-38- IN ASSENZA DI AIZAWA

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Shoto era seduto al proprio banco, teneva la testa china sul quaderno, ma senza scrivere nulla. Quando la campanella suonò, lasciò cadere la penna sulle pagine intonse e si alzò facendo arretrare la sedia con il dietro delle ginocchia.

L'aula si stava svuotando velocemente e nessuno si preoccupava di aspettarlo. Una volta uscito dall'aula si diresse verso il campo esterno dove si sarebbe tenuta la lezione successiva. Camminava guardandosi i piedi, gli occhi mezzi chiusi sia per la stanchezza che per la depressione di quel giorno.

Sentiva le spalle pesanti e il respiro lento, avrebbe voluto tornare a casa, sdraiarsi e dormire il più a lungo possibile, ma non poteva abbandonare la lezione, no senza chiamare suo padre per l'autorizzazione, ma quella era l'ultima cosa che avrebbe fatto.

Continuava a pensare a come si sarebbe potuto mettere in contatto con Touya, ma nulla riusciva a convincerlo che sarebbe potuto accadere per sua volontà. Ogni volta che si soffermava a pensare che suo fratello era ancora vivo e che era abbastanza vicino a lui, il cuore accelerava e le mani iniziavano a sudare.

In campo tutti parlavano animatamente, ma il bicolore rimase un'altra volta in disparte. In mano stringeva una margherita appena raccolta e osservava le venature sui petali bianchi.

"Ho sentito che Bakugou si è fatto sospendere" il bicolore era stato avvicinato da Kirishima, il quale posò gli occhi sul fiore che stringeva tra le dita

"sì" seguì con il dito il profilo dei petali facendo attenzione a non rovinarli

"come mai?" il rosso si piegò sulle ginocchia per mettersi allo stesso livello del compagno di classe, inclinò leggermente la testa cercando di incontrare gli occhi eterocromi con i propri color rosso vivo

"perché ha urlato contro il preside" ruotò il fiore rimanendo incantato

"ah, nulla di nuovo per Bakugou" Kirishima sorrise nella speranza di tirare su di morale Shoto, non era a conoscenza di cosa passasse nella testa del compagno di classe, ma si era reso conto che, dalla scomparsa di Izuku, l'umore di Todoroki era peggiorato sempre di più.

"senti, se hai bisogno di parlare con qualcuno, puoi parlare con me" allungò una mano e la poggiò sul polso del bicolore fermandolo dal far girare la margherita. Con quel gesto finalmente fece alzare il viso a Shoto, il quale lo guardò perplesso

"parlare di cosa?"

"di qualsiasi cosa. Ad esempio, potresti dirmi perché sei triste"

"non sono triste" lasciò cadere il fiore che si impolverò appena toccò il terreno secco

"non sei come prima, lo so che forse la tua espressione non è cambiata parecchio, ma sono quasi certo che tu non stia bene"

"mmh"

"ti sto dicendo Todoroki che se vuoi un amico, io posso essere quell'amico"

"ah, ehm grazie Kirishima"

Il rosso sorrise senza mostrare i denti, fu un sorriso gentile che gli gonfiò leggermente le guance, distese le gambe e allungò la mano verso il compagno di classe invitandolo a tirarsi in piedi a sua volta.

I ragazzi vennero chiamati dal professore, si riunirono muovendo la polvere ad ogni passo e alzarono tutti lo sguardo verso l'uomo che gli stava parlando con voce possente

"bene ragazzi, voi non conoscete me e io non conosco voi. Il preside mi ha detto di sostituirlo nelle attività esterne e così farò. Non mi interessa se siete malati, tristi, affaticati o altro, con me si lavora sodo e non accetto scuse"

Gli studenti trattennero il respiro a quella dichiarazione e iniziarono a indietreggiare lentamente. Il professore passò in rassegna tutti loro. Stringeva un fischietto in una mano e nell'altra teneva una cartella con i nomi.

"Vedo che abbiamo un personaggio famoso"

Nessuno seppe come rispondere, né a chi si stesse riferendo. Si guardarono intorno pensando di vedere qualcuno non appartenente alla classe, ma in quel momento in campo c'erano solo gli studenti della 1A.

"Sto parlando di Todoroki Shoto" tutti si voltarono di scatto verso il bicolore, il quale non si mosse da dove si trovava

"Professore io non sono famoso"

"sei figlio di un eroe"

"sono solo figlio di un uomo che voi definite eroe"

L'uomo fece dei grandi passi in direzione del ragazzo, sul viso si disegnò un'espressione rude e i muscoli delle braccia si gonfiarono

"non so come siete abituati voi marmocchi, ma con me dovete avere rispetto" portò il proprio viso a pochi centimetri da quello di Shoto. Il ragazzo nemmeno in quel caso mosse un passo, mantenne il contatto visivo, respirò piano e percepì un odore acre invadergli il naso.

"adesso muoviti e dimostrami quanto siete dei falliti"

"che devo fare?"

"battimi" rispose appena prima di lanciare lontani la cartella e il fischietto. L'uomo robusto allargò le braccia e invitò lo studente ad attaccarlo con un gesto secco delle mani.

Shoto si posizionò e studiò la situazione, non era a conoscenza del quirk del professore, né tanto meno della sua forza. Decise di mantenere le distane e aspettare che fosse quell'uomo dalle fattezze di un armadio ad attaccare per primo.

La lezione si concluse con tutti gli studenti ammaccati e un professore con l'ego gonfio. L'uomo li fece sedere tutti a terra per fargli la ramanzina, ma appena prima di iniziare a parlare gli venne in mente una grande idea.

Decise che con le parole i ragazzi non avrebbero compreso la situazione e così pianificò un modo per metterli sotto con il lavoro. Osservò i loro visi affranti e raddrizzò le spalle

"fate schifo. Ognuno di voi fa schifo, ma non avevo dubbi. Avete avuto quel fallito come professore e non mi sorprende che nessuno di voi abbia le forze di battermi" guadagnò gli sguardi furiosi degli alunni

"ecco così voglio vedervi, arrabbiati e pronti a uccidermi" sorrise piegandosi poggiando le mani sulle ginocchia, si mise con il viso all'altezza di quelli degli alunni

"ho avuto un'idea per farvi allenare come si deve. Vi farò sgomberare una sede dei villain di cui sono venuto a conoscenza da poco"

I ragazzi aprirono la bocca sgomenti per quello che aveva pensato il nuovo professore e si guardarono gli uni con gli altri senza sapere come rispondere.

"vedo che sto suscitando interesse. Bene la missione è prevista per questa sera, vi fornirò l'indirizzo e voi andrete lì e metterete fuori gioco più villain possibili ed eliminerete la loro sede. SONO STATO CHIARO?"

Gli studenti trattennero il respiro e non risposero, ma l'uomo intuì dalle loro espressioni che nessuno di loro avrebbe avuto il coraggio di opporsi alle sue decisioni. 

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