I fantasmi del cuore - Capitolo 10

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La scimmia schiarisce la voce ma non sembra arrabbiata: «Il mio nome è Pogo, signorina. E come detto poco prima, sono lieto di fare la sua conoscenza.»

La scimmia avanza con piccoli passi ma decisi allungando una zampa...O forse dovrei dire una mano?

Un po' titubante gliela stringo abbozzando un sorriso: «Valery Lane.»

«Diego!»

Una voce squillante, questa volta di donna, arriva da in fondo la sala.
Dir che è bella è riduttivo. Indossa un corpetto bianco e gonna ampia rosa, scarpette nere, capelli biondi acconciati stile anni '50 (un po' come tutto il suo outfit) un sorriso radioso adornato da un acceso rossetto rosso, abbraccia il mio amico con amore e delicatezza, come se avesse paura di romperlo.

«Ciao mamma.»

Sbaglio o vedo del rossore sulle guance del mio sempre impavido e arrogante Numero Due?

«Tesoro, che bello rivederti a casa. Ti vanno dei pancake?»

«Certo, grazie mamma.»

La donna mi sorride radiosa e senza presentarsi: «Ne preparo anche per te.» se ne va canticchiando un allegro motivetto.

«Suo padre è in Europa per delle conferenze, signorino Diego.» Pogo riprende a parlare cercando lo sguardo del diretto interessato.

Ma Diego guarda altrove incamminandosi su e giù per il salone: «Lei è la ragazza di cui ti ho accennato.»

Ah...E io dov'ero quando si parlava di me?
Sto per aggredirlo verbalmente ma Pogo è molto bravo ad anticiparmi, come se fosse abituato a situazioni simili: ovvero evitare inutili litigi.

«Signorina, se non sono indiscreto, come si sente?»

È così gentile e adorabile che mi viene quasi spontaneo rispondere: «Mi fa male la testa, ho la nausea e mi reggo a malapena in piedi. No, non sono incinta.» Ci tengo a precisare.

«Stando a quello che mi ha detto il signorino Diego, ieri sera lei ha visto un ragazzo molto somigliante al nostro povero Ben. È corretto?»

Annuisco convinta.

Pogo prende qualche secondo per pensare poi torna con gli occhi su di me: «Le dispiacerebbe seguirmi?»

Certo che si, lo conosco da appena cinque minuti e già lo amo, ha più cordialità e rispetto della maggior parte degli esseri umani che ho incontrato in tutta la mia vita. I suoi modi gentili e il portamento ricordano un piacevole miscuglio tra la bontà di mamma e la compostezza di papà.
Senza dire nulla (ma con uno strano sorriso in volto) lascio che Pogo mi porti sul cortile esterno, al centro di esso una statua raffigurante proprio: «Ben!»

Corro in sua direzione. È lui, maledizione, è lo stesso ragazzo che ieri sera mi ha colpita per sbaglio al Grinde, mi ci giocherei tutta casa e l'eredità.

E mentre sono qui a contemplare la sua statua, lo sento.
Un sibilo lontano, un lieve spostamento d'aria.
Mi sposto di lato voltandomi con uno scatto e il coltello di Diego impatta sul terreno morbido alle mie spalle.

«Sei uscito di senno?!» ringhio mettendomi in posizione d'attacco: pugni chiusi, gamba sinistra in avanti e destra dietro. Se ha voglia di combattere bastava dirlo!

«Aveva ragione signorino Diego.» Pogo si appoggia più comodo sul bastone per poi annuire: «È molto, molto interessante.»

Klaus Trilogy - The Umbrella Academy fanfiction - Alice Gerini -Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora