Il mondo dei morti - Capitolo 18

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Cinque non si scompone mentre Klaus gli spiega a grandi linee quello che vorrei dirgli, parla di me, di mia nonna, del suo prossimo decesso fino ad arrivare alla richiesta di aiuto per salvarle la vita.

«No, non si può.» taglia corto Cinque portando le mani sotto al mento: «Mi dispiace ma Kennedy deve morire e non possiamo interferire in nessun modo con il corso della storia.»

Cammino verso di lui sbraitando come se potesse sentirmi e vedermi: «Perché? Che male può fare salvare una donna? Non sarà certo lei a cambiare il destino dell'umanità!» guardo Klaus e in un secondo mi dà voce.

«Non si può cambiare il corso degli eventi.» ribatte Cinque ammorbidendo il tono come se gli dispiacesse davvero: «So che può sembrare assurdo ma niente deve essere toccato altrimenti potrebbe succedere una catastrofe. Mi dispiace ma funziona così.»

Numero Quattro mi guarda con la solita espressione da cane bastonato, nemmeno fosse sua la colpa per la prossima morte di nonna. Cinque rimane in silenzio mentre osserva il vuoto, anche se le sue labbra sono cucite posso sentire i suoi pensieri muovere il cervello a non finire.
Non mi interessa quello che dice, io salverò nonna costi quel che costi, anche distruggere il mondo!

Sto per dirlo quando come un fulmine a ciel sereno le parole di Babuska mi attraversano la mente, quella donna ha un potere su di me più grande di quanto immaginassi: «Tu non parti, tu non conosci ragazzo. Tua vita felice senza ragazzo?»

Klaus fa un lungo e rumoroso respiro, un minuscolo lasso di tempo che basta a Cinque per alzarsi dal divano e svanire nel nulla usando i suoi poteri da viaggiatore nello spazio e nel tempo lasciandoci soli.

«Tua vita felice senza ragazzo?»

«Se nonna dovesse sopravvivere, se i miei genitori non dovessero partire per quel treno che li condurrà alla morte, io ti incontrerò?» chiedo in un soffio senza il coraggio necessario per guardare Klaus negli occhi.

«Non lo so. Questo va oltre i miei poteri.»

Numero Quattro si avvicina prendendomi la mano, non dice una parola eppure i suoi occhi dicono tutto quello che vorrebbe esternare. Forse non se la sente di rischiare, forse non me la sento io. So che vorrebbe la mia felicità ma come potrò essere felice senza di lui? Ormai è questa la mia abitudine, la mia linfa vitale. Sono davvero così egoista dal voler negare una madre ad un bambino pur di vivere affianco a Klaus?

Va bene, ho deciso.

Prendo un lungo e rumoroso respiro: «Torniamo a San Francisco.» Ben, che è sempre stato seduto su una poltrona ad ascoltare i fratelli, alza la testa di scatto: «La tua setta deve sapere quello che sta per succedere.»

Klaus alza gli occhi al cielo: «Per l'ennesima volta: siamo una comunità spirituale.» dice cercando di ammorbidire la tensione.

E, come sempre, ci riesce.

Klaus Trilogy - The Umbrella Academy fanfiction - Alice Gerini -Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora