due

18 1 0
                                    

La parte che preferisco del ritorno a casa di mio fratello è andarlo a prendere all'aeroporto con il cartello con su scritto "ETHAN CAMERON" a caratteri cubitali, accompagnato da canzoni imbarazzanti urlate a squarciagola. Il primo anno non mi ha nemmeno salutata, ha tagliato dritto fuori dall'aeroporto e si è nascosto in macchina in preda all'imbarazzo totale.
Cerco di individuarlo tra la folla stando sulle punte dei piedi. Intravedo appena il ciuffo biondo, allungo il cartello sopra la mia testa e preparo le corde vocali ad intonare My Heart Will Go On di Céline Dion.
Lo vedo già ridere, ormai ci ha fatto l'abitudine. Si avvicina con un sorriso a 32 denti leggermente imbarazzato ma felice quanto me e si unisce al canto stonato prima di allacciarmi le braccia ai fianchi e stringermi al petto muscoloso.
"Sei migliorata." mi prende in giro "Hai preso lezioni di canto?"
"Mi sei mancato." mugugno con la faccia spiaccicata al suo petto.
"Anche tu orsetto, anche tu." ridacchia "Come mai tutto questo affetto?"
"Non ci vediamo da sei mesi!"
"Lo so bene, però mi sembri triste. Tutto bene?"
Si allontana leggermente dall'abbraccio per guardarmi in viso. Guardo i suoi occhi blu di cui da piccola ero così gelosa e sorrido.
"Sono emozionata." ammetto e lo stringo ancora una volta.
"Che sdolcinata." commenta ridendo prima di avvolgermi le spalle con un braccio e camminare con me verso l'auto.
"C'è anche mamma?" chiede.
"Sì, in macchina."
Annuisce sorridendo. È deluso, lo so, ma dopo anni ci si fa l'abitudine.
"Com'è?" chiede.
"Bene." annuisco "Ora meglio."
"Hai litigato con mamma?"
Lo guardo aggrottando la fronte e abbasso gli occhi sul pavimento.
"Nah, abbiamo avuto un battibecco prima di venire qua ma niente di importante. Il solito."
Lui annuisce e spettina i miei capelli chiari per il sole. Mi piace quando d'estate si schiariscono per i suoi raggi. Mi ricorda che questa è la mia stagione.
"Arrivi dal surf?"
"Scontato." ridacchio e lo aiuto a sistemare la borsa nel bagagliaio.
"Domani andiamo, devo togliermi la ruggine di dosso." mi schiaccia l'occhiolino prima di essere interrotto dallo squittire di nostra madre. Li lascio alla patetica scena di benvenuto e prendo posto sul sedile posteriore. Riuniti e mi sento bene.

"Io non ho mai detto ciò." borbotta mio fratello mentre addenta un pezzo di panino.
"Sì che l'hai detto. Hai detto testuali parole al mio diploma Gwendoline può scegliere il mio completo e lei può prenderne uno intonato." rispondo a tono.
"Mai successo." si difende con le mani ed io gli punto l'indice contro "Falso." lo accuso.
Mamma ha avuto una chiamata di lavoro, è scappata poco prima di entrare al ristorante di lusso prenotato apposta per l'occasione. Così io ed Ethan abbiamo preso un taxi e siamo finiti al KFC più vicino a mangiare pollo fritto, patatine e burgers. Io con i tacchi e lui con la camicia elegante.
"Hey, mi dispiace per la mamma." mormoro.
"Per cosa?" si finge sorpreso.
"Ethan." lo richiamo "Dai."
"Tranquilla orsetto, lo so. Dispiace a me." abbozza un sorriso "Vorrei solo che apprezzassero di più quello che facciamo."
"Papà l'hai sentito?" chiedo.
"Sì mi ha detto che se riesce torna nel weekend. Ma la vedo dura."
Annuisco poco convinta e mordicchio una patatina imbevuta di maionese.
"Sai che non c'era alla premiazione." mormoro abbassando lo sguardo.
"Me l'hanno detto." si schiarisce la voce "Hey, Gwenny, lo sai che non te ne deve fregare niente vero?"
È da quando ho cinque anni e ho imparato a scrivere che riempio fogli e fogli di parole, pensieri, impressioni che nascondo nel cassetto della mia scrivania, custodendoli gelosamente, senza rileggerli mai, per paura di riaprire ferite che penso siano ormai rimarginate ma invece resteranno aperte per sempre, per paura di riscoprirmi fragile e vulnerabile. Scrivo. Tanto. Sempre. Ethan è stato l'unico a dirmi di condividere quelle cose lì. Di condividere le mie emozioni. Che sarebbe stato bello vedere gli altri ritrovarsi in ciò che scrivevo io. È lui che mi ha iscritta al primo concorso, e poi al secondo, al terzo, al quarto. È bello vincere. È bello vedere che per qualcuno non passa indifferente ciò che scrivo.
È meno bello vedere che ai tuoi genitori non interessa. Non interessa se hai vinto una borsa di studio grazie a quello. Se hai vinto viaggio, soldi, buoni sconto in libreria, riconoscimenti. Ma non sono i premi che mi interessano. È bello vedere Niall impazzire per me quando gli faccio leggere qualcuno che presenterò al concorso. O vedere Aaron, Daffodil, Jackson e Peter in prima fila alla premiazione che urlano come matti e fanno un casino imbarazzante solo per me.
"No però sarebbe bello averceli vicini." commento a finisco con un sorso la mia coca cola "Vado a pagare e raggiungiamo gli altri in spiaggia, ti va?"
"Uhmmm." mugugna stiracchiandosi "Solo perché mi sono mancati però ti avverto, a casa presto perché sono distrutto."
"Va bene." mi arrendo e sorrido avviandomi alla cassa. È bello averlo a casa.

