Santa Klaus - Capitolo 15

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Sono seduta sul tavolo della cucina mentre osservo Klaus armeggiare con padelle e ingredienti di ogni sorta, credo non abbia la più pallida idea di cosa stia facendo ma allo stesso tempo sembra incredibilmente a suo agio con indosso il mio grembiulino bianco con fiorellini rosa.
Canta, si muove ondeggiando e scattando in una danza assurda, è piacevole vederlo così felice e tranquillo, una persona completamente diversa da quella che ho raccolto nel retro della discoteca quasi una settimana fa.
Vedendolo sempre più in difficoltà mi alzo avvicinandomi, cercando di trattenere a stento un sorriso divertito.

«Ah-ah-ah!» Klaus mi blocca subito nascondendo la padella dietro la schiena e indicandosi. «Io!»

«Non posso aiutarti?»

«No!»

«Non per dubitare di te Klaus ma son trenta minuti che stai armeggiando con pentole e padelle ma non hai ancora preparato nulla.»

«Stavo ricordando quello che faceva mamma, ripercorrevo i suoi passi e pian piano mi tornava tutto in mente.»

Ecco perché canticchiava e sorrideva come un ebete, stava solo imitando sua madre. Mi chiedo che carattere possa avere la signora Hargreeves per crescere ben sette figli così diversi tra loro, deve essere una donna molto in gamba...E decisamente paziente.
I miei pensieri vengono interrotti nel vedere Numero Quattro mettere dell'olio in padella, appena caldo ci rompe sopra qualche uova, poi prende una seconda padella e lo guardo arrostire bacon e salsicce.
Altro che cena, Klaus mi sta preparando una colazione, ma è sempre meglio che stare a digiuno.

Senza che se ne accorga imposto il silenzioso sul cellulare e gli scatto una foto. Ci sono un paio di messaggi delle mie amiche, niente di che, ci chiediamo come sia andata la nostra giornata attraverso una chat di gruppo, rispondo ma tengo per me il geloso segreto di avere Numero Quattro in casa. Anche se sarebbe bello poter far loro invidia una volta ogni tanto e non essere sempre quella più 'normale' del gruppo.

«È pronto.»

Nell'arco di dieci minuti ha già preparato una splendida colazione/cena, sono davvero sorpresa nel vedere tutto cotto alla perfezione, persino le uova, ha impiattato gli ingredienti in modo che da formare un volto felice.

«Un bel sorriso per iniziare bene la giornata!» squittisce imitando quella che credo essere la voce di sua madre. «O per finirla, nel nostro caso.» aggiunge con la sua voce normale e tornando serio.

É proprio buffo.
Ci sediamo uno di fronte all'altro iniziando a mangiare il tutto.

«Oh mio Dio, questo bacon è cotto alla perfezione!» si autocompiace guardandomi coi suoi splendidi occhi chiari e la bocca mezza piena. «Che te ne pare?»

Ho l'illusione di sembrare proprio una stramba coppia di sposini.

«Già» Anche se io saprei farlo meglio ma non voglio rovinare il suo piccolo momento di gloria: «Cosa vogliamo fare stasera?» chiedo di slancio cercando di buttare in un angolo della mente lo schiaffo di nemmeno ventiquattro ore fa.

«Sei tu il rapitore, facciamo quello che vuoi tu, tutto tranne una seduta spiritica, non sono ancora pronto.» Klaus annuisce con sguardo duro alle mie spalle, credo che quest'ultima frase fosse rivolta a Ben e non a me.

Lo accetto, sta facendo piccoli progressi e non voglio certo forzarlo: «Domani mattina dovrò essere a lavoro, non posso fare tardi.» Questa è la classica scusa che utilizzo specialmente quando le mie amiche organizzano party a cui non ho voglia di andare o un qualsiasi altro evento che eviterei con sommo piacere.

«Ti sembrerà assurdo ma è una vita che non guardo un film.»

Spalanco gli occhi, per me è praticamente routine: «Sul serio?»

«Già.»

Corro subito in sala, sotto al mobiletto del televisore nascondo un bell'archivio di dvd di ogni genere che spaziano dai super eroi agli horror e i romantici. Klaus si avvicina a me accucciandosi, col dito accarezza la superficie di ogni cofanetto, aggrotta le sopracciglia. «Questo cos'è?»

Non posso crederci. Tiro fuori un classico film d'animazione remasterizzato.

«Papà non ci permetteva di guardare i cartoni animati, diceva che impedivano lo sviluppo della nostra crescita.»

Ma in che razza di casa ha vissuto questo povero ragazzo e perché sua madre non si è mai opposta al modo in cui Hargreeves cresceva i loro bambini? Mia madre mi inchiodava davanti ai cartoni animati quando ero troppo agitata o come premio per aver svolto tutti i compiti senza il minimo errore. Quando pioveva o faceva tempo brutto e lei non lavorava, si metteva sul divano con me e li guardavamo insieme, poi aspettavamo papà per cenare attorno al tavolo nello splendido calore familiare che avevo dimenticato.

«Allora è deciso.» salto in piedi agitando il DVD come fosse una medaglia d'oro: «Lo guarderemo stasera.»

Klaus Trilogy - The Umbrella Academy fanfiction - Alice Gerini -Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora