I fantasmi del cuore - Capitolo 16

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Ritrovo il terzetto dove l'ho lasciato, ovvero nel salone principale ad aspettarmi.

Il primo a cui mi rivolgo è Pogo: «Grazie» sorrido chinando appena il capo: «Per aver dedicato del tempo a capire cosa mi stia succedendo.»

«È stato un vero piacere, signorina. Sarò sempre a disposizione per lei.»

Se solo questa scimmia fosse un essere umano sono sicura farebbe stragi di donne col suo atteggiamento da gentiluomo d'altri tempi.

A differenza dell'eterno single Diego che si alza in piedi, in mano il bicchiere ancora pieno, l'andatura sicura in mia direzione, aspetta di essere proprio davanti la mia faccia per buttar giù tutto d'un fiato il liquido ambrato. «Io non ti aiuterò.»

Chiaro e conciso.
Poggia in malo modo il bicchiere sopra una scrivania, un rumore sordo riempie la sala e per un attimo temiamo possa aver rotto il vetro, poi esce dalla stanza con finta aria sicura.

«Seguilo.» Suggerisce Ben al mio fianco spaventandomi appena, prima o poi mi abituerò a vedermelo apparire all'improvviso.

Non ho voglia di seguire Diego ma alla fine lo faccio preparandomi psicologicamente, le liti con lui non sono mai una cosa piacevole, è come combattere verbalmente contro un muro.
Lo chiamo più volte ma ovviamente non si ferma o tantomeno risponde così devo prenderlo per un braccio per attirare la sua attenzione, il suo volto è una maschera di rabbia.
In quattro mesi che lo conosco non l'ho mai visto così.
E un po' mi fa paura.

«Si può sapere che avevi nella testa?» mi aggredisce prima che possa iniziare a spiegargli: «Hai una minima idea di cosa hai rischiato andando a letto con un tossico? Ti è andata bene che non ti ha attaccato qualcosa di molto peggio dei suoi poteri! Credevo fossi più intelligente!»

La mia paura lascia spazio ad un misto tra rabbia e delusione: «Non sai come sono andate davvero le cose.»

Diego sposta lo sguardo abbozzando un sorriso amaro: «Non voglio i dettagli delle tue avventure con Klaus, Valery.»

Ora basta, credo di aver capito quale sia il punto: «Sei geloso?»

Passa una mano sulla bocca e con la stessa poi mi indica, esattamente come faceva mia madre quando mi sgridava da bambina: «Non sono geloso, sono arrabbiato. Infuriato perché la vita di una brava ragazza è stata segnata per sempre. Guarda cos'è successo, ti sei fidata di Klaus e adesso ti ritrovi con l'esistenza sconvolta, rovinata! Siamo stati cresciuti convinti di essere dei super eroi e invece tu sei l'ennesima vittima di noi Hargreeves!» tira un pugno sul muro e resta lì, le nocche e la fronte poggiate sulla parete, il corpo ricurvo e il respiro irregolare.

Adesso non mi fa più paura. La sua non era gelosia. C'è qualcosa di più profondo, una frustrazione che Diego non mi ha mai raccontato e che, come una stronza egoista, io non ho mai chiesto.

È sempre stato lui ad interessarsi di me, lui a chiedere come stessi, lui ad aiutarmi a sfogare la rabbia. Un rapporto a senso unico in cui mi son sempre crogiolata nella parte della vittima.
Sono veramente pessima e mi dispiace esser arrivata a questo per scoprirlo.

Respiro a fondo, con cautela poggio una mano sulla schiena di Diego, lentamente mi avvicino con tutto il corpo e lo avvolgo tra le braccia. Il battito del suo cuore è così veloce che temo possa esplodergli fuori dal petto.

«Voi Hargreeves non avete mai creato vittime.»

La mano di Diego si avvicina alle mie, la presa stretta ma non decisa come quelle a cui mi ha abituata, è come se mi stesse chiedendo aiuto, di non lasciarlo andare, di sentirsi dire che andrà tutto bene.
E mai come in questo momento lo ritengo un ragazzo normale.
Assolutamente normale.

Klaus Trilogy - The Umbrella Academy fanfiction - Alice Gerini -Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora