Il mondo dei morti - Capitolo 29

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Dove va lo spirito di Klaus quando Ben è nel suo corpo? Si rintana nel mondo dei morti? Vaga per questo mondo senza alcuna forma? E se fosse davvero nel mondo dei morti, perché non mi ha chiamata con sé?
Domande che mi assillano mentre osservo Ben girare a vuoto nel cortile davanti la villa, sono seduta sul cornicione del terrazzo della camera da letto di Klaus, piedi nel vuoto e mani sulla fredda pietra, è divertente osservare Numero Sei che sembra esser nato di nuovo: annusa l'aria, accarezza le foglie di una siepe, gioca con i sassi a terra prendendoli tra le mani e facendoli cadere a cascata. Ci guardiamo per un po' e accenniamo ad un saluto all'unisono poi lo vedo sparire al di là del muro di foglie.

«Sei qui?»

Klaus non risponde.

Mi sembra di esser tornata a tre anni e mezzo fa quando lo cercavo brancolando nel vuoto e chiacchierando col vento facendo attenzione che nessuno mi vedesse o sentisse per non passare per matta.
Quando Diego apparve nella mia vita all'improvviso rimettendomi sulla strada giusta.

E come materializzato dai miei pensieri, lo vedo scendere da un'auto parcheggiata non troppo lontano da dov'è sparito Ben.

Balzo giù dal cornicione senza far rumore e soprattutto senza farmi male (il lato positivo di essere uno spirito) corro in direzione del mio Maestro chiamandolo a gran voce ma ovviamente non mi sente.
Fischio ma nulla, potrei urlare ma non voglio fargli del male perforandogli le orecchie, potrei anche tirargli uno dei sassolini da terra ma conoscendomi sono sicura che con la fortuna che mi ritrovo come minimo lo prenderei in un occhio, accecandolo.

Così decido di fare l'unica cosa che mi verrebbe naturale: corro, lo supero per finirgli davanti e lo abbraccio.
Diego si blocca come colpito da un fulmine, si guarda attorno, annusa l'aria ed è un attimo, solo un attimo in cui alza le mani per avvicinarle al petto. Chiudo gli occhi, annuso il suo profumo e aggrappandomi ai ricordi percepisco la stessa dolcezza di quando ero in vita.

«Non ti ho mai dato colpa di niente.» glielo dico per l'ennesima volta.

Negli anni con Klaus abbiamo provato di tutto: tavola ouija dove io muovevo la planchette, sedute spiritiche dove effettivamente ero io a muovere il tavolo o soffiare sulle candele accese preparate per la funzione, persino scrittura automatica dove era la mia mano a muovere quella di Klaus. Ma Diego non ci ha mai creduto pensando che fosse solo il fratello che cercava di tirarlo su di morale.
Poi c'è stata la morte della sua amica poliziotta e il morale di Diego non ha fatto altro che scendere. Non ho potuto fare niente per stargli accanto, dagli un abbraccio anche se da fantasma mi sembra il minimo.

«Valery?»

Oh mio Dio.
Mi stacco alla velocità della luce, i miei occhi spalancati osservano quelli fugaci di Diego: «Si, sono qui!» urlo tutta contenta.

Può vedermi! Può vedermi!

Ma tutto l'entusiasmo scema in mezzo secondo quando Numero Due scuote la testa sorridendo amaramente: «Stupido vento»

Riprende a camminare attraversandomi senza accorgersi di nulla.
Per un attimo ci ho davvero creduto e sperato...E raramente mi sono sentita così inutile nei confronti di qualcuno.

Klaus Trilogy - The Umbrella Academy fanfiction - Alice Gerini -Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora