ventotto

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Piego con cura le maniche della felpa mentre canticchio sotto voce le parole dei The Killers in Mr Brightside e la infilo nello zainetto giallo.
"Costume di ricambio, uhm, non credo farò il bagno ma ce l'ho, asciugamano, pochette emergenza, pochette donnina, felpa, cambio.." bisbiglio mentre controllo di aver preso tutto e chiudo la cerniera vagando per la stanza con lo sguardo in cerca del cellulare.
Aaron ha organizzato una giornata in onore dei vecchi tempi. Solo noi cinque. Niente questioni amorose. Niente feste piene di gente. Niente drammi da ragazzi. Solo noi cinque. Il mare. Ed il sole. Com'è sempre stato. E come sempre sarà.
Mi aiuto con la stampella per scendere le scale e raggiungo lo stipite della porta della cucina, da cui mi sporgo leggermente. Ethan sta addentando una quantità allucinante di pancakes inzuppati nello sciroppo d'acero mentre scrolla le notifiche sul cellulare.
"Hey!"
"Gesù, Gwen!" esclama "Mi ha fatto prendere un colpo."
"Uh chiedo scusa, sangue freddo." ridacchio "Io vado."
"Uhm." mugugna pulendosi la bocca con il tovagliolo chiaro "Fai attenzione, le hai prese le medicine per pranzo?"
"Sì." sbuffo una risata "Il mio pranzo."
"Non prendere troppo sole, okay? Non ti fa bene con.."
"Sì, Et, sì. Tranquillo." mi avvicino e gli lascio un bacio sulla guancia barbuta "Ti chiamo magari a metà giornata, va bene?"
"Va bene." annuisce e accarezza leggermente la mia testa "Divertiti."
"Farò del mio meglio." rispondo prima di sentire il clacson di Daffodil in lontananza. Sventolo una mano davanti agli occhi celesti di mio fratello e sorrido mentre zoppico fino alla macchina della mora che mi aspetta.
"Hey là!" grida dalla Jeep decapottabile "Bellezza!"
"Buongiorno." escamo ridendo mentre raggiungo il posto del passeggero e sistemo alla meno peggio la stampella nei sedili posteriori "Come ai vecchi tempi, eh?"
"Come ai vecchi tempi." ripete ridacchiando e sgasando la prima nella partenza. Scoppio a ridere e lei mi segue a ruota "Questa è stata intensa." esclamo.
"Decisamente." concorda. La guardo: occhiali da sole scuri, salopette di jeans da cui si intravede solo il costume a triangolo che le copre il seno, i lunghi capelli legati in una treccia scompigliata dal vento. Sorrido. "È bello riaverti con noi, Cameron." bisbiglia e alza il volume della radio.
"È bello essere tornata." ridacchio e alzo le braccia al cielo. L'aria me le sposta a suo piacimento. Non mi importa. Mi sento viva ed è fighissimo.

Butto giù qualche nocciolina mentre rido guardando Jackson insegnare pochi semplici passi di danza a Peter che lo imita alquanto contrariato. Walker ha sempre avuto più ritmo, niente da fare.
Il tempo è bellissimo, c'è giusto qualche nuvola che rende meno asfissiante il sole di mezzogiorno, vento giusto, oceano calmo. Bello essere a casa.
"Okay, ragazzi." mi volto verso Aaron e Daffodil che avanzano nella nostra nostra direzione armati di cestini e bibite fresche "Birra?"
Scuoto la testa "Prendo ancora un paio di pastiglie." imito la smorfia rattristita del moro "Però prendo volentieri la coca cola."
"Madame." mormora mentre mi allunga la lattina già accuratamente stappata e con cannuccia.
"Merci." fingo un accento marcatamente francese e ridacchio.
"Sei portata per le lingue." mi prende in giro Peter "Mi rifai l'accento alla Edward?"
"Che accento alla Edward? Tipo questo con un pizzico di gentilezza?" trattengo una risata.
"Ragazzi." ci richiama Daffodil "Facciamo un brindisi?" mugugna. Annuisco e allungo la Coca-Cola, loro le birre, verso un punto casuale più o meno al centro del piccolo cerchio che abbiamo formato.
"Alla nostra Gwenny." mormora la mora fingendo un tono solenne, mi trattengo dallo scoppiare a ridere "Che niente e nessuno è in grado di fermare." mi guarda sorridendo "Ti vogliamo così bene e siamo tanto, tanto, tanto contenti che tu sia qui."
"Owh.." mugugno e sorrido, mi sto emozionando? "Cin cin." annuisco "Crackheads."
Scoppiamo a ridere mentre ci attiriamo in un veloce abbraccio. Sono fortunata. Lo sono per davvero.

Socchiudo gli occhi mentre tiro un lungo sospiro al sentire il sole scaldare le mie ossa stanche. Quanto mi è mancato non vederlo solo dal vetro della finestra dell'ospedale. Aaron giocherella con i miei capelli, ho la testa appoggiata al suo petto. Affianco a lui Peter e Jackson stanno discutendo di qualcosa riguardante la pallanuoto. Daffodil, invece, scommetto si stia ungendo di olio abbronzante. Non riesco a vederla ma ne sento l'odore di cocco chimico da qua.
Mi sembra di essermi risvegliata da più di un coma. Ora mi sembra di sentire tutto di più. Ci sono state infinite giornate così. Uguali. E non mi sono mai resa conto fino in fondo di quanto io sia fortunata. Di quanto sia fortunata ad essere circondata da solo belle persone. Che mi amano. Per quanto mi facciano incazzare, per quanto io non voglio che si preoccupino o si intrufolino nei miei pensieri senza che io lo voglia. Mi amano. Ed io amo loro. E non posso immaginare di separarmici. Se con la mente vago fino alla prossima estate e al momento in cui dovremo dirci addio, semplicemente piango. Tremo. E piango.
"Lo sapete che vi amo, ragazzi, no?" mormoro. Sento Jack e Per interrompere il loro discorso, forse anche Daf nell'intento di spalmarsi l'unguento, Aaron non gioca più con i miei capelli.
"Certo che lo sappiamo, Cameron." mormora Jackson. Apro un occhio e mi giro a guardarlo "E noi amiamo te."
"E promettete che troveremo sempre un momento per vederci?" mugugno. Peter ha un sorriso smagliante stampato sulla faccia da stronzo. Vorrei prenderlo a sberle per quanto è bello e tenero in questo momento.
"Prometto." dice poi, gli occhi azzurri sui miei.
"Prometto." lo segue Jackson allungando il pugno nella sua direzione. Si unisce anche Aaron, mentre sento il petto tremare per la sua voce che pronuncia "Prometto."
Curvo le labbra in un sorriso e mi tiro su a sedere, la mia migliore amica è in piedi poco distante da noi, si avvicina mantenendo l'equilibrio, china sulle ginocchia. Mi guarda, poi guarda gli altri "Prometto."
Allunga il pugnetto e la imito a ruota, ho il cuore che esplode di gioia e gratitudine "Prometto."
Ho appena confessato di amarli. È il momento di un'altra confessione?
"Che sdolcinatezza." mormora Peter prendendo un altro sorso di birra "Ew."
"Non credo esista quel termine." ridacchia Jackson al suo fianco.
"Certo che esiste." ribatte il moro "L'ho appena inventato, nel caso."
"Certo, Collins, certo."
Li guardo battibeccare e penso a lui.
"Ragazzi.." mormoro attirando la loro attenzione "Ho una confessione da fare."
Guardo Jackson addentare una fetta di anguria e rimanere a mezz'aria con la bocca piena, Peter stringere il vetro della birra tra le mani, Aaron le labbra socchiuse da cui esce flebile il fumo della sigaretta che ha appena acceso, Daffodil abbassare leggermente gli occhiali da sole dalle lenti allungare verso l'esterno e saetta gli occhi scuri su di me.
Come lo dico? Forse mi piace un ragazzo? Forse mi interessa qualcuno?  Forse con Edward c'è un pochino di più di un'amicizia? Guardo Daffodil.
Lui mi sembra veramente preso.
E se fosse vero? Se fosse veramente preso da lei? Se si sentisse solo in colpa? Se i girasoli, i pomeriggi passati in ospedale a giocare con i miei capelli ed io con i suoi, con la chitarra o l'ukulele, a cantare cant take my eyes off of you. Se fosse solo un modo per espiare i suoi peccati e cancellare i sensi di colpa?
"Cameron?"
Riporto gli occhi su Jack che ha appena attirato la mia attenzione pronunciando il mio nome. Sento le mani sudare esageratamente, butto giù la saliva.
"Ho vinto il concorso di scrittura e sabato prossimo ho la premiazione." tiro un sospiro di sollievo e curvo le labbra con uno sforzo "Pubblicheranno il mio racconto sul loro numero di Settembre."
"Gwennyyyy!" Daf cinguetta e mi getta le braccia al collo "Ma è fantastico."
"Lo so." ridacchio e ricambio l'abbraccio. I ragazzi probabilmente lo sapevano già, Edward ha ammesso che Ethan gliel'aveva spifferato l'altra sera.
"Sono così fiera di te." mugugna sulla mia spalla "Fierissima."
Sorrido di cuore e la stringo un po' di più. Non è ora delle confessioni. Non è il momento.

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