I fantasmi del cuore - Capitolo 4

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Sento due mani afferrarmi le braccia con forza.
Non esiste, non esiste che qualcuno mi porti via ora che ho finalmente una traccia dopo quattro mesi brancolati nel buio. Mi divincolo con difficoltà, tiro una testata all'indietro sentendo la nuca impattare contro un piccolo osso, devo aver colpito il naso dell'ipotetico terzo spacciatore.
Eppure mi sembrava ce ne fossero solo due, il corpo di Lucas è ancora steso a terra dolorante e non ne vedo altri in giro.
Ma poco importa, che vengano tutti i malviventi della città a fermarmi, li stenderò uno ad uno.

Posso tornare al mio interrogatorio una volta che il campo è nuovamente libero.
Alzo il pugno destro e Lucas, sotto di me, frigna come un bambino: «Ti prego non uccidermi.»

«Dove si trova Klaus Hargreeves?» sussurro in un ringhio.

«Non lo so, lo giuro.»

C'è da fidarsi di un tossico spacciatore?
No.

«Quando e dove lo hai visto l'ultima volta?» insisto.

«Due mesi fa al Grinde, ti prego non uccidermi.»

«Il Grinde? Il locale vicino al Rouge river?» Piagnucola, non mi dice più nulla e io sto perdendo la pazienza. «Rispondi!» mi brucia la gola, devo aver urlato come poche volte nella mia vita senza essermene resa conto.

Annuisce, poco male.

«Perché era lì? Cosa sai?!»

I criminali o i colpevoli di qualsiasi atto contro la legge dimostrano una sorta di coraggio improvviso quando si sentono con le spalle al muro, come se scattasse in loro una molla molto simile alla follia, ultima ancora di salvezza: la strana voglia di lottare e difendersi.
Lucas non è un'eccezione.

Nonostante stia tremando dalla paura trova la forza per sorridermi beffardo con i denti sporchi di sangue per via di tutti i pugni che ci ho tirato sopra, scuote la testa: «A farsi, brutta troia ingenua. A farsi!»

Sorvolo sugli insulti rivolti al mio indirizzo ma non accetto le menzogne su Klaus. Me lo aveva promesso, aveva promesso che si sarebbe curato e avrebbe chiuso una volta per tutte con la droga.

Il bastardo mi sta solo provocando: «Bugiardo!»

Blocco il pugno a mezz'aria.
L'ho sentito.
Lo spostamento d'aria.
Il sibilo.
Se non mi fossi fermata probabilmente ora il coltello di Diego sarebbe infilzato nel mio braccio e non sull'asfalto accanto la testa di Lucas che sviene per lo shock.

«Sei matto?!» sbraito senza alzarmi dal corpo del malvivente, non mi farò scappare l'unica persona che sa dirmi dove posso iniziare a cercare il ragazzo più importante della mia vita. «Avresti potuto perforarmi il braccio!»

«Se avessi voluto perforarti il braccio a quest'ora staresti sul marciapiede a piangere.» Diego mi alza in malo modo, ha del sangue che gli esce dal naso e solo ora mi rendo conto che...

Sono stata io.
Ho perso il lume della ragione.
Non era un terzo spacciatore quello che ha provato a fermarmi. Ho colpito il mio maestro.

«Diego, io...» Balbetto sentendomi tornare bambina, non so cosa dire perché mi sento tremendamente in colpa.

Diego fa uno sbuffo, prende un paio di manette legando le mani dietro la schiena a Lucas. «Portiamoli in centrale.»

«NO!»

Per la prima volta in quattro mesi sto disobbedendo all'uomo che mi ha evitato la galera, che mi ha addestrata, che mi ha fatta sentire meno sola.

«Questo è l'uomo per cui tu sei venuto a bussare alla mia porta quattro mesi fa!» protesto indicando Lucas svenuto: «Sa dove posso trovare Klaus, non lascerò che me lo porti...»

Sento un dolore fittissimo alla bocca dello stomaco, la mano destra scivola sul petto di Diego mentre gli occhi appannati osservano il suo pugno ancora stretto sulla mia pelle.
Maledetto.
Maledetto Diego Hargreeves.

Klaus Trilogy - The Umbrella Academy fanfiction - Alice Gerini -Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora