-56- RISOLLEVARSI

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Passò una settimana, non ci furono attacchi o missioni, tutti si ripresero dallo scontro e si impegnarono a rimettere in piedi la casa. Shoto rimase per tutta la settimana nella sede dei villain con i suoi fratelli e Izuku, appena si riprese, ricominciò a studiare le informazioni che aveva portato Bakugou.

Il biondo esplosivo se ne era andato dopo essersi accertato che entrambi i suoi compagni di classe stessero bene, non era un comportamento che gli si addiceva, ma Kaizaki non disse nulla per paura di scatenare la sua ira.

Il padre del corvino dovette tornare al laboratorio per continuare a lavorare agli esperimenti, ma promise al figlio di tornare e portare più informazioni possibili.

Il loro piano era diventato sconfiggere una volta per tutte la compagnia che aveva dato inizio agli esperimenti.

Iniziarono a fare riunioni la sera dopo cena per decidere come muoversi e come affrontare i nemici a loro sconosciuti. La sede centrale del nemico era la UA e quindi avevano bisogno di qualcuno che si infiltrasse.

Decisero di fondare un nuovo gruppo, separato dai villain e all'insaputa di Hisashi. Dovevano anche scoprire chi avesse mandato quegli uomini a distruggere la loro casa e chi invece avesse dato la missione agli studenti di eliminarli.

Le cose da fare erano tante e il gruppo era piccolo e giovane, ma nulla li avrebbe fermati.

Dabi spiegò tutto ciò che poté al fratello, come si fosse unito ai villain, il motivo per cui se ne fosse andato e gli esperimenti ai quali era stato sottoposto Shoto per colpa del padre. Natsuo decise di unirsi anche lui ai villain o meglio, a quel nuovo gruppo di ragazzi che volevano punire chi avesse dato inizio a tutto quello.

I tre Todoroki dopo tanti anni finalmente si ritrovavano sotto lo stesso tetto e tutti dalla stessa parte. Shoto non si sentiva così felice da tempo, non aveva il coraggio di dirlo a nessuno, perché la situazione non era delle migliori, ma lui in un certo senso ringraziava di esser stato ferito ed essersi ritrovato lì con Touya e Natsuo.

Izuku passò del tempo con la sorella, in quei giorni non si faceva altro che parlare di esperimenti e lei stava iniziando a sentirsi come un oggetto da analizzare. Il ragazzo dalla chioma verde prato andò di nascosto dal professor Aizawa e portò con sé Hisame, per farle conoscere una delle persone che lui riteneva un vero eroe.

Il professore, ancora in un letto di ospedale, aveva gradito quella visita. Dopo tanto tempo a cercare il suo alunno finalmente era lì e poteva chiedergli scusa per non averlo protetto a dovere.

"Professore stiamo mettendo insieme un gruppo che possa risolvere la situazione"

"non è così semplice Midoriya"

"siamo forti"

"non lo metto in dubbio, ma non abbastanza. C'è qualcosa di troppo grande dietro a tutto quello"

"raccoglieremo abbastanza informazioni prima di attaccare"

"attaccare in nome di chi? Non siete più considerati dei civili, ma dei villain. Nessuno vi appoggerà in questo scontro"

"non abbiamo bisogno di nessuno"

"Mido..."
"prof mi ha fatto piacere parlare con lei e accertarmi che stia meglio, ma ora devo andare"

Izuku prese la mano della sorella e si diresse verso la porta

"ragazzo promettimi solo una cosa" Aizawa si sforzò per farsi sentire dal cespuglietto che stava camminando veloce

"torna a casa salvo"

Izuku si girò, vide gli occhi preoccupati del suo professore, le occhiaie, se possibile, più evidenti del solito e la bocca chiusa in una linea sottile. Sorrise e annuì sperando di tranquillizzare almeno un minimo quell'uomo che gli aveva insegnato tanto nel periodo che aveva passato alla UA. 

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