venticinque

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"Uhmm." mugugno grattandomi i capelli chiusi in uno chignon scomposto "Emorragia?"
"No, troppo lunga." risponde Aaron scuotendo la testa "Ti ho detto che inizia con B."
"Bleeding." mormora Peter disinteressato.
"No, non può essere perché.."
"Sì, Gwen." mi interrompe Aaron "È giusta."
Guardo Peter offesa e incrocio le braccia al petto.
"Scusa se sono più intelligente." risponde il moro con un'espressione divertita sul volto.
"No, avrai sicuramente letto le soluzioni." sbuffo "Basta, mi annoio."
"Mettiamo un po' di musica?" chiede lanciandomi un'occhiatina celeste.
Scuoto la testa "Ascolto solo quella quando sono sola."
"Mmmh, carte da uno?" proprone Aaron.
"No, vi prego." sospiro "Raccontatemi qualcosa."
Peter prende posto vicino ai miei piedi, sul materasso, mentre Aaron resta sulla sedia accanto a me.
"L'altro ieri c'era una festa da Hudson, il ragazzo in squadra con noi.. Hai presente?" parla Aaron gesticolando.
"Sisi, Scott." annuisco.
"Eh niente, abbiamo fatto giusto un giro perché era il suo compleanno."
"Uh figo, com'era?"
"Ha una bella casa." commenta Peter "Non grandissima ma ben gestita, cioè il piano inferiore è ampio quindi per una festa ci stava tutta."
"Non vedo l'ora di organizzare qualcosa." annuisco "Anche se Jonathan sembra non volermi lasciar andare." sbuffo e guardo la mia gamba "Poi con sto coso non riuscirei manco a muovermi a casa."
"Cosa dice il dottore?" chiede Aaron.
"Tra due settimane ho l'ultima risonanza." spiego "Dopo i risultati se è tutto nella norma posso tornare a casa."
"E i gessi?" aggiunge.
"Domani finalmente tolgo questo." alzo leggermente il braccio "Quindici giorni la gamba."
"Beh allora dovresti tornare a casa senza gessi." annuisce.
"Sì ma sarò un palo della luce." guardo Peter ridacchiare "Con la fisioterapia dovrei migliorare.. Tornerò a surfare l'estate prossima, dio mio."
"Dai, Gwen. Non è quello il problema più grande." commenta il ragazzo "Lo sai."
"Certo." annuisco "Certo che lo so. Però surfare per me era davvero estate."
Mi guardano con un velo di soggezione, abbasso lo sguardo e sospiro. Mi sento miracolata e con una voglia allucinante di vivere, ma allo stesso tempo sono inchiodata nel letto dell'ospedale senza sapere che fare. Ho battuto la testa. Sono entrata in coma. Ora sono sveglia ma i dottori continuano a dirmi che non sono fuori pericolo e tutto ciò mi mette una fottuta paura.
Guardo l'orologio, sono le 4:30pm, dovrebbe arrivare Edward da un momento all'altro. Sento l'ansia calciare nelle mie vene.
"Ragazzi..." mugugno "Devo dirvi una cosa."
Li guardo, spero che Aaron non dia di nuovo di matto "Arriverà Edward tra poco."
Incrocio gli occhi scuri del moro e mi mordo l'interno della guancia "Lo so, lo so." li interrompo prima che dicano qualunque cosa "Ma non è stata colpa sua. E io capisco perché non venisse mai in ospedale. È venuto appena mi sono svegliata e da quel giorno viene praticamente sempre. Non ve l'ho detto e abbiamo cercato di tenerlo segreto perché sapevo che la sua presenza avrebbe infastidito più persone. Compresi i miei, se mia madre lo vede qua sono sicura che lo uccide."
"Gwen." sospira il moro "Per favore."
"Non è stata colpa sua." affermo guardandolo fisso negli occhi "Non lo è stata."
"Gwendoline, non voglio che ti innamori di lui."
Spalanco gli occhi mentre saetto lo sguardo su Peter che si gode la scena divertito.
"Non mi sto innamorando!" esclamo. Oh, Gwendoline, che attrice da Oscar.
"È una persona speciale, Aaron, lo sai anche tu." lo guardo "È un bravo ragazzo." affermo "E questa è stata solo una brutta storia sfortunata. Avrei potuto guidare io e ammazzare lui."
"Smettila di dire cazzate, dai."
"No, Aaron, smettila tu." alzo l'indice "Lo sai anche tu che è stato un incidente. E così rimarrà. Risolvi i tuoi problemi del cazzo e non venirmi a fare la morale."
Mi guarda offeso prima di scattare in piedi e lasciare la stanza "Aaron." lo richiamo "Aaron, dio, dove vai?!"
Guardo Peter alzando le mani all'aria, fa spallucce e rilascia una risatina.
"Ma davvero?" mi chiede.
"Cosa?"
"Gwen, io te lo dico." si fa più vicino sul materasso "Innamorarti di Edward potrebbe causarti più problemi di quelli che pensi."
"Non mi sto innamorando!" sbotto "Perché continuate a ripetermelo?"
"Gwenny, lo vedo da come lo guardi." sorride appena "E io sono contento. Perché hai ragione, è un tipo a posto. E questo è stato un incidente." allunga una mano sul mio ginocchio "Però fidati di me, lascialo perdere se tieni alle persone che hai accanto."
"Qual è il problema di Aaron?!" borbotto.
"Seriamente?" chiede.
"Oh scusate." riconosco il tono pacato e lancio uno sguardo alla porta alzando un braccio.
"Hey! Vieni." sorrido appena e noto subito la custodia dell'ukulele tra le mani magre "Non hai segni di violenza quindi suppongo non abbia incontrato Aaron." ridacchio appena seguita da Peter.
"In realtà sì ma è stato piuttosto gentile, mi ha riservato un cenno col capo e credo già di piacergli un po' di più." ammette passandosi una mano tra i ricci, indossa una t-shirt di una band che non riesco ad individuare.
"Bene, scusalo. Ultimamente è così." scuoto la testa.
"Ragazzi, vi lascio." mormora Peter mentre si allunga sul letto per lasciarmi un bacio sulla guancia "Ci vediamo domani, va bene?"
Annuisco mentre lo guardo scambiarsi una pacca amichevole con Edward "Fai il bravo, Adams!"
"Fai la brava tu piuttosto." mormora lanciandomi uno sguardo con gli occhi azzurri.
"Sono sempre brava io!" ribatto ma ormai è già sparito nel corridoio. Concentro l'attenzione su Edward.
"Hey." sorrido.
"Hey." ripete e prende posto vicino a me "Come va?"
"Sto bene." annuisco "Ultimo giorno con questo peso al collo." indico il braccio "Non vedo l'ora."
"Ottimo, no?" annuisco convinta e mi tiro su leggermente "Hai portato l'intrattenimento?"
"Uhm sì." ridacchia leggermente "Ho pensato che avresti apprezzato."
"Infatti apprezzo." sorrido "Che si suona?"
"Mmmm." estrae lo strumento di legno dalla custodia e si siede sul bordo del materasso "Tu cosa canteresti?"
Guardo i suoi capelli e ci passo le dita in mezzo "Sai che stai proprio bene con i capelli così?" dico.
"Ah sì?" quel ghigno sul volto e mi guarda.
"Sì sì." annuisco "Sembri un principe."
Ride e lascia che gli accarezzi la testa. Mi sto innamorando? Restiamo in silenzio ad ascoltare quel piccolo contatto tra i nostri corpi. Non dice una parola. Mi guarda. Vorrei solo capire se quello sguardo lo rivela solo per me. Oppure si sente solo in colpa. Se ha passato gli ultimi dieci giorni nel mio letto invaso dai rimorsi e dalla vergogna, oppure perché la mia compagnia gli piace. Se anche lui alla sera prima di dormire mi pensa. Pensa al mio profumo. Ai miei capelli. Al mio sorriso quando mi dice qualcosa di sdolcinato ed io mi imbarazzo. Perché io sì. Io lo penso di continuo.
"Cosa ascoltavi?" chiede indicando le cuffiette ancora attaccate al cellulare.
Allungo la mano sull'aggeggio e apro Spotify.
"Ehm Can't take my eyes off you il remake di Craymer." mi mordo la lingua. È troppo ovvio?
"Can't take my eyes off you." si schiarisce la voce e abbozza qualche accordo "Vediamo un po'.. Però canta anche tu."

You're just too good to be true
Can't take my eyes off of you

"Inizia così, non è vero?" Annuisco convinta mentre lo guardo intonare le prime parole.

You'd be like Heaven to touch
I wanna hold you so much

Mi mordo il labbro per la sensazione allo stomaco che mi prende nel sentire la sua voce Angelica cantare questa canzone. Sono farfalle? O sono le sei pastiglie del mattino, le quattro di mezzogiorno e le altre sei della notte?

At long last, love has arrived
And I thank God I'm alive

Ridacchiamo impercettibilmente mentre mi unisco anch'io a cantare l'ultima strofa. Grazie a Dio sono viva. Veramente.

You're just too good to be true
Can't take my eyes off of you

È davvero troppo per esistere. Per essere qui con me.

Pardon the way that I stare
There's nothin' else to compare

L'ho forse reso troppo ovvio? Dio, quanto vorrei averla scritta io questa canzone. Rappresenta ogni singola particella del mio corpo. Mi sento così.

The sight of you leaves me weak
There are no words left to speak

Mi guarda e si lascia scappare una risatina e anche un accordo leggermente stonato prima di ricomporsi e abbassare di nuovo lo sguardo.

But if you feel like I feel
Please let me know that it's real

Cerco i suoi occhi ma sono fermi sulle dita che strimpellano le corde dell'ukulele. Perché non mi guarda?
Ma se ti senti come me, per favore, fammi sapere che è vero.

You're just too good to be true
Can't take my eyes off of you

Alza gli occhi su di me. Potrei passare ore a decifrare il suo sguardo senza capirci assolutamente niente. Mi sento completamente svuotata, molle e inconsistente come il budino sul vassoio in plastica bianca che Macarena tiene tra le mani appoggiata allo stipite della porta.
"C'è un concerto?" mi guarda divertita.
"Hai sentito che voce?" richiamo l'attenzione sul riccio "Diglielo, Maca, è fatto per fare questo. E basta."
Lui ride e mi guarda mentre ritira lo strumento grattandosi la testa. È bellissimo quando è imbarazzato.
"Siete giovani." sospira lei lasciando il dolce chiuso nel vasetto di plastica e il cucchiaino vicino al comodino "Potete fare quello che volete."
"No, ma lui è fatto per la musica." ribadisco "La sua voce, cioè."
"Gwen, smettila." ridacchia "Dai."
"È bravo." commenta la ragazza "È molto bravo. Ma lo sa anche lui." annuisce e lo guardo "Chissà quanti cuori ruba con quel faccino d'angelo e quella vocina."
Lo guardo sorridendo anche se lui curva le labbra senza scomporsi e abbassa lo sguardo sul pavimento.
Just a little bit of your heart.
Chi ha rubaro il suo?
"Mangia la merenda. E ricordati che alle 5:30pm questa camera deve essere vuota." mi minaccia con l'indice e scompare. Siamo di nuovo io ed Edward. Apro la confezione dell'unica cosa buona che mi diano da mangiare qua all'ospedale e ne prendo subito una cucchiaiata.
"Hai scritto altro?" domando "Oltre a quella che mi hai fatto sentire.."
"Uhm sì.. Un paio di cose." annuisce "Poi ultimamente ho scritto una cosa perché sono tornato un paio di giorni a Londra per vedere mio padre prima della pausa estiva e ho rivisto una.. una conoscenza di vecchia data."
"La persona per cui hai scritto.."
"Sì." butta giù la saliva "Lei."
Abbozzo un sorriso comprensivo e annuisco "Ti avrà anche fatto un male cane ma è una musa ispiratrice."
Sbuffa una risata, missione compiuta.
"Sì, lo è."
È ancora innamorato di lei. Lo leggo negli occhi chiari completamente persi ora nel pavimento dell'ospedale ma in realtà sono da un'altra parte. Sono in Inghilterra. Chissà dove. Chissà con chi. Mi concentro sul mio budino che non ho nemmeno più voglia di mangiare e sospiro. Non succederà mai.

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