al petto "è la stessa cosa che penso di me. Con te al mio fianco sarei stato un ragazzo migliore, un fratello migliore"

"allora facciamoci una promessa Izuku" disse allegramente alzandosi in piedi con un salto

"miglioriamoci insieme. Non permettiamo più a nessuno di separarci, né di dirci che non valiamo. L'unica cosa che importerà sarà la nostra felicità" tese la mano verso il fratello e lo aiutò ad alzarsi.

Izuku era un po' più alto di Hisame, la guardò sorridendo e l'abbracciò forte. Erano giorni che voleva abbracciarla e farle sapere che non aveva intenzione di lasciarla andare e in quel momento si rese conto che erano le stesse cose che voleva anche lei.

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