Passo per l'ultima volta la piastra sui lunghi capelli scuri della mia migliore amica prima di posarla sul mobile in marmo del bagno e portare le mani sui fianchi.
"Bene, ora si parla di Edward." mormoro prendendo posto sul bordo della vasca davanti a lei "Avanti."
"Cosa vuoi sapere Cameron? Se è aperto per business? Sì, è tutto tuo."
"No, Daf, voglio sapere come state messi." specifico "Voi due."
"Gwenny." sospira "Tesoro." sospira di nuovo "Vieni qua."
Prende le mie mani e le porta sulle sue ginocchia coperte dal lungo abito dorato.
"A volte le persone hanno solo bisogno di sentirsi complete per qualche ora."
La guardo, gli occhi scuri sono sereni e anche piuttosto divertiti.
"Stiamo bene." annuisce "Voglio solo divertirmi, lo sai."
"Lo so però non voglio che qualcuno resti ferito." mormoro.
"Non è successo e non accadrà. È stata giusto una scappatella."
"Ma in spiaggia sembravate piuttosto.. presi?"
"Cameron, l'hai detto anche tu che non ero innamorata." mi riprende "da che parte stai?"
"Dalla tua, come sempre." sbuffo una risata "Però potevi trattarlo meglio."
"Ma guarda che lui lo sapeva benissimo. Ne abbiamo parlato. Eravamo d'accordo così." sorride "Ora però mi metti il lipgloss?"
Rivolto gli occhi al cielo ed impugno il lucidalabbra avvicinandomi al suo viso abbronzato.
"Ma quindi siete.. scopamici?" mugugno.
"Dio mio, Cameron, cosa ti sta succedendo? Non razionalizzare sempre tutto così. Ti viene la gastrite."
Ridacchio sotto i bassi e passo il pennellino sulle lebbra piene.
"Ascoltami." mormora alzandosi e poggiando le mani sulle mie spalle "L'estate prossima staremo facendo le valigie per il college."
La guardo sconsolata.
"Abbiamo diciassette anni. Godiamoceli, okay?" annuisce vigorosamente "Ti prometto che nessuno si farà del male. Eddy sta bene, io sto bene. Anzi, secondo me voi due siete fatti per stare insieme. Gli piace ascoltare la musica al mare da solo, leggere, fare quelle cose da lupo solitario come te." mi stampa un bacio in fronte.
"Hey!" esclamo "Non sono un lupo solitario."
"Promettimi che però ti lasci andare." fa il labbruccio.
"Mi hai sporcata di lipgloss e te ne sei levata la metà spargendolo sulla mia fronte." sbuffo.
"Cameron!" esclama.
Mi porto una mano sul viso e ridacchio.
"Promesso." alzo il mignolo e lo aggancio al suo.
"Promesso." risponde lei e mi attira in un abbraccio lampo "Ora scappo che sono in ritardo. Ci vediamo presto."
"Divertiti." annuisco.
"Sto andando all'inaugurazione di una superstrada, Gwenny, come posso divertirmi?" mormora indignata.
"Scusa era una frase di circostanza."
Scoppiamo a ridere prima che lei sparisca per il lungo corridoio. Raduno le mie cose e lascio casa Dallas anch'io. Ho promesso di lasciarmi andare.Da piccola pensavo che l'acqua fosse il mio elemento. Che fossi nata con una connessione sottile con lei. Ero agitata quando l'oceano minacciava tempesta. Calma quando le onde accarezzavano appena la spiaggia. Mi sentivo un tutt'uno immersa nell'acqua. A mio agio. Me stessa.
Adesso non credo che ci sia un elemento per ciascuno. Penso semplicemente che la mia persona sia fatta per stare in acqua. Per nuotare. Per ballare a ritmo di onde.
Guardo Edward cadere per l'ennesima volta di fronte a me ed Aaron e trattengo una risata.
"Non stare rigido, piegati un po' cercando di tenere l'equilibrio." dico avvicinandomi.
"È quello che sto facendo!" risponde prima di ritrovarsi ancora una volta sott'acqua.
Mi scambio uno sguardo divertito con Aaron prima di tornare alla spiaggia e lasciarci la tavola.
Osservo un gruppo di ragazze ridacchiare e guardare di nascosto i due ragazzi poco distanti da noi. Come biasimarle. Aaron, capitano della squadra di pallanuoto, pelle olivastra adesso abbronzata, addominali disegnati a pennello. Edward, devo ammettere, in costume fa la sua sporca figura. Soprattutto per i tatuaggi che abbelliscono petto e braccia. Scuoto la testa dai pensieri e ritorno sul bagnasciuga. I due stanno battibeccando.
"Io mollerei amico." Aaron scrolla la testa "La chitarra è decisamente il tuo strumento."
"Sono d'accordo." annuisce il riccio e mi rivolgo un'occhiata divertita.
"Suoni?" chiedo. La sabbia scotta sotto i piedi.
"Uhm sì." si passa una mano sul volto coperto da goccioline "Da circa dieci anni."
"Dieci anni?!" esclama Aaron "Sono tanti."
"Tu da quando surfi scusa?"
Scoppio a ridere lasciando una leggera spinta al moro.
"Beh sì in effetti, anch'io." annuisce "È merito di suo fratello Ethan, ci siamo fissati col surf per colpa sua."
"Era il ragazzo che c'era da Daffodil, giusto?"
Rivolgo un cenno di approvazione ad Edward che sorride appena.
"Faccio tappa al bar, volete qualcosa?" guardo Aaron e gli chiedo una bottiglia d'acqua fresca.
"Anch'io acqua, grazie." risponde il riccio. Trattengo una risata alla smorfia che Aaron non riesce a trattenere ogni qual volta che Edward parla. L'altro giorno l'ha definita voce sexy da ritardato.
Abbasso lo sguardo sul telefono aprendo l'allegato immagine inviatomi da Daffodil mezz'ora fa. È una foto di una delle sue cuginette, un vestito verde e rosa a coprire il corpo minuto da bambina. La descrizione dice : sembra una rana.
Sbuffo una risata e mi scatto una foto assumendo una faccia sconvolta. Edward mi guarda torvo.
"È Daffodil, è all'inaugurazione di qualcosa con i suoi genitori e niente, mi manda cose stupide." scuoto la testa.
Lui ridacchia e ruota il viso in direzione del mare.
"Oh a proposito.." mormoro "Scusa se ti ho minacciato di non farle del male l'altro giorno."
Accenno una risata imbarazzata e mi nascondo dietro le ciocche dei capelli.
"Daf è così." continuo "Sa come affezionarsi alle persone. Questo non era il caso. Però giuro che ci tiene e resta ferita anche lei, nonostante l'atteggiamento da osso duro che fa trasparire."
"Non l'avrei messo in dubbio." mi guarda "Con te, ad esempio. Si vede che ci tiene."
Curvo le labbra in un sorriso.
"È davvero speciale. Non è una cheerleader qualunque." sostengo il suo sguardo "Lo so cosa pensi di quel gruppo."
"La prima volta che abbiamo parlato abbiamo iniziato col piede sbagliato." ridacchia "Non era quello che intendevo fare."
"Allora ricominciamo." bisbiglio sollevando le sopracciglia.
"Ciao, piacere Edward." allunga la mano verso di me. La stringo divertita.
"Gwendoline." annuisco.
"Gwendoline, hai un nome incantevole." mormora senza sciogliere il contatto tra le nostre mani. Non può averlo detto veramente. Scoppio a ridere e ritraggo la mano portandola tra i miei capelli spettinati dal sole e dal sale.
"Grazie, sei molto gentile." scrollo il viso divertita e lo guardo. Il sole che tramonta taglia i suoi occhi verdi. Sembrano chiarissimi con questa luce. Le onde mosse leggermente lunghe dei suoi capelli sono disordinate sul viso magro. Lo sto fissando.
Saetto lo sguardo sul mare e mi schiarisco la voce riprendendo il respiro. Cosa sto facendo? Lo vedo con la coda dell'occhio distogliere anche lui lo sguardo leggermente divertito e sistemarsi al mio fianco.
Perché non l'ha mai visto prima? Quante persone ci sono in quella scuola di cui io non conosco l'esistenza e che invece potrebbero rivelarsi proprio quelle giuste? Butto giù la saliva e mi stendo sul telo in microfibra arancione.
Devo riferire ad Ethan che qualcuno mi ha detto Gwendoline, hai un nome incantevole.
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never too far
Romance"Non lo so.." sospira "Tu ci credi alle anime gemelle? Io ci credo. E sono convinto che in un modo o nell'altro uno si ritrovi. Anche solo per qualche secondo mentre vi incrociate da qualche parte, dieci anni dopo, con due vite completamente stravol...