-50- METRI IMPERCORRIBILI

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Kaizaki si tirò su a fatica, le orecchie fischiavano e il braccio gli faceva male. Cercò di mettere a fuoco l'ambiente circostante alla ricerca dei suoi due compagni, a pochi metri si trovava Gareki già in piedi e pronto ad agire e un po' più distante, sdraiato a terra, c'era Yuuta.

Gareki si girò a sinistra e vide Kaizaki seduto che si premeva le mani sulle orecchie, intuì che anche lui sentiva quel fastidioso fischio nella testa, si voltò dall'altra parte e notò che Yuuta si trovava ancora sdraiato, sembrava sanguinasse da un taglio profondo vicino alla tempia, ma per il resto non mostrava altre ferite gravi. Lanciò uno sguardo in giro alla ricerca di chi avesse dato vita a quell'esplosione, ma non vide nessuno, si decise a rischiare e diede le spalle alla fonte dello scoppio e corse verso il candido amico.

Un'altra esplosione si fece largo tra le file di sedie, mandando per aria tutto ciò che incontrava arrivò al ragazzo dagli occhi color lavanda e gli fece fare diversi metri dalla parte opposta del compagno. Il giovane villain sentì un dolore lancinante alla testa e perse per un attimo il respiro quando entrò in contatto con il pavimento duro. Sentì diverse costole rompersi sotto lo schianto e quando abbassò lo sguardo vide la maglietta intrisa di liquido scarlatto.

Sospirò socchiudendo gli occhi, poggiò una mano a terra e si tirò su a fatica. La seconda esplosione per fortuna non aveva colpito Yuuta che finalmente aveva ripreso i sensi e si stava reggendo allo schienale di una delle poche sedie ancora intatte. Kaizaki provò a fare qualche passo nella direzione di uno dei due compagni, ma appena mise il peso sulla gamba destra sentì una fitta percorrergli i muscoli e perse l'equilibrio.

Il corvino guardò sconsolato i due amici, non aveva idea di come uscire da quella situazione, qualcuno li aveva attirati in una trappola e aveva scoperto che dividendoli erano deboli.

Yuuta fece qualche passo in avanti, cercava di pensare a cosa poter creare per mettere in salvo i suoi due compagni di avventure, ma la mente era annebbiata e non riusciva a pensare ad altro oltre che a quel fischio fastidioso che lo stava facendo impazzire.

Gareki ignorò il dolore al petto, si rimise in piedi e camminò il più veloce possibile per accorciare le distanze dagli altri due. Non avevano ancora individuato il nemico e in quel momento la cosa più importante era arrivare da uno dei suoi amici per poter proteggere tutti e tre creando due campi di forza circolari, il massimo che poteva fare in quella situazione avendo solo due mani per dare forma a quei muri invisibili.

Riuscì a fare un paio di metri, ma arrestò il passo quando una voce proveniente da un megafono lontano parlò con voce divertita.

"ed ora signore e signori aprite gli occhi e godetevi il gran finale, l'esplosione più unica che rara che coinvolgerà l'intero teatro... spettatori compresi, ops"

I secondi successivi alla comunicazione vennero vissuti a rallentatore dai tre ragazzi.

Yuuta inspirò e trattenne il respiro mentre cercava di fare anche solo mezzo passo in più in direzione del corvino.

Kaizaki si voltò di scatto verso il ragazzo dal ciuffo grigio, realizzò all'istante cosa stesse per accadere, sgranò gli occhi e scosse disperato la testa.

E Gareki fece l'unica cosa che gli venne in mente in quel momento, alzò le braccia puntandole verso i suoi amici, guardò prima Yuuta cercando di imprimersi nella mente i suoi lineamenti e poi si lasciò rapire dal color miele degli occhi di Kaizaki, sorrise dolcemente ad entrambi e, nell'istante in cui aprì le mani, due campi di forza screziati di viola presero vita intorno al corvino e al candido.

-abbiate cura dei vostri sogni-

Kaizaki sentì quell'ultimo pensiero di Gareki, provò a urlare con tutta la forza che possedeva, si sgolò, prese a pugni il campo di forza, ma non poté fare nulla. Tutto intorno ai tre ragazzi si illuminò con una luce intensa, Kaizaki cercò di tenere gli occhi aperti fissi in quelli color lavanda, pregò con tutto il cuore che quella non fosse l'ultima volta che vedeva quegli occhi e quel sorriso.

In pochi istanti tutto finì, l'esplosione aveva spazzato via quel poco che era rimasto del teatro, i campi di forza sparirono così come il loro creatore, di cui non rimase nulla.

Kaizaki annaspò alla ricerca di aria, si portò una mano al cuore e strinse il tessuto della maglietta lasciandosi cadere sulle ginocchia. Teneva gli occhi sgranati fissi su un pezzo di legno bruciato, la testa china e i ciuffi neri, sfumati di grigio per la cenere, cadevano morbidi sulle tempie.

Persero i sensi entrambi e, quando si risvegliarono il pomeriggio, si ritrovarono ognuno nella propria stanza.

Yuuta si mise di scatto a sedere sul letto e si portò una mano alla testa fasciata, scansò con foga le lenzuola e si mise in piedi accusando un po' di mal di testa, sentì delle urla provenire da fuori la stanza e uscì tenendosi poggiato con la mano al muro.

Le urla disperate provenivano dalla stanza di fronte, percepì una stretta a livello dello stomaco e un conato si fece strada lungo la gola, si portò la mano alla bocca e scivolò giù lungo la parete fino a sentire il freddo del pavimento attraverso i pantaloni della tuta.

Tsukasa arrivò in suo soccorso, gli mise una mano sulla schiena e cominciò a muoverla formando dei grandi cerchi, Yuuta non riuscì più a trattenere le lacrime e le lasciò scendere lungo le guance morbide, il corpo venne scosso dai singhiozzi e quello che all'inizio era un pianto silenzioso, divenne dolore puro.

Kaizaki uscì zoppicando dalla propria stanza, guardò di sfuggita Yuuta accovacciato a terra accanto a Tsukasa e si diresse alla camera vicina alla propria, spalancò la porta e vi entrò in fretta e furia, vide le foto attaccate alla rinfusa sulla parete e gli tornò in mente il motivo per il quale erano state messe lì.

"guardare le nostre foto mi mette allegria e farlo prima di dormire mi permette di fare dei sogni allegri" riusciva a sentire nella testa ancora quella voce così familiare, tanto da fargli male.

Si chinò di fianco al letto, affondando il viso nel materasso morbido, inspirò sentendo ancora una volta l'odore dell'amico, il naso venne pervaso dal profumo di gelsomino e mandorla. Diede sfogo ad un altro urlo, mentre tra le dita stringeva il lenzuolo ancora disfatto alla ricerca disperata di un ultimo contatto con l'amico.

Dopo quel giorno, la stanza, che era appartenuta al dolce ragazzo dagli occhi color lavanda, venne chiusa a chiave e mai più riaperta, il nome sulla porta sbiadì lasciando segni leggeri sulle venature del legno chiaro. Ogni volta che Yuuta ci passava davanti distoglieva lo sguardo per paura di venir travolto dalla nostalgia e Kaizaki fingeva che quella porta non si trovasse appena prima della propria.

I due giovani villain persero parte di loro stessi e decisero che non avrebbero mai più formato un trio per paura di offendere la memoria del loro amico-fratello.

La notte dopo la dipartita di Gareki si ritrovarono in salone, entrambi avevano gli occhi rossi e gonfi per le troppe lacrime versate, non accennarono a proferir parola, annuirono in silenzio e si infilarono sotto il tavolo. Kaizaki tirò fuori il coltello da cucina e con rabbia segnarono la seconda data sotto il nome del grigio, dopo di che non ne parlarono più e finsero che tutto andasse bene. 

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