Il mondo dei morti - Capitolo 21

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«Nonno che cavolo fai?!» sbotto d'istinto anche se so benissimo che non può sentirmi. In uno slancio di assurdità constato anche che a suo tempo nonno era davvero un bel ragazzo e apprezzo la sua passione nel voler difendere nonna e il figlio nato da pochi anni.
Però...Cavolo, non accogli uno sconosciuto puntandogli un fucile addosso!

Ben è seduto sul sedile posteriore lanciando suggerimenti dal finestrino abbassato: «Klaus digli qualcosa per tranquillizzarlo.» ovvia allusione a nonno Gerard e alla doppietta ben salda tra le mani.

Numero Quattro abbassa leggermente le mani assumendo l'espressione da cucciolo bastonato che tanto adoro: «So che il mio aspetto può sembrare alquanto bizzarro ma non sono cattivo.»

«Vattene, non convincerai ne me tantomeno Maryon ad entrare in quella setta di trasandati.» adesso ho capito da chi ho ereditato la testardaggine.

«La prego...» Klaus fa un leggero passo in avanti, i nostri corpi sono a contatto: «Non lasci che sua moglie vada alla parata del Presidente Kennedy.»

No.
Che sta facendo?!

«La prego mi ascolti, spareranno al Presidente e lo uccideranno, sua moglie si ritroverà in mezzo ad una folla impazzita e verrà schiacciata morendo a sua volta. La prego, mi deve dare ascolto.»

Ben grida il nome del fratello, io non posso credere a quello che sta facendo.
Se nonno dovesse dargli ascolto, se impedirà a nonna di non andare allora noi rischieremo di non incontrarci mai.

Il viso di Gerard diventa ceruleo, per un istante il fucile vacilla verso il basso e gli occhi si spalancano. Non so cosa gli stia frullando in testa e onestamente non so nemmeno come reagirei io se un tipo come Klaus venisse a casa mia premonendomi il fatto che una persona che amo stia per morire.

Alla fine nonno pronuncia la sua sentenza: «Brutto bastardo, sei un terrorista!»

Carica la doppietta puntandola davanti a Klaus.

Non è servito a niente: nonna morirà. Il Presidente morirà. Papà crescerà orfano. L'Apocalisse sarà inevitabile e noi resteremo bloccati negli anni '60 senza poter far nulla per impedirlo. E porca vacca, Klaus sta rischiando la vita. Di nuovo...Forse sono io il vero problema poiché lo espongo al pericolo ogni singola volta.
Forse non incontrarci mai potrebbe essere non tanto la mia salvezza quanto la sua.

Dio, mi sento così inutile: qualsiasi cosa farò avrà una pessima conseguenza.

Ho una frustrazione tale dentro che sfocia in un urlo di disperazione, la gola brucia come l'inferno e i pugni stretti fanno sì che le unghie entrino dentro la carne dei palmi delle mani, gli occhi serrati così forte da vedere dei pallini bianchi e gialli nell'oscurità.
Voglio gridare ancora, ho bisogno di tirar fuori tutta la rabbia che sto tenendo dentro da troppo tempo.

Apro gli occhi solo quando mi ritengo soddisfatta, quando il bisogno di urlare non è più così eccessivo e il respiro può tornare regolare.
Butto gli occhi verso il basso per vedere nonno sdraiato a terra, il viso una maschera di terrore e il fucile abbandonato a parecchi metri di distanza. I vetri della splendida casetta sono andati in frantumi e nonna, terrorizzata, si è precipitata fuori con papà in braccio.

Un piccolo papà che sta urlando esattamente come ho fatto io ma con meno conseguenze.

«Andiamo via, presto!» grida Ben.

E ne io ne Klaus ce lo facciamo ripetere due volte.

Klaus Trilogy - The Umbrella Academy fanfiction - Alice Gerini -Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora