Il mondo dei morti - Capitolo 35

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Ho le ginocchia incollate al petto, i talloni sulla sedia e la schiena leggermente ricurva, gli occhi posati su una tazza di thè fumante dal colore verdastro e il sapore erbaceo, un ennesimo intruglio di nonna Babuska. Solitamente mi sgrida se metto le "zampacce" sopra ai mobili ma devo avere un'espressione davvero funebre se non mi ha rimproverata e chiesto nulla sulla mia apparizione improvvisa.
Sento di non avere dato abbastanza, avrei potuto far qualcosa in più per Ben e per tutti gli altri, non c'è da stupirsi se Klaus non mi chiama con sé. O forse è insieme a suo fratello e si stanno dicendo addio per l'ultima volta, ci sta che vogliano un po' di privacy.

«Tisana alle erbe fa bene.» Babuska prende parola dopo essersi seduta di fronte a me, la sua tazza ben stretta tra le dita, la porta alle labbra e chiudendo gli occhi.

A volte vorrei avere la sua pacatezza, la sua tranquillità e il suo bastarsi. Invidio la pace che ha trovato nella semplicità dei lavori domestici o delle cose apparentemente banali come bere del thé.

«Grazie ma oggi proprio non mi va.» biascico dopo aver sospirato.

«Piombi in casa, non dici parola e sporchi i mobili, almeno un sorso potresti berlo.»

Roteo gli occhi al cielo e la faccio contenta, scopro che non sono una particolare amante dei sapori erbacei, è come mettersi un giardino sulla lingua. Però taccio, non ho proprio voglia di lamentarmi, mi sento con le batterie scariche.

«Non ti ho mai vista così Skuchat. Ragazzo ha trovato nuova fidanzata?»

Aggrotto le sopracciglia scuotendo appena la testa, devo ammettere che la sua domanda ha scatenato una reazione dentro di me, sento uno strano odio ribollire dentro...Allora non sono diventata proprio del tutto apatica. «Cosa? No! O almeno non che io sappia.»

«Nostalgia di casa?» riprova.

«Non proprio, Babuska.» va bene, tanto vale dirglielo anche perché sono sicura che verrebbe a scoprirlo da sola in un modo o nell'altro: «Sai il tipo dai tratti asiatici che è spesso con me?»

«Ben, fratello di ragazzo.»

Annuisco: «Credo stia per trapassare.» dirlo fa più male del previsto, sento un nodo alla gola e per evitare di scoppiare a piangere come una ragazzina viziata che ha appena perso il suo gioco preferito, mi costringo a bere altro thé.

Babuska sospira poco prima di riportare la tazza alle labbra: «Buon per lui, vorrei anch'io ritrovare pace.»

«Si, ma...»

Non faccio in tempo a continuare che la donna mi fulmina con lo sguardo. Per un micro istante ho l'impressione che si trattino degli occhi di mia madre: «Non essere egoista, Skuchat. Fratello di ragazzo ha trovato pace, devi essere felice per lui.»

«Io sono felice, è che...Mi mancherà tantissimo.»

«Lo so, persone che non ci sono fanno molto più rumore di quelle che ci sono, soprattutto dentro nostro cuore.» allunga una mano per prendere la mia, accetto ben volentieri questo slancio materno, in fondo ne ho parecchio bisogno.

«Mia nonna è morta.» abbasso leggermente la testa di lato: «Il presidente Kennedy è stato assassinato, non ho rassicurato Diego e adesso Ben è trapassato.» faccio spallucce mentre un amaro sorriso nasce sulle labbra: «Non ho più niente per cui lottare.»

«Klaus è ancora vivo?»

Babuska non l'ha mai chiamato così, per chissà quale motivo ha sempre usato l'appellativo "ragazzo", il fatto che lo abbia chiamato col suo vero nome è segno di quanto questa domanda sia seria nella sua semplicità.

«Certo che è ancora vivo, altrimenti nemmeno noi saremmo qui.»

Mi sembra abbastanza ovvio, no?

«Klaus è ancora vivo. Hai ancora tutto per cui lottare.»

Klaus Trilogy - The Umbrella Academy fanfiction - Alice Gerini -Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora