-23- MUFFIN CONTESO

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"questo sarebbe il tuo piano?" Katsuki leggeva un foglio scritto da Shoto, era disordinato, nulla a che vedere con gli appunti precisi e ordinati di Izuku. Il ragazzo bicolore aveva scritto e cancellato centinaia di volte, non contento aveva aggiunto frecce e post-it e Katsuki stava perdendo la pazienza nel cercare di decifrare cosa il compagno di classe avesse scritto.

"fai pena, sia a scrivere che a ideare piani. E poi cosa significa -cnBakvadingcercindiz-? Che razza di lingua parli?"

"non avevo più spazio. Significa -con Bakugou vado in giro cercando indizi-"

"ah, sì certo. Ora che me lo hai detto è tutto più chiaro"

"vero?"

"no pezzo di idiota. No che non è chiaro. Come potrebbe essere chiaro?! Un bambino di tre anni scriverebbe meglio"

"il resto l'hai capito?"

"in pratica dici di cercare un villain qualsiasi e seguirlo fino alla base"

"esatto"

"secondo me è una follia"

"quindi non si fa?"

"certo che lo facciamo" Bakugou accartocciò il foglio e lo fece esplodere facendo un sorriso soddisfatto "troveremo quell'idiota di un nerd e lo riporteremo a casa"

Si organizzarono in modo da conoscere gli spostamenti dei villain. Shoto rubò dei documenti al padre e Katsuki hackerò il computer di un notiziario locale. Nel giro di una settimana vennero a sapere gli spostamenti e le abitudini di vari villain.

Tra i nomi ne trovarono qualcuno conosciuto, come ad esempio Shigaraki, Dabi e Toga. Decisero di tenersi alla larga dai villain più famosi essendo a conoscenza delle loro abilità ed essendo consapevoli che contro di loro avrebbero avuto poche chance di uscirne vincitori.

Ai due studenti della UA però interessava un villain in particolare, il suo nome appariva raramente e non in documenti legati a gruppi di villain o cose pericolose. Trovarono il nome Hisashi Midoriya scritto un paio di volte, i file in cui appariva erano legati soprattutto alla scuola, ma non erano riusciti a scoprire di più.

Decisero di concentrarsi sul padre di Midoriya, studiarono tutto ciò che poterono, interrogarono la madre di Bakugou e quella di Izuku nella speranza di scoprire qualcosa, ma ogni giorno si sentivano sempre più lontani dal loro compagno di classe.

Scoprirono una cosa sola che provarono a prendere in considerazione, Hisashi Midoriya andava pazzo per un dolce fatto al forno venduto solo in una pasticceria. Inko raccontò come da giovane ci andasse ogni mercoledì e che non poteva farne a meno.

Il mercoledì successivo, finite le lezioni, i due ragazzi si recarono alla pasticceria -dulcis in fundo-, si trovava a pochi chilometri dalla scuola e decisero di andarci a piedi. L'interno del locale era arredato bene, il bancone luminoso sfoggiava dolci di tutti i generi e i tavolini presentavano tovaglie a quadri di colori diversi. Shoto entrò e rimase affascinato da quell'ambiente, si perse nei profumi che emanava e senza pensare andò dritto alla cassa a comprare un muffin.

"ehi bastardo a metà non siamo qui per mangiare, cerca di stare attento"

I due studenti iniziarono a litigarsi il dolce, quando la loro attenzione venne catturata dal suono della campanella attaccata alla porta. Si voltarono contemporaneamente, Bakugou teneva per il colletto Shoto che era intento a tenere stretto con i denti il muffin al cioccolato.

L'uomo che varcò la porta a vetri era alto, la corporatura non era né troppo magra né troppo robusta, i capelli erano un cespuglio nero e gli occhi color rubino, i quali, nonostante fossero allargati per la vista dei mille dolci esposti, trasmettevano un brivido.

"credo sia lui" sussurrò piano Katsuki che lasciò andare la maglietta del compagno di classe il quale, preso alla sprovvista, cadde indietro e sbatté il sedere sul freddo pavimento.

L'uomo assistette alla scena, non riuscì a sentire ciò che si erano detti, ma con passo veloce si avvicinò ai due e, dopo averli guardati con attenzione sorrise e porse la mano a Shoto per aiutarlo a tirarsi su.

"se volete tanto un dolce per uno ve ne posso offrire uno io"

"n-no grazie signore" provò a dire il bicolore, ma la sua voce venne sovrastata da quella del compagno di classe

"NON CI SERVE LA SUA ELEMOSINA" il biondo uscì dal locale aprendo la porta con forza, Shoto lo seguì, ma prima di uscire fece un inchino veloce e si scusò con l'uomo.

Aspettarono qualche minuto e l'uomo alto dallo sguardo inaffidabile uscì con un pacchetto tra le mani. Canticchiava felice e mentre camminava sembrava saltellasse.

I due studenti lo seguirono senza farsi notare, usufruirono della folla per strada per confondersi e quando arrivarono in un vicolo si dovettero nascondere dietro un secchio per non farsi vedere.

L'uomo si incontrò con un gruppo di ragazzi, non riuscirono a sentire nulla di ciò che si dissero, ma dopo appena un minuto tutti si dileguarono e lasciarono lo sconosciuto da solo, fermo in mezzo alla stretta strada.

"So che mi avete seguito" disse senza nemmeno voltarsi.

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