I fantasmi del cuore - Capitolo 11

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I pancake di Grace (così ho scoperto chiamarsi la madre dei ragazzi di casa Hargreeves) sono una dolcissima e piacevolissima parentesi nell'amarezza e nella rabbia che ho nel cuore.
Diego sta mangiando di fronte a me, non ha mai alzato lo sguardo e non ha detto mezza parola se non un «Grazie» tirato alla madre, Pogo è sparito e Grace mette una certa ansia standosene in piedi di fianco a noi col sorriso tirato. Sembra un maledetto robot inquietante!

«Almeno chiedimi scusa.» Se Diego non ha intenzione di iniziare la conversazione, allora lo farò io.

«Per cosa?»

«Sai benissimo per cosa!» sbotto irritata: «Per avermi tirato uno dei tuoi pugnali senza motivo!»

«Era un test.» si difende continuando a mangiare come nulla fosse.

E io sono sempre più allibita: «Un test? E da quando sono diventata una cavia, di grazia?»

Finalmente ho la sua attenzione, sospira abbassando le spalle: «Vuoi scoprire o no cosa ti sta succedendo?» mi guarda negli occhi indicandomi con la forchetta ancora leggermente sporca di marmellata. «Hai visto Ben in quel locale o sbaglio?»

Mi blocco di colpo e spalanco la bocca, come se qualcuno avesse premuto il tasto PAUSA sul telecomando del mondo.

«Mi credi?» sussurro incredula.

Diego fa spallucce: «Chi può dirlo, mi sto solo affidando alle parole di Pogo.»

«E Pogo cosa dice?»

«Che dobbiamo scoprire cos'hai che non va.»

Dio, che situazione snervante, sono così arrabbiata che non ho nemmeno più fame, ed è una cosa che detesto perché questi pancake sono la fine del mondo!

«Tuttavia devo essere onesto.» Diego si alza in piedi dopo aver finito di mangiare, a differenza mia lui non si è fatto problemi a ripulire il piatto: «Si, prima sulla tomba di Ben avevo tutta l'intenzione di colpirti.»

Adesso basta, questo è troppo!
Mi alzo di scatto battendo le mani sul tavolo, finalmente anche Grace ha una reazione e sembra preoccupata, ci manca solo lei che difende il figlio che ha appena dichiarato che voleva accoltellarmi!

«Razza di bastardo! Avresti potuto uccidermi!» sbraito così tanto che mi brucia la gola, avvicinandomi a lui a grandi falcate: «Sei uno stronzo!» si, che mi senta anche sua madre, non mi importa!

«Ma non è successo.»

«Che cosa c'entra se sia successo o meno! Ma che cazzo, Diego!»

Sono così infuriata che gli tirerei un pugno, ho rischiato di morire e lui se ne sta lì, tranquillo, a braccia incrociate con quella faccia da schiaffi.
Anzi, al diavolo, glielo tiro davvero uno schiaffo. Il suono prodotto è acuto e rimbomba per tutta la cucina, Grace sospira preoccupata e il viso del mio maestro si gira verso sinistra.

«Che sta succedendo qui?»

Io e Diego ci giriamo all'unisono quando sentiamo aggiungersi una terza voce.
Un uomo alto sicuramente più di un paio di metri ci ha raggiunti con una insolita furtività, i capelli corti, quasi assenti, lo sguardo duro verso Diego e il corpo esageratamente muscoloso, gonfio, sorretto da due gambe grosse come tronchi d'albero.

Grace gli si avvicina con il solito sorriso plastico, come se la lite tra me e Diego non fosse mai esistita: «Luther, tesoro, vuoi dei pancake?»

Ecco chi è, però...me lo ricordavo fisicamente più "normale" Numero Uno.

Klaus Trilogy - The Umbrella Academy fanfiction - Alice Gerini -Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora