Ben vaga per la principesca villa di Klaus (ancora non posso crederci) mentre io lo cerco in lungo e in largo fin quando non lo trovo in quello che ormai credo sia il suo posto preferito: la piscina.
Mi siedo sul bordo vasca buttando i piedi nudi a mollo, ovviamente non percepisco nulla se non un leggerissimo brivido. Mi manca sentire l'acqua addosso, il calore di un abbraccio, il sapore di una pizza calda sotto i denti o di una birra gelata in gola.
Piccoli dettagli a cui spesso non diamo la giusta importanza.«Insomma vuoi lasciarmi in pace? Sei peggio di Ben.» biascica Klaus senza guardarmi, interrompendo i miei tristi pensieri.
Abbozzo un sorriso: «Sai che non è vero.»
Alza gli occhiali scuri per lanciarmi un'occhiata indecifrabile, con la mano libera cerca di tenersi in equilibrio mentre il resto del corpo semi nudo è adagiato su un materassino: «Infatti non è vero, è verissimo.»
«Klaus...»
Inaspettatamente scende di scatto dal materassino, toglie gli occhiali da sole assumendo un'insolita espressione arrabbiata, qualcosa che non ho mai visto.
Sono sicura che se avessi ancora un cuore pulsante probabilmente ora frenerebbe i battiti.«Cosa? Cosa? Cosa ancora?!»
Scendo dal bordo per finire dentro la vasca, ovviamente non faccio rumore, i miei passi in acqua sono leggiadri e impercettibili. Arrivo al petto di Klaus e senza pensarci troppo vi stringo le braccia attorno, poggiando la testa sopra le costole. Sta dimagrendo troppo. Sento il cuore battere, la vita pulsare e i polmoni abbassare e alzare il petto.
Lentamente le sue mani si posano su di me, delicatamente, come se avesse ancora timore di non riuscire a toccarmi e di conseguenza soffrire. O forse ha solo paura che sfugga via con il vento.
Non so per quanto restiamo abbracciati ad occhi chiusi e incuranti della vista stranita di tutti coloro che non possono vedermi.«Sta tranquillo.» gli sussurro. «Alla fine andrà tutto bene.» Una frase che lui mi disse quando ancora ero viva e mi sentivo in colpa per la morte dei miei.
«E se non dovesse andare bene?»
Esattamente come io avevo chiesto a lui.
«Allora vuol dire che non sarà la fine.»
Ci allontaniamo un po' ma senza staccarci dall'abbraccio, il viso di Klaus è leggermente più disteso.
«Ti manca la tua famiglia?» chiedo in un azzardo.
Lui abbozza un sorriso amaro, si guarda attorno probabilmente cercando uno spunto qualsiasi per inventarsi una scusa, ma sa che io non sono Ben e con me le sue scuse non attaccano. «Un po'.» confessa in un borbotto confuso.
«E allora andiamo a Dallas dove siamo atterrati, cerchiamo degli indizi e ritroviamoli.» ora sono io a guardarmi attorno sottecchi, come se effettivamente fossi visibile a tutti: «Credo tu abbia anche bisogno di un po' di respiro dalla setta.»
«Comunità Val, siamo una comunità spirituale.»
Lo guardo perplessa ma senza smettere di tenere le labbra inarcate verso l'alto: «Quindi...Dallas?»
Klaus respira a pieni polmoni, poi annuisce: «Dallas.»
Usciamo dalla piscina mano nella mano e per un solo istante ho l'illusione che il mio cuore sappia battere di nuovo.
STAI LEGGENDO
Klaus Trilogy - The Umbrella Academy fanfiction - Alice Gerini -
FanfictionFanfiction basata sulla serie tv Netflix "The Umbrella Academy". LIBRO 1 : Santa Klaus LIBRO 2 : I fantasmi del cuore LIBRO 3 : Il mondo dei morti Ogni libro è presentato ad inizio parte, se siete curiosi leggete il primo capitolo che vi spiega un p...