-41- UN ULTIMO CONTATTO

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"è qui la festa?" un uomo robusto, con una grande cicatrice che gli percorreva il viso, sorrise a Kaizaki, osservò i due schieramenti scrocchiandosi le dita a uno a uno.

Si diresse piano con aria minacciosa verso il ragazzo corvino, avvicinò il proprio viso al suo e allargò il sorriso. Kaizaki non si mosse, rimase tra le due fazioni, ma restituì lo sguardo all'uomo. Respirava piano e sentiva l'odore aspro di quel nuovo arrivato; decise di fare del proprio meglio per non far preoccupare nessuno dei suoi amici, sorrise e avvicinò appena il viso all'uomo.

"La festa è privata, non siete invitati" alzò la mano e diede una schicchera sulla fronte di quell'armadio. Il gesto non piacque all'uomo, il quale con forza prese il colletto della felpa del corvino e lo sollevò da terra.

"ti ho detto che non sei invitato" ripeté il corvino, puntò un piede sulla spalla dell'uomo e con l'altro disegnò un arco nell'aria e calciò sul viso facendo lasciare la presa dal suo colletto. Kaizaki rovinò a terra, ma si rialzò in un lampo togliendo la polvere dalla felpa.

"marmocchio siamo qui perché abbiamo saputo che gli studenti della UA avevano progettato di attaccare tutti soli una sede villain. Non vogliamo batterci con voi, ma con loro"

"sono solo studenti, vedi di andartene."

"adesso difendi gli eroi?" provò ad avvicinarsi di nuovo a Kaizaki, ma quest'ultimo fece un paio di passi indietro

"difendo chi merita di essere difeso. Questi studenti sono stati usati e non ho intenzione di lasciarli nelle vostre grinfie"

"sono venuti qui per distruggere casa vostra"

"loro non sapevano che questa fosse casa nostra" guardò al volo gli studenti che non avevano lasciato le proprie postazioni, lo osservavano con curiosità, nessuno di loro lo conosceva tranne Shoto, ma in quel momento tutti facevano il tifo per lui nella speranza di non doversi battere anche contro quegli energumeni.

"se vuoi prendere le loro parti, allora dovremo uccidere anche te"

Il sorriso non se ne era andato nemmeno per un attimo dal viso del corvino, si mosse agilmente, schivò i colpi e ne restituì alcuni davvero potenti a livello dello stomaco e del viso dell'uomo.

Scatenò l'ira del terzo gruppo, in un attimo quei ragazzi più robusti e minacciosi si scagliarono contro Kaizaki.

Fu tutto veloce agli occhi degli studenti. Appena gli uomini avevano minacciato di far del male a Kaizaki, tutti i villain, che un attimo prima erano schierati di fronte a loro, si interposero. Volarono calci, pugni, chi usava il proprio quirk e chi armi di metallo come mazze da baseball o spranghe.

Gli studenti rimasero lì a guardare, non avevano più idea da che parte stare. Erano stati difesi da uno dei loro nemici e in quel momento non pensavano che fosse giusto distruggere quella casa.

L'attenzione dei ragazzi della UA venne attirata quando all'improvviso dei lampi verdi si fecero strada nella confusione dei villain. Riconobbero tutti quel potere, strinsero gli occhi cercando di mettere a fuoco la figura che si muoveva veloce tra un uomo e un altro, scagliando per aria tutti quelli robusti.

Provarono ad avvicinarsi, ma prima di muovere il primo passo Shoto si era già separato dal gruppo e si era diretto verso quei lampi verdi.

"Midoriya serve una mano?" lo affiancò mettendosi in guardia nei confronti di un uomo alto con un lanciafiamme tra le mani

"credo che quello sia pericoloso" rispose il verde senza staccare gli occhi dal nemico

"sì, lo credo anche io" eresse un muro di ghiaccio per difendersi dalle fiamme create dall'arma di metallo. Il ghiaccio si sciolse e i due ragazzi vennero scaraventati indietro dal fuoco.

Quando si alzarono videro l'uomo avvicinarsi tenendo davanti a sé il lanciafiamme, era pronto ad attaccare di nuovo. Izuku si era ferito la gamba e Shoto non aveva idea di come contrastare il nemico. Il bicolore si tirò su in piedi e si posizionò davanti al compagno di classe, eresse un altro muro di ghiaccio, ma anche la seconda volta fu inutile.

Shoto sentì il braccio sfrigolare a contatto con le calde fiamme artificiali, sentiva il sangue colargli lungo il fianco, probabilmente si era ferito cadendo, si girò a guardare il ragazzo verde e notò che almeno lui era riuscito un minimo a difenderlo, non presentava nuove ferite, ma in quello stato presto entrambi sarebbero stati arrostiti.

Provò a pensare velocemente, avrebbe dovuto usare il quirk del padre, avrebbe dovuto combattere le fiamme con altre fiamme, lo sapeva e allora perché non riusciva ad alzare il braccio sinistro e a contrastare il nemico?!

La paura di diventare come il padre era ben più grande della paura di morire.

Si mise seduto dopo che una fitta gli percorse il fianco fino ad arrivare alla spalla, si girò verso Izuku e capì dal suo sguardo che non era in grado di muoversi in quello stato. Nessuno dei due si poteva mettere in salvo e quell'uomo avanzava minaccioso nella loro direzione.

Shoto strisciò verso l'amico, il dolore al fianco era lancinante, il braccio bruciava e sotto la pelle ormai nera si presentava quella fresca rossa lucente. Il bicolore si mosse lentamente sopportando il dolore, avrebbe provato il tutto e per tutto per proteggere l'amico. Pensò che magari ponendo il proprio corpo tra le fiamme e Izuku, quest'ultimo si sarebbe potuto salvare.

Il compagno di classe però era troppo distante e lui troppo lento nei movimenti. Lasciava una scia di sangue lungo il percorso e la vista si stava annebbiando.

-non ora, non posso arrendermi ora-

Spostava un braccio avanti all'altro sentendo l'asfalto graffiargli la carne fresca. Ogni centimetro che percorreva era una fitta lungo tutto il corpo, ma quasi lo toccava, era quasi arrivato dal suo amico.

-ci sono Midoriya, sono qui-

Non riusciva a dare voce ai suoi pensieri, provare a parlare era doloroso e i polmoni già faticavano a prendere aria.

Con la coda dell'occhio si accorse che l'uomo li aveva quasi raggiunti, tirò su il lanciafiamme e lo caricò. Shoto fece un ultimo sforzo per raggiungere Izuku, ma non fece in tempo.

Vide una grande fiamma arancione e percepì il calore sulla pelle, per disperazione allungò un braccio in direzione dell'amico, voleva un ultimo contatto con una persona cara, non voleva morire solo. Sfiorò con le proprie dita quelle calde di Izuku, il quale aveva avuto lo stesso pensiero e si era allungato verso il bicolore.

Chiusero gli occhi pronti ad accogliere la morte. 

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