I fantasmi del cuore - Capitolo 24

382 30 0
                                    

I pugnali mi ascoltano.
Le lame deviano il loro percorso se sono io a chiederglielo col pensiero.

Riesco a vedere le mani degli assalitori a rallentatore mentre cercano di colpirmi.

Al posto delle dita sento di avere delle stecchette di acciaio che vanno a segno ad ogni mia mossa e buttano al tappeto gli aggressori.

Mi piace il suono dei loro lamenti, mi piacciono i loro insulti che non fanno altro che sottolineare quanto siano frustrati.
Annuso la loro frustrazione ed è quasi eccitante.

Prendo il polso di uno di loro, lo rigiro sentendo un meraviglioso crack provenire da tutte le ossa della mano, al volo afferro il coltello che scivola via dalla sua presa.

Vai verso la gamba di quello alle mie spalle.

Lancio senza guardare.
Altre urla di dolore.

Due sono al tappeto, ne mancano tre.

E gli idioti hanno chiuso la porta a chiave poco prima che mostrassi la mia vera forza.

Strano come le cose cambino in pochi minuti: prima quella in trappola ero io, adesso sono loro.

A testa bassa uno degli aggressori si avventa su di me con tanto di urla, mi basta schivarlo e spingerlo con non troppa gentilezza verso il muro, impatta così forte contro la parete che lascia il segno, prima che svenga a terra raccolgo il suo coltello.

Vai verso la spalla di quello a destra, se prova a schivarti, seguilo.

Il coltello obbedisce.
Ne rimane soltanto uno, prova ad uscire dalla porta ma è in panico e riesce a malapena a prendere la maniglia. È più grosso di me ma più grossi sono più fanno rumore quando cadono. Darmi le spalle nel vano tentativo di fuggire è stato un errore fatale.
Testa contro la porta, lo vedo scendere verso il basso esanime, non l'ho ucciso ma credo si farà comunque un lungo sonnellino.

«E adesso tocca a te.»

Prendo la rincorsa per quel poco che la stanza permette, questa volta a contatto con la mia spallata, la porta si spalanca come fosse fatta di cartone.

Finalmente sono fuori, persino l'aria pregna di alcol e droga è meglio di quella della stanzetta in cui sono stata rinchiusa poco fa, ad attendermi ci sono le guardie del corpo di Raiden pronte a colpirmi.

Oh si, ho proprio voglia di continuare a giocare!

Klaus Trilogy - The Umbrella Academy fanfiction - Alice Gerini -Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora