-64- LA SECONDA GOCCIA

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Yuuta e l'avversario appena apparso sfoggiarono le proprie abilità. Entrambi inarrestabili, entrambi decisi a vincere. Il candido voleva con tutto il cuore raggiungere i suoi due compagni e battersi al loro fianco. Non poteva permettere a nessuno di ostacolare il suo sogno.

Era stanco sentiva i muscoli doloranti sotto il peso della gravità e piano piano perdeva idee su cosa poter creare con la mente per sconfiggere il nemico.

Gli si annebbiò un attimo la vista, un istante, solo un istante, ma fu abbastanza per il nemico per raggiungerlo e sbatterlo a terra con tutta l'energia che aveva in corpo.

Yuuta sentì l'aria fuoriuscire con forza dai polmoni, lo scontro con il terreno duro gli procurò un dolore acuto alla schiena che si distese per tutto il busto. L'uomo gli portò le mani al collo e lo strinse. Gli impedì di riprendere aria. Il candido sentiva la trachea costretta in quella presa, incapace di accogliere aria e farla arrivare ai polmoni.

Tentò di liberarsi da quell'uomo, gli prese i polsi e provò ad allontanarlo, ma era troppo forte. Le dita dell'uomo continuavano a stringere senza pietà. Yuuta sentì una lacrima lasciare la rima del suo occhio e scendere indisturbata lungo lo zigomo.

Smise di cercare di far lasciare la presa a quell'uomo privo di empatia. Si arrese a quella crudeltà. Desiderò poter vedere ancora una volta gli amici, a quel pensiero realizzò. Realizzò che lui non poteva arrendersi, non doveva gettare la spugna perché né Kaizaki né Gareki glielo avrebbero perdonato.

Provò a dare calci a quell'energumeno che lo teneva piantato a terra, ma l'uomo sembrò quasi non accorgersene. All'improvviso una figura arrivò come un lampo e spinse via il nemico con forza.

Si girò verso Yuuta e gli porse la mano per aiutarlo ad alzarsi.

"forza fratello abbiamo del lavoro da fare" un ragazzo dai capelli candidi e gli occhi color inchiostro lo stava invitando ad alzarsi e a battersi.

"Yu-Yukki sei tu?"

"e chi sennò?" sorrise, con quel suo sorriso che Yuuta reputava perfetto e che per tutta una vita aveva cercato di imitare rendendosi conto che era un'espressione che apparteneva solo al suo gemello e che pur impegnandosi non l'avrebbe mai potuta imitare.

"Papà devo andare" disse piano Hisame. Gli occhi bassi a guardare le foglie sotto i piedi e la bocca piegata in giù

"è chiederti troppo rimanere qui al sicuro vero?"

Alzò la testa ed incontrò gli occhi ormai verdi color del prato, non dovette dire nulla che lui comprese la sua risposta. Allentò la presa e la lasciò andare. La sentì scivolare via come quando si cerca di afferrare del fumo.

Izuku correva scansando i rami che intralciavano la strada. Aveva recuperato le forze mentre ascoltava il padre e la sorella parlare e in quel momento riusciva a correre abbastanza veloce.

Raggiunse finalmente la posizione dei suoi due amici. Si girò intorno alla ricerca delle due figure a lui familiari, dovette camminare per qualche altro metro prima di vederli.

Erano due e si trovavano di fronte ad un uomo robusto, con un'espressione arcigna sul volto. Erano due, ma non erano quelli che si sarebbe aspettato. Infatti, lì Kaizaki non c'era, bensì c'erano due Yuuta.

Entrambi con i capelli color della neve e gli occhi neri profondi. Si girarono all'unisono quando Izuku arrivò, uno gli sorrise, mentre l'altro lo guardò incuriosito.

"Ma-ma che significa questo? Che suc..." Izuku provò a strofinarsi gli occhi pensando di vedere doppio, quando li riaprì erano ancora lì, entrambi.

"Izuku che ci fai qui?" Yuuta creò una corda con la quale legò la caviglia del nemico ad un albero vicino, tutto grazie alla sua mente tornata lucida

"qu-questo è ciò che chiedi? Non dovresti prima spiegarmi qu... ehh?" non riusciva a parlare normalmente per lo stupore, muoveva il dito indicando prima Yuuta e poi Yukki e viceversa

"lui è Yukki, è il mio gemello se così possiamo dire"

"tu hai un fratello? Per di più gemello? E non hai mai pensato di dirmelo in tutto questo tempo? Qu-quante volte ho parlato con Yukki pensando di parlare con te?"

"è? Ma cos..."

"non sono scherzi che fanno sempre i gemelli? Scambiarsi?"

"no, non hai capito Izuku. Scusa non mi sono spiegato proprio. Lui non esiste in realtà"

"coooosa?" Izuku aveva il fiatone più per la situazione che gli si era presentata davanti, che per la corsa

Alle sue spalle arrivò Hisame, era pallida per la stanchezza, respirava in modo affannato, ma stranamente sorrideva perché era riuscita a raggiungere Izuku.

"ah c'è Yukki" disse con nonchalance una volta ripreso fiato e alzato la testa

"tu sai chi è?" urlò Izuku ancora più sorpreso e un pochino offeso perché sembrava essere l'unico a non sapere dell'esistenza del gemello di Yuuta

Yukki osservò divertito la scena, ma non poté più trattenersi. Fece un paio di passi e si mise al fianco di Yuuta. Visti così vicini erano davvero identici. Stessa altezza, stesso ciuffo chiaro, stessi occhi, tutto identico tranne il modo di sorridere.

"lascia che ti spieghi io..." disse gentilmente rivolgendosi al ragazzo dalla zazzera verde che si confondeva con le chiome degli alberi in quel fitto bosco "... io sono un'illusione creata da Yuuta. Siamo cresciuti insieme nonostante io non esistessi e ora sono tornato perché aveva bisogno di me"

"o-ora è tutto più chiaro. Grazie Yu-Yukki"

"dov'è Kaizaki?" chiese ad un tratto Hisame accorgendosi che il corvino non era lì con loro.

"è andato ad inseguire Ga... una persona" Yuuta sapeva che Hisame si era affezionata a Gareki, infondo chi non lo aveva fatto? Ed anche lei aveva sofferto per la sua morte. Non ne avevano mai parlato, ma, dopo la scomparsa del loro amico grigio, lei aveva come perso una parte di sé. Era cambiata e non era più tornata quella di prima.

Hisame guardò preoccupata il candido, non dovette dire nulla che lui le annuì e lei corse alla ricerca dell'amico dagli occhi color del miele. 

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