-25- ASPRA VERITÀ

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Hisame guardava in modo torvo il ragazzo biondo parecchio più alto di lei, avrebbe voluto mantenere la calma, ma era sicura che il fratello avesse notato le lacrime che si stavano formando lungo la rima degli occhi.

Bakugou la guardò a sua volta, era pronto a battersi, in qualsiasi momento lui avrebbe reagito e risposto agli attacchi, ma con sua sorpresa, e anche un po' di delusione, Hisame non accennò a voler combattere.

"credo tu debba delle spiegazioni a Deku" il biondo rilassò un po' i muscoli, ma le mani gli sudavano parecchio e sapeva che, se non avesse generato un'esplosione, gli sarebbe scoppiato il cervello.

"cosa significa Hisame? Perché dici che non avrei dovuto sapere qualcosa? Che mi devi dire?"

"ora ti spiego tutto, ma prima..." Hisame si diresse verso la stanza di Kaizaki, si fermò e all'improvviso diede un calcio alla porta. Da dentro la camera si sentì un urlo di dolore e dopo pochi istanti uscì il ragazzo corvino con una mano sulla guancia

"perché l'hai fatto Hisa?"

"hai la brutta abitudine di origliare le conversazioni altrui"

"non è vero"

"e allora che ti sei fatto alla faccia?"

"sono caduto dal letto"

"non è vero stava origliando ciò che gli amici di Izuku avevano da dire" si aggiunse alla conversazione Yuuta affacciandosi dalla porta con ancora il piccolo libro tra le mani

Bakugou finalmente trovò la sua vittima, si avvicinò a grandi passi verso Kaizaki e generò un'esplosione a pochi centimetri dalla faccia del ragazzo, il quale urlò cadendo indietro.

"ma sei idiota?" Kaizaki si teneva le mani sul viso e controllava che ci fosse ancora tutto, due orecchie, un naso, una bocca e due occhi. Dopo essersi accertato di non aver perso nulla, alzò lo sguardo verso il biondo. Le guance erano sporche di fuliggine nera e quella sfumatura metteva ancora più in risalto gli occhi chiari del ragazzo.

"smettila di lamentarti non ti ho fatto nulla. Ero distante. Avevo questo prurito alle mani, dovevo farlo per forza" si giustificò Bakugou con un sorriso beffardo

"la prossima volta sfogati con un albero, no con la mia faccia" il corvino si rimise in piedi con l'aiuto di Yuuta e si piantò in corridoio con le braccia incrociate e la schiena poggiata alla parete "adesso pretendo di essere incluso nella conversazione anche io"

"per questo ti ho chiamato. Credo debba sapere anche tu la verità" Hisame teneva la voce bassa, ma comunque abbastanza alta da farsi sentire da tutti i presenti

"e tu definiresti dare un calcio alla porta un modo normale con il quale chiamare qualcuno? Non ci si può più fidare di nessuno qui" concluse Kaizaki guardando in modo accusatorio sia Hisame che Yuuta.

"è vero quello che ha detto il tuo amico. Hisame Midoriya è morta il 25 gennaio di tredici anni fa, ma è anche vero che io sono Hisame Midoriya. Non ho mai mentito sulla mia identità." la ragazza fece un respiro profondo, abbassò leggermente le spalle e posò gli occhi sul pavimento senza più staccarli. Iniziò a raccontare e da quel momento nessuno proferì parola o fiatò.

"tredici anni fa, dopo la mia nascita, nostro padre mi segnò ad un progetto della UA, esperimenti su neonati per potenziare i quirk ancora non sviluppati. Quando avevo poco più di sei mesi mi ammalai, non si sa se per gli esperimenti o per altro. Ebbi una crisi respiratoria, mia madre mi portò di corsa in ospedale, ma non ci fu nulla da fare.

Morii alle 14.37, il mio corpo venne portato alla UA e lì decisero di tentare il tutto e per tutto. Mi inserirono in un nuovo progetto, quello di far rigenerare un corpo. In poche parole, mi riportarono in vita.

Quando nostro padre tornò a casa Inko era distrutta dal dolore, dava la colpa ad Hisashi per ciò che mi era accaduto e trovò il coraggio di chiedergli di andarsene. Fu in quel momento che nostro padre accettò, ma solo ad una condizione, lui si sarebbe portato via uno dei figli. Nostra madre non ci mise molto a scegliere quale figlio tenersi, visto che per lei io non ero più sua figlia, ma solo un esperimento.

Mi abbandonò nelle grinfie di nostro padre che continuò a comportarsi da uomo di merda quale era. Quando sviluppai il mio quirk lui si prese il merito e ogni giorno mi ricorda che io sono viva solo grazie a lui. Come se mi avesse fatto un favore..."

Hisame si fermò un attimo, la voce le tremava così come le mani. Scivolò con la schiena lungo la parete fino ad arrivare a terra e lì si portò le ginocchia al petto e affondò il viso tra le braccia.

Nessuno sapeva cosa dire, quella storia li aveva sconvolti tanto da far stare zitto anche Kaizaki.

"è vero che sono morta, ma sono comunque Hisame. Provo dolore, provo gioia, sento caldo e freddo, piango guardando film in cui muoiono gli animali e sento il mio cuore battere. IO MERITO DI ESSERE TRATTATA COME UNA PERSONA" quell'urlo scaturì dalla ragazza facendo venire un brivido a tutti quelli che la stavano ascoltando.

Izuku si inginocchiò di fronte alla sorella, le spostò le mai e le tirò su il viso, che aveva tenuto nascosto per via delle lacrime. Si specchiò nei suoi occhi e la guardò con dolcezza, in quel modo che solo i fratelli maggiori sanno fare.

"Hisame tu sei mia sorella, non mi interessa del passato, mi importa solo sapere che ora sei qui, con me, al sicuro"

Kaizaki si mise al fianco di Izuku e sorrise accarezzando la guancia bagnata della ragazza "Hisa questa storia ti ha reso solo più forte e coraggiosa, ti ha reso te stessa. Non avrei potuto chiedere una persona migliore come amica e famiglia adottiva" le diede un bacio sulla fronte facendola sorridere debolmente.

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