-66- IL MONDO È POPOLATO DA STUPIDI

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"Il mondo è popolato da stupidi sai Kaizaki?! Credevano che io avessi dato inizio agli esperimenti per creare dei super ragazzi dai quirk invincibili, quando invece non avevano capito nulla di quello che io stessi facendo" disse il preside con tono di sufficienza.

Rimasero lì in piedi a pochi centimetri di distanza a fissarsi, nessuno dei due dava inizio allo scontro. Tsukamoto sembrava più impegnato a parlare che ad attaccare, sembrava volesse rivelare tutto senza esser fermato e il ragazzo dagli occhi ambrati lo lasciò fare per posticipare il più possibile lo scontro.

"Quei ragazzi che ho sottoposto agli esperimenti per me sono oro. Oro puro. Non posso lasciare che vadano in giro senza una supervisione, non posso lo capisci questo?"

"pe-perché per te sono così importanti?"

"che domande, è grazie a loro se io sono così forte"

"cos..."

"vedi, il potenziamento del quirk aveva bisogno di tempo. Dovevamo prendere il loro sangue, studiarlo e creare il siero adatto per potenziarli. Non era una cosa semplice"

"ma voi l'avete fatto"

"certo. Non ho preso dei geni per puro caso. Tuo padre, lui è stato scelto per la sua genialità."

"è stato minacciato"

"ovvio che sì. Non sarebbe mai venuto di sua volontà a lavorare a una simile cosa. Era un uomo d'onore lui, era. Purtroppo, quella tragedia lo ha distrutto, non è stato più lo stesso dopo che la figlia si è tolta la vita. Condoglianze a proposito" fece una smorfia che fece rivoltare lo stomaco al corvino.

"se non l'hai fatto per creare dei super ragazzi per cosa l'avresti fatto?"

"per me, non è ovvio?"

"no, non lo è"

"vedi c'era un criterio da rispettare per scegliere i candidati. Non erano presi a caso. Dovevano essere tutti sangue 0 positivo, come me"

"come te? Perché dov..." Kaizaki sgranò gli occhi e fece un passo indietro "...non può essere"

"allora un po' di intelligenza c'è in quella zucca che hai per testa. Sì, è esattamente come pensi. Una parte del sangue lo mettevo da parte, lo potenziavo e me ne impadronivo. Mi sono iniettato così tanto sangue nelle vene, che nemmeno ricordo, ma ne è valsa la pena. Ora sono imbattibile, possiedo decine di quirk"

Non dovette avvicinarsi al corvino, mosse la mano e il ragazzo venne scaraventato a terra. Kaizaki lo riconobbe, quello era il quirk di Hisame, non era la prima volta che veniva usato su di lui.

Con un altro movimento, il preside creò un campo di forza intorno al corvino sdraiato sul terriccio. Quel campo di forza aveva delle screziature nere, ma, a parte quel particolare, era come quello di Gareki.

"sei solo un ladro di quirk. Non eri abbastanza forte così ti sei messo a prendere i poteri altrui. Sei uno che imbroglia perché non è capace di cavarsela con le proprie forze"

Il campo di forza iniziò a farsi più piccolo. Kaizaki sentì le proprie ossa soffrire sotto la pressione di quelle pareti invisibili. Si sentiva comprimere, i polmoni non prendevano più aria, l'intestino era sofferente, così come lo stomaco e il resto degli organi interni.

"se-sei un ladro, nulla di più"

Tsukamoto si fermò, fece scomparire il campo di forza e si avvicinò al ragazzo ormai distrutto dal dolore e dalla stanchezza.

"tu non sai nulla di me. Tu non sai cosa voglia dire crescere in questo modo. Guardami..." il preside alzò il tono della voce e con una mano, o meglio una zampa, prese il ragazzo per il colletto e l'obbligò ad alzare il viso e a guardarlo in faccia "...cosa vedi? Vedi un essere di bassa statura, con l'aspetto di un topo, cosa potrebbe mai fare uno come me?!"

"quello che vedo io..." Kaizaki parlava con un filo di voce, i polmoni bruciavano ogni volta che accoglievano l'aria al loro interno "...è uno che ha smesso di lottare perché ha trovato una scorciatoia"

"e che male ci sarebbe a usare una scorciatoia?"

"hai sfruttato bambini e ragazzi per costruirti la scorciatoia. Hai ucciso molti dei tuoi esperimenti non è vero? Coloro che non hanno sopportato il siero del potenziamento. È come se tu ti fossi costruito una scala con i loro corpi per arrivare in cima prima e senza troppa fatica"

Tsukamoto lasciò andare il bordo della felpa del ragazzo. Fece un paio di passi indietro e liberò un ulteriore quirk. Intorno a lui si formò un tornado. Le foglie vennero alzate da terra, le chiome degli alberi si muovevano come fruste da una parte all'altra e Kaizaki sentì il potere del nemico crescere. Lo vide sollevarsi da terra con le braccia larghe e gli occhi puntati verso il cielo.

Le nuvole si accumularono sopra di loro, il cielo da blu si fece grigio scuro e nell'aria iniziarono a risuonare dei tuoni.

Stava controllando il tempo e Kaizaki non sapeva come fermarlo.

Un fulmine cadde a pochi chilometri di distanza e diede vita ad un incendio in quel fitto bosco. Era distante da dove si trovavano loro, ma il ragazzo poteva vedere le luci arancioni e calde anche da lì.

I capelli color dell'inchiostro si muovevano catturati dalle spire del vento e tutti i suoni erano sovrastati da quelli del tornado e dei tuoni.

Cercò di tirarsi su, ma le raffiche di vento non glielo permettevano.

Successe tutto molto in fretta, Hisame lo raggiunse e si rese conto della situazione. Provò a corrergli incontro.

Una raffica di vento alzò la terra e per un attimo Kaizaki non vide più nulla, poi in quell'oscurità si fece largo un lampo di luce. Il fulmine puntò nella sua direzione, la terra vorticava tutto intorno e insieme alla luce improvvisa crearono una scena surreale.

In quel vortice vide la chioma di Hisame mossa dal vento e poi quando tutto si calmò dovette attendere qualche secondo prima di recuperare i propri sensi e riuscire ad incontrare i suoi occhi color smeraldo.

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