I fantasmi del cuore - Capitolo 17

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Per due giorni la mia vita ha ripreso il suo normale flusso, per così dire.
Una volta lasciata magione Hargreeves, Diego mi ha accompagnata a casa senza dire mezza parola, nemmeno quando gli chiedevo maggiori dettagli su Pogo, Luther e le sue sorelle.

«Ci vediamo.» è stata l'unica cosa che mi ha detto prima di andarsene a tutta velocità.

Mi manca il lavoro ma allo stesso tempo voglio approfittare di questi giorni liberi forzati dalla finta malattia per sistemare un po', ed ecco che mi trasformo nella perfetta donna di casa che mamma avrebbe sempre voluto. Nessuna delle mie amiche mi ha scritto o telefonato e questo mi fa ben capire che tipo di persone mi stanno accanto, ma dopo tutto chi ha bisogno di loro?
Ora ho un amico inseparabile.
In tutti i sensi, poi.

In queste quarantotto ore Ben è sempre stato al mio fianco, non è di troppe parole ma almeno risponde quando gli faccio delle domande. Gli chiedo di Klaus, di come si divertivano a giocare da bambini in quelle poche ore libere che avevano durante la settimana, lui chiede di me e di come sia riuscita ad incontrarsi col fratello. Ho la stessa sensazione di quando parlavo con Klaus: il tempo vola chiacchierando e mi sembra di conoscerlo da tutta la vita.

Il terzo giorno della mia reclusione volontaria qualcuno bussa alla porta di casa di primo mattino, lascio perdere la colazione e vado ad aprire senza troppe aspettative.
Mi ritrovo Diego con la solita divisa e lo sguardo duro: «Lei è accusata di aggressione aggravata ai danni di un uomo sulla ventesima strada. É pregata di seguirmi.»

Le parole con cui ci siamo conosciuti.
Diego che fa dello spirito? Incredibile!

Abbozzo un sorriso: «Ah-ah. Buongiorno anche a te.»

Alza un plico di fogli ben stretto sulla mano destra: «Posso?» senza attendere risposta entra in casa per dirigersi subito al tavolo della cucina.

Sparpaglia tutti i fogli sul tavolo, sembrano file dettagliati su un gruppo di uomini dalla faccia decisamente poco raccomandabile, mi guarda con aria compiaciuta, si vede che ha voglia di sorridere e si sforza al massimo per non farlo pur di mantenere il suo status di uomo duro.
Peccato, perché quando sorride è davvero carino.

«Ti presento i componenti della banda del Fulmine.» Borbotta un «Nome idiota» per poi portare l'indice sopra la foto di uomo che, non a caso, ha un fulmine tatuato sulla faccia.
Deve essere Raiden, l'uomo di cui mi ha parlato il barista del Grinde.

Aveva giurato che non mi avrebbe aiutato e invece eccolo qui, pronto a lottare al mio fianco.

«Agirei con...»

Non lo faccio finire.
Lo abbraccio con forza.

Klaus Trilogy - The Umbrella Academy fanfiction - Alice Gerini -Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora