quarantatré

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Chiudo la zip della gonna scozzese e ci sistemo il maglioncino oversize rosso sopra. Daffodil mi ha aiutata a scegliere l'outfit natalizio perfetto per la cena di Natale a casa Styles/Jones e ha giudicato questo abbinamento quello migliore. Mi fido. Infilo gli anfibi mentre rido per il selfie che Edward mi ha appena inviato, evento più unico che raro, e salvo subito la foto in galleria. Ricevere segnali di vita attraverso un telefono è una cosa da ricordare per quel ragazzo.
Corro letteralmente al piano di sotto, sono già in ritardo. Devo ricordarmi di prendere il vino, mi appunto mentalmente, mentre stringo il cappotto chiaro tra le mani.
"Io vad-" mi blocco sul posto quando vedo i miei genitori seduti al tavolo in sala da pranzo ed Ethan in piedi in mezzo alla stanza, tra le mani una valigia.
"Ma." mormoro "Hey!" esclamo allargando le braccia. Stringo mio fratello che ridacchia "Buon Natale trappola."
"Ma che ci fai qua?!" mugugno "Non me l'hai detto!"
"Volevo farti una sorpresa." mi allontana leggermente e sorride "Ma che fai? Esci?"
"Vado a cena da Edward."
Curva le labbra in un sorriso vispo e fa ballare leggermente le sopracciglia "Ahh, Edward."
Saetto lo sguardo suoi miei genitori "E voi lo sapevate."
"Sì." mia madre indossa un tubito rosso, è incredibilmente volgare ed inguardabile "E ti avevamo anche detto che non ci saresti andata."
"Mamma." Ethan bisbiglia.
"No, Et." scuoto la testa "Lascia perdere. Gli ho dato conferma, hanno preparato anche per me e ci andrò. Fatevene una ragione perché il vietarmi di vederlo non vi porterà a nessuna conclusione." sbuffo una risata "Le storie d'amore finiscono senza bisogno di intervenire. Quando e se sarà il momento, smetteremo di vederci. Adesso, l'unica cosa che voglio fare, è stargli accanto."
Mio padre grugnisce qualcosa a capotavola. Lo guardo in cagnesco. Li odio con tutta me stessa. Sono cresciuta senza avere un'idea di amore che non coincidesse con quella finta ed ipocrita di mia madre, un qualcosa che non esiste, di cui bisogna accontentarsi.
"Gwendoline." guardo mia madre "Siediti e mangia. Adesso."
"Mamma, perché lo fai?" mugugno "Perché?" sono esausta di questa lotta "Lo sapevate benissimo."
"C'è anche tuo padre." afferma "E tuo fratello. Ceniamo come una famiglia. Quella non è la tua. Questa è casa. Dopo cena potrai fare quello che vuoi. Ora, per favore, ti chiedo di dare il cappotto a Dorothy e venirti a sedere."
Inspiro ed espiro più volte cercando di non farmi del male. Tengo i pugni saldi ma senza infilarmi i palmi. Ho imparato. Posso farcela. Cerco gli occhi chiari di Ethan e ci affogo tutte le energie negative. Lo faccio solo per lui. Per nessun'altro.
"Lo faccio solo per Ethan." borbotto prima di voltare le spalle.
"Dove credi di andare signorina?! Hai sentito cosa ho detto?!" la donna mi affera il polso con una mano strattonandomi. Mi sta facendo male.
"Lascia almeno che lo avverta." dico tra i denti "Gliel'avevo promesso."
Gli occhi truccati mi fissano.
"E mi stai facendo male."
"Mamma." il biondo la richiama "Lasciala stare."
Molla la presa. Le riservo un'occhiataccia prima di impugnare il telefono e digitare velocemente un messaggio di scuse il più sincero possibile. Bene, sua madre mi odierà già e non mi sono nemmeno ancora presentata.

Dire che mi è rimasta la cena sullo stomaco sarebbe un eufemismo. Non abbiamo parlato di nient'altro se non della mia fallimentare prova d'ingresso alla Northwestern, ignorando completamente i brillanti risultati del diploma di Ethan o del fatto che stia già facendo lo stage. Ma ignorando soprattutto la mia condizone psicologica. Sembrava quasi di vedere mia madre soddisfatta. Come per dire io te l'avevo detto. Sto per vomitare. Non perché l'arrosto di Dorothy non fosse commestibile. Ma perché l'hanno reso avvelenato loro.
"Trappola."
Alzo gli occhi su mio fratello alla guida, sì è offerto di portarmi da Edward "Sono felice che tu sia rimasta."
"L'ho fatto solo per te." annuisco "Non ti avrei lasciato da solo in mare con quei due squali."
Ridacchia e allunga una mano sul mio ginocchio "Ti devo ringraziare infatti. Come va con lui?"
"Mah.." sospiro "Alti e bassi. Però va sempre bene alla fine." sorrido anch'io imbarazzata e giro il viso a guardarlo "Sono felice di aver aspettato tutti questi anni da una parte. Anche se non ho esperienza. Però lui penso sia davvero una persona magnifica."
Ridacchia "Dai scemo, non prendermi in giro!" lo riprendo "Mi piace un sacco."
"Da quant'è che state insieme?" domanda.
"Mhhh." mi gratto la testa "Dalla tua laurea? Non lo so a dire la verità. Non abbiamo mai parlato di anniversari o cosa simili.."
"E.." si schiarisce la voce mentre ferma l'auto proprio davanti casa sua "Avete già.. Insomma, siete già arrivati a quel punto della faccenda?"
"Ethan!" esclamo "Fatti i cazzi tuoi!"
"Stavo solo chiedendo!" alza le mani in sua difesa "Non ti aspettare di poter chiedere alla mamma se ti farà male o altro!"
"Lo chiederò a Daf!" stiamo urlando.
"Okay!"
Prendo la scatola regalo Natalizia contenente le bottiglie di vino e guardo di nuovo il biondo "Fa male?" bisbiglio.
"Chiedi a Daf." mi fa il verso.
"Ethan, ti giuro che te le do."
Ridacchia "Sì, Gwen, può fare male. Sono stato la prima volta di due ragazze ed entrambe le volte hanno detto di aver sentito male. Ma è normale. È una cosa che col tempo poi passa. Ci va esperienza, più ne fai, più piacevole è il risultato."
"Sei proprio un pervertito!"
"Ma che ho detto." si difende "È così, Gwen. Ma non devi avere paura di niente. Viene tutta da sé, te lo giuro. Poi.."
"Poi?"
Si schiarisce la voce "Sono sicuro che Edward non ti farà nessun tipo di pressione. E starai benissimo. Devi solo rilassarti quando sarà il momento. Se sei rilassata, è molto meglio. Per tutto. Fa meno male, c'è più lubrificazione, rilasci.."
"Va bene va bene." annuisco "Ho capito."
"Ma non devi scandalizzarti trappola, scopano tutti."
"Sì ma.."
"Dici che succederà stasera?" fa ballare le sopracciglia e mi lascia un pizzicotto sul fianco "Resti a dormire qui, direi che le possibilità sono alte."
"No è che... Stiamo insieme da poco ed io.." tentenno "Bisogna aspettare."
"Bisogna?" chiede "Bisogna perché chi va a letto con uno dopo due mesi è una troia oppure bisogna perché tu non ti senti pronta?"
Schiudo le labbra ma senza dire niente.
"Gwen, non importa cosa siete, da quanto, quante etichette avete, se vi siete già detti ti amo. È una cosa naturale. Quando è il momento, è il momento. Non puoi programmarla."
Sospiro rumorosamente e lo abbraccio d'istinto "So che fa paura. Ma è bello proprio per questo."
"Grazie." mormoro "Grazie davvero. Ti voglio bene, lo sai?"
"Lo so." annuisce "Perché è ricambiato. Ora però scendi da questa macchina perché sono distrutto e vorrei solo dormire."
"Buon Natale, Eti." bacio la sua guancia prima di uscire dall'auto e sventolare una mano nella sua direzione. Avanzo verso la porta, abbellita da una ghirlanda, che si apre subito senza bisogno di suonare il campanello. Mi stavano spiando dalla finestra?
"Heeeeey!" Edward biascica leggermente e bacia la mia guancia, è ubriaco? Indossa una camicia bianca, appena sbottonata sul petto. Sto per svenire sul lastricato di casa sua.
"Mi dispiace infinitamente, Ed, non hai idea io.." sbuffo "Li odio." lo abbraccio "Scusami davvero."
"Non preoccuparti." mormora "Tu come stai?"
"Una merda."
Si allontana leggermente e mi stampa un lungo bacio sulle labbra "Mi dispiace."
"Dispiace a me." scuoto la testa "Mi fai entrare o no?"
"Mamma non vede l'ora di conoscerti." ridacchia "E brava che hai portato il vino, il nostro l'abbiamo già finito tutto."
Scoppio a ridere e stringo la sua mano mentre lascio che mi guidi in casa. Abbasso lo sguardo sulle nostre mani intrecciate. Sono perfette e lo so. Lo so che lo amo.

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