Santa Klaus - Capitolo 13

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Adoro la primavera, è la mia stagione preferita coi suoi colori, i profumi, il sole che non scalda eccessivamente l'ambiente e quella strana, magica, voglia di vivere che sembra contagiosa per tutti. É tardo pomeriggio ma c'è ancora parecchia luce, cammino a pochi passi davanti a Klaus che sembra abbastanza tranquillo mentre mangia qualche patatina dal sacchetto rubato dal magazzino.

«Ehi, dammene una!» gli dico, in effetti con tutto il trambusto che ha causato il mini panino mangiato a pranzo è stato digerito più velocemente del solito, affondo la mano dentro al sacchetto per trovare solo briciole. «Klaus!»

«Che c'è?»

«Ti sei scofanato due pacchetti di patatine!»

«E quindi?»

«Avresti potuto lasciarmene qualcuna dato che le hai prese dal magazzino in cui lavoro. E poi non ho pranzato.» Più o meno.

«Vorrà dire che ti cucinerò qualcosa.»

Resto immobile per un secondo, l'ultima persona che ha cucinato per me è stata mia madre.

Siamo a pochi metri da casa quando Klaus mi afferra nervosamente per un braccio interrompendo sul nascere i miei pensieri tristi, saltellando a ritmo di versi di stupore: «Sta funzionando, sta funzionando!» squittisce.

«Cosa sta funzionando?» mi viene da ridere talmente sono contagiata dal suo entusiasmo.

«La sobrietà! Vedo i morti di nuovo, tipo quella signora laggiù!» Indica un punto preciso al nostro fianco.

Seguo la direzione del suo dito e per poco non mi sento morire, quanto vorrei una pala per sotterrarmi.
La mia vicina di casa, l'anziana signora Smith, è affacciata sulla veranda esterna e mi osserva con occhi sgranati, indossa una vestaglia lillà che si intona alla perfezione coi capelli lunghi bianchi. Mi ha praticamente vista crescere e posso capire lo shock nel vedere la perfetta ragazza della porta accanto accompagnata con un ragazzo in stile Klaus.

«Ehi nonna, come si sta di là?» le chiede Numero Quattro avvicinandosi e gesticolando: «Voglio dire: trapasso, luce in fondo al tunnel, cose così...É vero che in Paradiso si beve e si fuma fino a svenire?» Klaus nota l'espressione della mia vicina farsi ancora più spaventata: «Oh!» esclama come se avesse commesso una gaffe: «Non mi dica che una nonnina così apparentemente dolce è finita all'Inferno.» La indica abbozzando un sorriso malizioso: «Sesso, droga e rock and roll eh? Festival di Woodstock...Deve essere stata una figata.»

«Klaus!» sbotto, e Dio solo sa quanta fatica sto facendo nel restare seria. Guardo immediatamente la mia vicina: «Chiedo scusa signora Smith, il mio amico è molto particolare.»

«Amico? Non ero il tuo fidanzato poco fa? Mi stai già lasciando?»

L'anziana torna dentro tutta scandalizzata e un click secco conferma che si è persino chiusa a chiave dentro casa.

Prima Madison e ora la signora Smith: «Accidenti a te Klaus.»

«La vedevi anche tu?»

«É la mia storica vicina di casa ed è ancora viva!»

«Oh ma dai, era una mummia che camminava, poteva benissimo esser scambiata per morta.»

Ci guardiamo.
É un secondo, un frammento di silenzio e serietà per poi scoppiare a ridere insieme come due ragazzini. Al diavolo l'immagine della brava ragazzina della porta accanto, questo vale molto di più di quello che la signora Smith pensa di me.

Klaus Trilogy - The Umbrella Academy fanfiction - Alice Gerini -Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora