-28- TEMI TU LA MORTE?

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Quando riaprì gli occhi Shoto non riconobbe il posto in cui si trovava, era una stanza buia e priva di finestre, l'aria era stantia e tutto intorno a lui era ricoperto di polvere.

"Do-dove sono?" provò ad alzarsi ma non ci riuscì, aveva polsi e caviglie legati a quella che doveva essere una brandina

"Ah bene, ti sei svegliato" la voce non la riconobbe, provò ad usare il ghiaccio per liberarsi dalle cinghie che lo tenevano intrappolato, ma non riuscì a usare il proprio quirk

"CHE MI HAI FATTO?"

"mm vedo con piacere che funziona alla perfezione questo intruglio che sopprime il quirk" l'uomo si teneva in un angolo della stanza e non si avvicinava, non voleva farsi riconoscere e voleva la sicurezza che, se avesse fallito, nessuno lo avrebbe potuto denunciare.

"dove mi trovo? Chi sei?"

"sul serio ti aspetti che un tuo rapitore ti risponda? Vedi troppi telefilm"

"tanto mi stai per uccidere, quindi che ti cambia?"

"è sempre così, il cattivo rivela il proprio piano e poi all'ultimo non riesce a uccidere la vittima ed è fottuto perché non è stato zitto"

"allora anche tu vedi i telefilm"

"certo, ma non sono così ingenuo come quelli"

Shoto provò a strattonare un braccio nella speranza di liberarsi, ma era legato troppo stretto e il nodo non dava segno di cedimento.

"è inutile che ti agiti"

"secondo te dovrei rassegnarmi?"

"sarebbe carino da parte tua"

"tsk si vede che sei nuovo in queste cose" provò a provocarlo, credeva di poterlo tirare fuori dal suo nascondiglio, ma nemmeno quello gli riuscì.

Si sentì il suono di un cellulare, l'uomo rispose alla chiamata e dopo aver chiuso e rimesso in tasca il cellulare si rivolse di nuovo al ragazzo legato

"bene, ora posso ucciderti"

"quindi tu segui degli ordini"

"certo, non sono così stupido da aggredire uno studente della UA da solo senza un appoggio"

"o forse non sei così forte da poterlo fare"

"cerchi di provocarmi per velocizzare la tua morte?"

Si avvicinò uscendo dal suo angolo buio, stringeva una lama e ci giocava passandosela da una mano all'altra. Il sorriso era inquietante e gli occhi si vedevano a malapena in quell'oscurità. Fece un altro passo e si ritrovò a fianco dello studente, lo guardò bene e non vide paura negli occhi eterocromi

"non temi la morte?"

"non sai quante volte l'ho desiderata quando da piccolo mi allenavo con mio padre" si riempì un'ultima volta i polmoni e chiuse gli occhi, non avrebbe permesso al nemico di vedere la luce spegnersi nelle sue pupille.

L'uomo alzò le spalle, non si fece toccare da quella confessione. Tirò su la mano in cui teneva avidamente il coltello e disegnò un arco con il braccio facendo fischiare la lama nel silenzio della stanza.

Shoto sentì il sangue caldo arrivargli sul viso e l'odore di ferro gli invase il naso. 

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