Nelle casse Roses dei the chainsmokers si fa sentire ed immagino già chi l'abbia richiesta. Cerco di individuare la mora nella folla e la trovo poco dopo stretta in un tubino rosso fuoco accompagnato da sandali bassi che si intrecciano su per le gambe magre e abbronzate. Mi stupisco ancora una volta della sua bellezza disarmante e mi avvicino trascinando Ethan per un dito.
"Heeey!" esclamo cercando di sovrastare la musica mentre sventolo una mano davanti agli occhi dei 3 ragazzi che ballano spensierati tra birra e fumo.
"Cameron, ce l'hai fatta!" sorrido al tono allegro di Peter e ai suoi occhi rossi e lo attiro in un veloce abbraccio. L'odore di erba infatti non mi passa inosservato.
"Dai senza di me?!" mi lamento mentre rivolgo lo stesso saluto anche a Aaron. Daffodil ormai è attaccata a Ethan e Dio solo sa quando riusciremo a togliergliela di dosso.
"È quasi finita, puoi ammazzarla." mormora il moro vicino al mio orecchio. Annuisco sorridendo e la porto alla bocca prendendone un tiro.
"Dov'è Jack?" chiedo buttando fuori un po' di fumo.
"Con una tipa." risponde Aaron "Molto carina."
"Uhuhuh." faccio ballare le sopracciglia e finisco lasciando il mozzicone nelle mani di Peter.
"Ciao ragazzi."
Guardo mio fratello abbracciare i miei migliori amici e scambiarsi pacche amichevoli sulle spalle a vicenda. Che scena assolutamente patetica e carina.
"Jackson ha rimorchiato."
Guardo la mora allontanarsi dal mio orecchio. Ora riconosco chi ha fumato da chi ha bevuto. Lei ha decisamente bevuto.
"Chi è lei?" chiedo.
"È Marissa la cheerleader. Il caschetto e sempre il rossetto scuro." mormora "Ce l'hai presente? Sembra tipo una bambola."
Il tono leggermente biascicato mi fa trattenere una risata.
"No, non ce l'ho presente." ammetto "È sempre il solito timidone?"
"Noooo guardali sembrano due tredicenni!" li indica con l'indice smaltato poco più in là. Rivolgo lo sguardo verso il balcone del bar. Sono seduti vicini, le gambe si sfiorano appena. Lei ride imbarazzata per qualche cazzata che Jackson avrà sicuramente sparato e si porta il caschetto dietro le orecchie. Lui abbassa lo sguardo sulle birre quasi finite davanti ai loro occhi per poi riportarlo su di lei. La guardo e sussurro una preghiera sotto voce. Ti prego, non spezzare il cuore del mio migliore amico.
"Ma lei è bellissima!" esclamo al suo orecchio.
"Sì, è anche la preferita della coach e se non sto attenda diventa lei la migliore top girl." commenta aspra. Ridacchio e le do una leggera spallata.
"Lo sai che non c'è nessuno migliore di te."
"No, infatti." fa spallucce.
La guardo divertita prima di venire distratta da una spallata di Ethan che mi accusa di essere una tossica e dalle risate dei miei amici. Continuo a guardare con la coda dell'occhio i due piccioncini poco distanti da noi. Jackson ha avuto solo brutte esperienze con le ragazze. Pali in faccia, rifiuti clamorosi e tradimenti infami. Si merita qualcuno che lo ami con tutto il cuore.
"Spero sia seria." mormoro ancora guardando Daffodil.
"Altrimenti sa già con chi deve avere a che fare." mi schiaccia l'occhiolino e sorrido. Domani per Jack lo aspetta una bella passerella della vergogna per averci abbandonato a questo party sulla spiaggia.

never too farDove le storie prendono vita. Scoprilo ora