-8- INCHIOSTRO E AMBRA

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I ragazzi tornarono nella propria città. I villain non erano stati eccessivamente difficili da battere e stranamente si erano ritirati in poco tempo.

Izuku, rientrato a casa, si chiuse in camera senza proferire parola. Il cellulare si continuava ad illuminare per i messaggi che i suoi due amici gli mandavano. Il cuscino accolse la sua testa, resa pesante dalla stanchezza, e la federa assorbì tutte le lacrime che versò durante la notte.

La mattina dopo trovò 7 chiamate di Shoto e 2 di Katsuki. Non aveva intenzione di parlare con nessuno, né di vedere gli sguardi tristi degli amici che provavano compassione nei suoi confronti.

Decise di uscire, si trovò una fredda panchina e si sedette. Rimase nel parco in compagnia dei piccioni per circa un'ora, rimase incantato dal movimento del collo di quegli animali finché non venne raggiunto da un ragazzo a lui sconosciuto.

Il ragazzo aveva i capelli neri come l'inchiostro e gli occhi color ambra, il cappuccio della felpa era tirato su e gli conferiva un aspetto un po' più losco del dovuto.

"Pensieroso?" la voce aveva una tonalità tranquilla, dava l'idea di essere un ragazzo con a disposizione tutto il tempo del mondo. Izuku si voltò e notò sulla guancia del ragazzo il rosso tipico di chi è stato parecchio tempo all'aperto. Mugugnò un sì di risposta e tornò a guardare i piccioni che si stavano radunando davanti ai suoi piedi per via del pane che lo sconosciuto gli stava lanciando.

"Successo qualcosa?"

Un piccione beccò sulla scarpa di Izuku il quale si lasciò scappare un risolino. "No" sussurrò provando a toccare il pennuto che volò via in un istante lasciando un'espressione delusa sul viso del ragazzo

"Quindi venire a sapere che hai una sorella minore non è nulla per te" nel giro di un secondo Izuku si alzò dalla panchina e si mise in guardia nei confronti del ragazzo. Lo sconosciuto si girò finalmente verso lo studente della UA e sorrise, sembrava sincero, innocuo, ma l'aspetto non era affidabile e questo lo sapeva benissimo Izuku.

"Chi sei? Come fai a sapere cosa è successo?"

"Tranquillo Izuku Midoriya, non sono qui per farti del male"

"Allora perché sei qui?"

"Tu sul serio pensi che chiunque ti si avvicini voglia eliminarti?! Devi avere una vita orribile, piena di ansia e panico. Mi dispiace per te ragazzo."

"Perché sei qui allora? Rispondi"

"Ero qui di passaggio ed ero curioso di conoscerti"

"Perché?"

"Perché ieri una mia cara amica, che definirei una sorella, ha escogitato un piano pericoloso solo per conoscere il suo fratello biologico. Assurdo non credi?"

"Che intendi?"

"Non vi siete resi conto di nulla? E vi definireste eroi?"

"Aspiranti eroi"

"E per fortuna aspiranti eroi, altrimenti la società era fottuta."

"Cosa avrebbe escogitato la tua amica? A cosa ti riferisci?"

"All'attacco, idiota di un aspirante eroe. Non avete notato che i villain erano troppo deboli?! Non hanno ferito nessuno e se ne sono andati senza ottenere nulla. Non avrete pensato sul serio che eravate troppo forti?! Lei ha messo su un gruppo di villain che l'aiutassero nell'impresa. Ha chiesto loro di dividervi e di tenere impegnati gli studenti finché lei non avesse finito di parlarti"

"Perché?"

"Comincio a pensare che tu sia un idiota"

"PERCHÉ?"

"Perché penso che tu sia un idiota?"

"Perché voleva parlarmi?" Izuku stava perdendo la pazienza. Quel ragazzo non aveva smesso un attimo di sorridere, sembrava si trovasse pienamente a suo agio a parlare con lui.

"Forse capirlo è compito del suo fratello maggiore"

"Ti prego rispondi" abbassò la voce e ammorbidì le spalle

"Cercava la salvezza, ma lei non lo ammetterà mai. È una villain in tutto e per tutto, ma non ha mai smesso di avere paura del padre, nemmeno dopo esser diventata molto più forte di lui, molto più forte della maggior parte degli eroi in circolazione"

"Perché non scappa?"

"Non può. Non ha dove andare. È stata disconosciuta dalla madre, il fratello non aveva idea della sua esistenza, il padre è a capo di un gruppo potente di villain che le darebbero la caccia e gli eroi? Gli eroi non hanno mai mosso un dito per cercarla e salvarla. Le era rimasta una sola carta a suo favore ed eri tu"

"Perché non me l'ha detto?"

"Non essere ingenuo. Secondo te una orgogliosa come lei potrebbe mai ammettere di aver bisogno di aiuto?!"

Izuku abbassò lo sguardo sulle proprie scarpe, pensò a come Kacchan non avesse mai chiesto esplicitamente aiuto durante un combattimento e di come Shoto non si fosse mai ribellato apertamente al padre. Sua sorella era nella stessa situazione dei suoi migliori amici e lui era l'unico che poteva fare qualcosa.

Alzò lo sguardo, i piccioni erano spariti, così come il ragazzo corvino. Sulla panchina c'era solo un foglio e quando lo prese lesse con attenzione cosa era stato scritto sopra.

Il compito di un fratello è quello di proteggere quando un pericolo minaccia la propria sorella,

il compito di un fratello è quello di sorreggere la sorella che sta per cadere,

il compito di un fratello è amare incondizionatamente la sorella e

il compito di un fratello è far sapere alla sorella che se il mondo le si rivoltasse contro ci sarà sempre una persona al suo fianco...

io sono stato tutto questo per lei, ma non ho la forza per proteggerla dal pericolo imminente... questo è compito tuo Izuku Midoriya!

Piegò il foglio e se lo mise in tasca. Sentiva un peso sul cuore, aveva capito che la ragazza aveva sofferto, ma non aveva capito che cercava di essere portata via da quella sofferenza. Si sentiva un idiota per non aver interpretato fino infondo lo sguardo della sorella, eppure avevano gli stessi occhi, l'avrebbe dovuto capire. 

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