quarantuno

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Andare a scuola oggi è veramente difficile. Vorrei evitare, ad ogni costo, ma non posso. Ho già fatto troppe assenze per i miei standard e ho il compito di linguistica generale, per cui ovviamente ho studiato pochissimo ma saltarlo peggiorerebbe solo le cose. Controllo per l'ennesima volta il telefono, privo di notifiche, mentre infilo il cappotto marroncino e subito dopo la borsa di tela sotto alla spalla. Non mi stupisco che Edward non mi abbia risposto. Ho combinato un casino allucinante, non lo biasimo.
"Vuoi un passaggio a scuola?" guardo mia madre indossare un cappotto del mio stesso identico colore e per poco non sbianco.
"No." sbuffo mentre mi verso una tazza di caffè "E poi dovrei cambiarmi."
"Perché?" sorride mentre sta impacchettando il pranzo in un contenitore rosa porcellino.
"Perché facciamo ridere." alzo gli occhi al cielo e finisco il caffè in pochi sorsi.
"Invece siamo bellissime, facciamo una foto che la mando a papà." ride "Dai Gwenny, che è questa faccia? Hai litigato con il fidanzatino?"
Saetto gli occhi sui suoi "Beh?" mi guarda "Pensi che sia cieca, sorda o senza olfatto?"
Alzo un sopracciglio senza spiaccicare parola.
"A parte che nella tua camera c'è sempre un profumo buonissimo e non sei tu perché è da uomo." infila anche lei la borsa sotto la spalla "Poi si vede, Gwenny, sei sempre brillante."
"Smettila subito." mi avvio verso la porta di casa con lei che mi segue.
Squittisce "Dimmi chi è."
"Nessuno." borbotto "Non ho nessun fidanzato."
"Ohh che luna storta!" saliamo in macchina "Però vedi che lo vuoi il passaggio."
"Solo perché Daf ha la macchina a riparare e Aaron non ha posto." grugnisco leggermente mentre la vedo sorridere.
"Tanto lo scopro." annuisce "Invece, Edward? Siete sempre insieme a mensa."
"Sono con tutti a mensa."
Inchioda di colpo e si gira a guardarmi "Per quale motivo Gwendoline devi sempre raccontare delle bugie?!" esclama "Ethan non l'ha mai fatto. Perché tu devi sempre essere così falsa ed ipocrita? Lavoro in quella scuola tutto il giorno, pensi che non vi abbia visti sbaciucchiarvi nei corridoi? A mensa? Nel cortile? Sgattaiolare mano nella mano dopo lezione?!"
Lo sapevo che era una trappola quella del passaggio. Ora sono bloccata, ha anche messo la sicura alla porta. Odio la mia vita e odio me stessa.
"Perché se lo avessi detto, cosa sarebbe cambiato?" mugugno "Niente. Avresti dato di matto."
Sbuffa frustrata "Perché è un delinquente, Gwen. E non fa bene per te."
Rilascio una risatina ironica "Questo non lo sai."
"Sì, Gwendoline, lo so. Perché si dà il caso che tu ieri abbia fallito il tuo test per la Northwestern." si volta a guardarmi, siamo ferme in mezzo alla strada "E abbia ricominciato a farti quei segni sui palmi." rivolto le mani sul dorso e la nascondo dentro le tasche del cappotto "E tutto da quando? Da quando hai cominciato ad uscire con lui. Non dire che non è vero."
"Non sai niente tu di questo." bisbiglio "E non sai niente di lui."
Mi trattengo per non stringere i pugnetti e cerco di respirare a ritmo costante. In questa macchina mi sembra di soffocare.
"Invece lo so bene." annuisce "Quelli come lui ti rovinano la vita. O ti mettono incinta."
"Non sai nemmeno di cosa stai parlando." incrocio le braccia al petto "Da quando poi ti interessa se mi faccio del male? Sono vent'anni che succede e non hai mai fatto niente per aiutarmi se non dirmi piantala di fare la melodrammatica. Come se autolesionarmi sia una mia scelta personale e non qualcosa che non so controllare." sto per piangere "Fammi scendere dalla macchina."
"Gwendoline." mi richiama "Sta' lontana da Edward. Ti ha già fatto finire in ospedale una volta, non ripetiamo la storia va bene?"
"Lasciami." la guardo "Andare."
Sblocca la sicura e in pochi secondi sono fuori. La sento sgasare in strada mentre prendo a camminare veloce in direzione scuola. Non piangerò. Non per lei.

Guardo Edward seduto qualche banco più avanti mentre nella mia testa tabula rasa completamente di ciò che il compito in classe sta richiedendo. Improvviserò. Il riccio si gratta leggermente la testa con la punta della biro. Saprà ovviamente tutto. Lascio cadere la testa sulla mano aperta e rilascio un sottilissimo sbuffo prima di piazzare ancora qualche crocetta casuale e alzarmi per consegnare appena sento la campanella riecheggiare nel corridoio. Raduno le mie cose tenendo d'occhio da lontano il banco di Edward. Lo guardo consegnare il compito e sfrecciare via dall'aula con la tracolla sulla spalla.
"Ed." bisbiglio "Hey, devo parlarti."
"Devo finire di preparare una cosa, non posso." non mi degna neanche di uno sguardo. È incazzato nero.
"Ma è pausa-pranzo.." mormoro.
Sospira "Appunto."
"Okay.." annuisco "Dopo educazione fisica?"
"Gwen, non ho davvero voglia di parlarne." si ferma ma continua a guarda altrove "Lasciami stare, ti prego."
Cerco i suoi occhi "Te lo chiedo per favore, Edward, non voglio stare così."
"Nemmeno io." bisbiglia "Ma è un po' tardi adesso."
Mi sorpassa in direzione del suo armadietto. Ha la mascella contratta e la fronte leggermente aggrottata. Non so cosa fare. Resto ferma a guardarlo allontanarsi prima di venire spintonata da qualcun'altro.
"Ciao bellissima." sorrido leggermente a Peter "Com'è andato il compito?"
"Una merda." sbuffo.
"E il test di ieri?"
Lo fulmino con lo sguardo e lo vedo spalancare gli occhi azzurri prima di portarsi una mano sulla bocca "Ouch." mormora "Scusa."
"Dove sono gli altri?" domando.
"Aaron a casa, aveva il dentista." annuisce "Jack e Daf avevano il laboratorio di arte, Marissa non lo so ed Edward dovresti saperlo tu."
Gli rivolgo di nuovo un'occhiatina in cagnesco e digrigno i denti sbuffando "Owowowow che succede, principessa? Che ho detto adesso?"
"Niente, Pet, sta' zitto che è meglio." borbotto entrando in mensa.
"Hey, scusa, avete litigato?" la sua mano indugia sulla mia spalla, ci poso la mia sopra e la accarezzo leggermente.
Sospiro "Sì, scusa." mentre mi siedo di fianco a lui.
Daffodil e Jackson prendono posto di fronte a noi, alzo gli occhi verso di loro "Non ho dormito, il test alla Northwestern é andato di merda e ho anche dimenticato di inviare l'essay personale perché dopo aver fatto la prova ho spaccato il computer contro la scrivania." mi osservano zitti, staranno pensando che pazza esaurita "E come se non bastasse ho litigato con Edward dopo tutto ciò e con mia madre stamattina in macchina, impazzita.." scuoto il viso "È proprio una giornata di merda."

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