-68- MI DISPIACE

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Intorno ai due ragazzi abbracciati, l'immagine nitida sfocò e cambiò lentamente, come avvolta da una nuvola di fumo e vapore. Hisame non si staccò da Kaizaki, strinse le braccia e ripeté ancora una volta "mi dispiace".

Iniziò a piangere e i singhiozzi arrivarono prepotenti in quel silenzio. La spalla del corvino accoglieva il viso addolorato della ragazza, le lacrime bagnavano il tessuto nero della felpa di lui e le dita si aggrappavano disperatamente alla stoffa.

"mi dispiace" ripeté ancora una volta la ragazza ormai scossa dai singhiozzi

"mi dispiace" allentò la presa, le forze la stavano lasciando e sentì la testa farsi pesante all'improvviso.

Kaizaki si guardò la mano. Il palmo, che prima era ricoperto di quel liquido scarlatto dall'odore di ferro, era pulito. Prese le spalle di Hisame e la scansò appena per controllare il proprio addome. Il dolore era così forte, ma il sangue era sparito. Sollevò la felpa e la sua pelle era intatta, non c'era traccia della ferita che lo stava dilaniando per il dolore.

Alzò gli occhi e con terrore vide le mani di Hisame che premevano la pancia di lei, rivoli di sangue si facevano strada tra le dita e colavano per poi andare a sporcare le foglie posate sul terriccio.

"mi dispiace" questa volta a parlare non fu Hisame, ma Yuuta che era uscito dall'ombra e si era avvicinato ai due inginocchiati sulla fredda terra marrone.

"cos- io non, io non capisco" il corvino continuava a spostare gli occhi dal suo addome a quello di Hisame

"mi dispiace" la voce della ragazza era lieve, un sussurrò in quella foresta tormentata da raffiche di vento

"smettila di dire così. Non capisco, ero io ad esser stato ferito. Per-perché ora sei tu quella che sanguina? QUALCUNO MI DIA UNA SPIEGAZIONE" ritrovò le energie e urlò

"ho creato un'illusione dopo che ho visto che era stata ferita, per farti credere che fossi stato colpito te."

"ma, ma io sentivo il dolore. Sento ancora il dolore"

"perché stai condividendo le emozioni con me Kaizaki. Il tuo quirk, stai usando il tuo quirk"

Hisame voleva accarezzare di nuovo quel viso piegato dal dolore, ma non voleva macchiarlo di sangue. Si piegò in avanti e poggiò la propria fronte a quella di Kaizaki. Da quella distanza riusciva a vedere perfettamente le schegge oro chiaro immerse nel color ambra e il contrasto del nero delle pupille che ricordavano un pozzo profondo. Percepiva ogni respiro del ragazzo e ogni minimo movimento dei muscoli del viso.

Sorrise chiudendo piano gli occhi e dopo aver esalato l'ultimo sospiro, scivolò tra le braccia di Kaizaki.

Il corvino l'accolse delicatamente, osservò il suo viso, sembrava dormisse, e portandosela contro il petto urlò la propria disperazione e il proprio dolore contro quel cielo blu indaco nel quale stavano comparendo le stelle luminose.

Urlò finché non sentì i polmoni andare in fiamme e la gola bruciare.

Yuuta non riuscì ad avvicinarsi, rimase in piedi a pochi metri di distanza nel suo silenzioso dolore. Le lacrime iniziarono a scendere lungo la guancia chiara e non vennero asciugate.

Le urla di Kaizaki fecero radunare il resto dei compagni che si trovavano lì vicino.

Izuku si paralizzò vedendo quella scena e si lasciò cadere sulle ginocchia. Si portò le mani alla testa e aggrappò le dita alle ciocche di capelli chiudendosi su sé stesso.

Le lacrime di ognuno vennero trasportate dalle spire del vento e si unirono nel blu del cielo.

Nella foresta ancora riecheggiava l'ultimo grido disperato di Kaizaki. Il ragazzo dagli occhi color miele adagiò sulle foglie il corpo ormai privo di vita di Hisame e si girò verso il preside.

Teneva le mani strette a pugno, il petto si sollevava e abbassava ritmicamente e gli occhi divennero due fessure.

"tu..." indicò Tsukamoto facendo un passo avanti "...RESTITUISCILI, RESTITUISCI TUTTI I QUIRK CHE HAI RUBATO" l'urlo penetrò nelle orecchie di tutti e in quel momento venne scoperto il vero potere di Kaizaki.

Tsukamoto cominciò a pensare solo a quella frase, la sentiva rimbalzare nella testa senza sosta e alla fine si convinse fosse un suo stesso desiderio quello di restituire i quirk rubati e così li lasciò andare. Si liberò di tutte quelle unicità che aveva sottratto a bambini e ragazzi e divenne vulnerabile davanti ai nemici.

Quando si rese conto di cosa avesse fatto, guardò in modo interrogativo Kaizaki che lo aveva raggiunto "co-cosa è successo? Co-come hai fatto?"

Il corvino non rispose, si stava controllando con tutte le forze che possedeva per non ucciderlo in quel momento.

"uccidimi" lo provocò il topo

"no"

"uccidimi..." Tsukamoto si piegò sulle ginocchia e si portò le zampe al petto, la provocazione divenne una richiesta disperata "UCCIDIMI, UCCIDIMI, UCCIDIMIIIII"

"sarebbe troppo facile per te finirla in questo modo. Ti aspetta di peggio" gli voltò le spalle e si allontanò controllando l'impulso di prenderlo a pugni fino al suo ultimo respiro.

I compagni si erano radunati intorno al corpo di Hisame e la guardavano in silenzio.

"ma-ma lei aveva appena imparato a parlare inglese" disse piano Haruto. 






Ci stiamo avvicinando alla fine di questa lunga fanfiction, spero vi stai piacendo e come al solito se vi sta emozionando fatemelo sapere con un commento o un voto...

Buona lettura^^

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