Il mondo dei morti - Capitolo 13

271 23 2
                                    

Dopo aver "deliziato" i nostri palati con la zuppa di rape rosse io e Ben decidiamo di vagare per il parco sempreverde della mente di Klaus.
Nonostante passeggiamo in silenzio non mi sento a disagio, Numero Sei non è una di quelle presenze ingombranti, non è il classico ragazzo con cui senti il bisogno di dire qualunque cosa pur di non provare imbarazzo, è un silenzio tranquillo proprio come la calma che trasmette.

«Qui andrà bene.» tasto il morbido terriccio con la mano, alcuni ciuffetti d'erba si incastrano tra le dita...E quando le tiro su, ad accompagnare il palmo c'è un bellissimo sacco da boxe da terra, quelli coi piedistalli immobili sul pavimento e un bel tronco da prendere a pugni.

Ben abbozza un sorriso mentre si siede su una poltrona in pelle marrone comparsa dal nulla e tira fuori un libro dalla giacca.
Se proprio devo passare del tempo all'interno del mondo dei morti allora che sia allenandomi, nemmeno da viva riuscivo a starmene con le mani in mano, figurarsi adesso che ho tutto il tempo dell'eternità.

«Mi auguro tu sia pensando a Klaus mentre massacri quel povero sacco.» dice Ben all'improvviso ma senza staccare gli occhi dalle pagine del libro.

Perplessa, aggrotto le sopracciglia girandomi verso di lui: «Perché dovrei?»

«Perché ti ha rispedita indietro e non volevi.»

Ma come cavolo fa a sapere sempre tutto?

«Col senno di poi ha fatto bene, stavo diventando un po' troppo agitata.» tiro un paio di pugni al sacco che dondola pericolosamente: «Ed è meglio sfogarsi così che con lui.»

«Tranquilla, verrà un giorno in cui anche tu avrai l'impulso di mettergli le mani addosso.»

In effetti, se è arrivato persino lui a farlo io ho altissime probabilità.

«Che leggi di bello?» preferisco cambiare argomento.

«Omero, papà ce lo faceva leggere quando eravamo piccoli. In greco.»

«Alla faccia della favola della buona notte.»

«Aveva il suo modo di educarci.»

«Lasciandovi solo due ore di svago la settimana e in cui comunque non potevate fare granché?» conosco benissimo i metodi del signor Hargreeves, quando ero ancora viva e Klaus abitava a casa mia me li raccontava, un esempio: non guardare i cartoni animati poiché "Avrebbero distratto i piccoli con l'illusione di una felicità fittizia" (Parola di Reginald Hargreeves che imitato da Klaus fa morir dal ridere)

«Papà voleva crescerci perfetti.»

«E invece ha fatto un bel casino.» sono rare le volte in cui finisco io le frasi di Numero Sei e quelle rare volte mi concedo un sorriso soddisfatto.

Stesso sorriso che si dipinge sul volto di Ben...Ma che cambia radicalmente in mezzo secondo quando nota qualcosa alle mie spalle. Seguo il suo sguardo per notare una serie di nuvoloni neri all'orizzonte, le anime iniziano a vagare a caso gridando frasi senza senso, da lontano sento Babushka che sbraita qualcosa in russo mentre chiude le ante della sua piccola casa.

Le anime sono inquete.
Il sole è sparito.
L'erba del prato sempreverde diventa improvvisamente secca trasformando la prateria in deserto.
Dopo tre anni di sobrietà, Klaus ha ricominciato a distruggersi.

E a distruggerci.

Klaus Trilogy - The Umbrella Academy fanfiction - Alice Gerini -Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora