Non ho chiuso occhio. Un po' perché ho dovuto alzarmi più volte per paura di dover vomitare, finendo ovviamente seduta vicino alla tavoletta del cesso senza intenzione di rigettare nemmeno uno sputo dell'alcol che ho ingerito. Un po' perché non riesco a smettere di pensare di aver baciato Edward. Anzi, di aver dato il mio primo bacio. E per di più al ragazzo che mi piace. Mi porto le mani sul viso, non so se ridacchiare o piangere. Devo assolutamente parlarne con gli altri.
Mi alzo dal letto e filo in doccia mentre nella cassa sento le note di Good As Hell di Lizzo strimpellare e sbuffo una risata. Se c'è una cosa oggi che non mi appartiene è l'autostima. Mi sento uno straccio. E ho paura di aver appena lanciato il mio cuore dal piano più alto di un grattacielo. Ora è in volo. Ma so che può schiantarsi e frantumarsi da un momento all'altro. Mi stringo nell'accappatoio mentre navigo con lo sguardo in cerca di qualcosa di decente da indossare, oggi piove e fa un freddo cane. Opto per jeans a palazzo, top e felpa, indosso tutto dopo aver asciugato velocemente i capelli con un colpo di phon. Ho paura per la reazione dei miei amici. Se Aaron dovesse dare di matto? Sembrava essersene fatto una ragione per la storia dell'incidente, ma per un bacio? Infondo mi ha lasciato con un dammi tempo , se glielo do che succede? Non nego di pensare ad un futuro in cui ne avrà avuto abbastanza, di tempo. Sospiro pesantemente mentre mi passo le mani sul volto sfatto come il letto su cui mi sono appena lasciata cadere. E Daffodil? Ho davvero paura di incasinare le cose. Tra di loro non c'è più niente da tempo. É stato solo un bacio in fin dei conti. Lo dicono anche i The Killers che ora stanno suonando nella mia cassa grigia Mr Brightside.
It was only a kiss
Nessuno verrà a saperlo. Almeno per il momento.Arrivo a casa di Aaron con la felpa zuppa. Il tragitto macchina-porta d'ingresso ha affogato il poliestere grigio e ora sono tutta un brivido. Se prendo la febbre giusto per iniziare scuola, il moro pagherà i miei danni. Scuola. I miei pensieri sono stata talmente affollati da due occhi verdi, labbra rosee, tono basso e capelli ricci scuri da non aver nemmeno realizzato che domani inizia ufficialmente il mio ultimo anno. Prendo un grande respiro mentre sento una leggere ansietta farsi spazio nel mio stomaco.
"Giorno." mormoro mentre faccio il mio ingresso in casa Collins, Peter sorride da dietro la porta.
"Gwen, che hai fatto? Sei venuta a piedi?" domanda sbuffando una risata "Ti eri dimenticata di farti la doccia?"
"No sta solo diluviando e non potevo entrare in casa con l'auto." sbuffo e incenerisco gli occhi chiari di Peter.
"Oh chiedo scusa." mormora "Luna storta?"
Scuoto la testa e lo seguo su per le scale "No." sospiro "Scusa. Ho dormito poco e male."
"Già." annuisce ridacchiando.
"Che c'è?!" lo richiamo spazientita "Finiscila, Peter, per favore."
"Ma non ho nemmeno iniziato." ghigna e mi pizzica la guancia tra pollice ed indice. Grugnisco innervosita mentre varco la soglia della camera di Aaron. Lui e Jackson sono davanti al maxi schermo a giocare a qualche videogioco, Daffodil sfoglia un Vogue a pancia in giù sul letto dalle lenzuola scure, Peter, prima dietro di me, sta cercando nell'armadio di Aaron una felpa asciutta per me. Sorrido, è un quadretto di famiglia bellissimo.
"Oooo ecco la nostra spugnetta!" guardo il moro e sollevo un sopracciglio "Spugna perché ieri hai assorbito tutto l'alcool in casa di William."
"Questo non è vero, Aaron." allungo l'indice nella sua direzione mentre mimo un grazie a Peter che mi ha appena passato la felpa che indosso subito, dopo essermi liberata di quella zuppa.
"Invece è vero." ride la mora "Hai ballato sul tavolo del beerpong."
Sgrano gli occhi mentre prendo posto sul divanetto-pouf ai piedi del letto insieme a Peter "Questo è un dettaglio che non ricordo." ridacchio mentre mi accoccolo sotto la spalla del ragazzo.
"Io sì." lo sento mormorare
"Ah sì?"
"Uhm uhm." sogghigna. Scuoto la testa e torno a guardare davanti a me.
"Quali altri dettagli ricordi?" mi riprende Aaron.
"Ehmm, che hanno lanciato William in piscina.. Devo averti detto che la panna della torta mi ricordava i tuoi capelli." li sento ridere di gusto, sono esilarante quando sono ubriaca "E poi ho visto Peter pomiciare con Martha, la ragazza francese dello scambio cultura che vive a casa di William."
Ruoto la testa della sua direzione e punzecchio leggermente il suo fianco sinistro. Si scosta mentre mi lascia una manata tutt'altro che gentile in pieno viso.
"Stai zitta." mugugna "Dai, non ricordarmelo."
"Non ti è piaciuto?" domando.
"Ero ubriaco anch'io." si difende.
"Però ti ricordi come l'hai limonata in pubblico?" lo riprende Aaron, una mezza risata "Perché io sì."
"Ha l'apparecchio e aveva un po' di pizza incastrata." si spiaccica una mano sul volto imbarazzato "Che orrore."
"Ewwww." urliamo all'unisono io e Daf "Che schifo."
"Poverina." continuo "È brutto avere l'apparecchio."
"Sì però anche limonare pizza masticata lo è." continua Aaron.
"Povero Pet." mugugno mentre mi allungo per baciargli la guancia.
"Sì, dai, Cameron." sbuffa mentre si divincola. Ridacchio.
"Non sei l'unico ad essersi dato da fare."
Saetto lo sguardo su Jackson, troppo impegnato a giocare a calcio sulla PlayStation per potermi guardare "Vero Gwenny?"
"Oh uhm." tossisco mentre sento la bocca seccarsi e il cuore accelerare. Non lo sta per dire.
"Cosa?" esclama Aaron distogliendo lo sguardo dallo schemo. Il joystick non fa più rumore, hanno smesso entrambi di giocare.
"Non.." balbetto mentre vorrei solo essere inglobata dal pouf in cui sono seduta.
"Me l'ha detto Mari." annuisce "Ha dato il primo bacio e non ce l'ha detto."
"Che stronza!" sento urlare Aaron. Guardo Daffodil, lo sguardo fermo sul giornale. Non sta leggendo, sta aspettando che scoppi la bomba.
"Jack.." lo imploro, non può sentirmi però, i ragazzi ridacchiano e fischiettano. Voglio scomparire.
"No, io." mugugno "Non è-.. Non è successo niente."
"Ma con chi?!" domanda Aaron. Lo guardo. Cala il silenzio.
"Oh cazzo.." Peter bisbiglia al mio orecchio. Una manciata di secondi e mi alzo cercando di placare la mora che tira dritto per le scale, non so dove stia andando. Mi volto a guardare Jackson, alzo le braccia e schiudo le labbra ma non esce niente se non un sospiro frustrato.
"Gwen, dio, scusa." mormora. Scuoto la testa e guardo Aaron "Non ti conviene andarla a cercare adesso." mi avverte e abbassa lo sguardo.
"Mi spiegate qual è il problema?!?!" sbotto, letteralmente, mentre guardo il moro "Cos'ha che non va Edward?"
Guardo i suoi occhi ambrati in cerca di risposte.
"Non è lui il problema." bisbiglia. Scuoto la testa interrogativa. "Parla con lei."
Sbuffo e sgattaiolo via dalla camera mentre urla il nome di Daffodil a gran voce per la casa deserta.
Guardo la porta del giardino sul retro leggermente socchiusa. La vedo dalle grandi vetrate del salotto, stesa per terra, nel prato, sotto la pioggia fitta.
"Daf!" esclamo "Daf, hey, che cazzo stai facendo?!" la richiamo scuotendo la testa "Vieni dentro e parliamo per favore."
Non si muove dalla sua posizione. Mi mordicchio l'interno guancia prima di correre e sdraiarmi accanto a lei. Se bisogna romanticizzare la propria vita, tanto vale farlo bene.
"Mi dispiace." mormoro "Io.. Pensavo non ci fosse più niente tra di voi."
Non mi risponde. Cerco di guardarla anche se le secchiate d'acqua su di noi lo rendono difficile, ha gli occhi chiusi, le braccia spalancate inerti sul prato.
"È stato solo un bacio." alzo la voce per farmi sentire oltre la pioggia "Un singolo bacio."
"Non succederà più niente tra di noi, promesso." le stringo la mano "Non sarebbe successo comunque, lui ha ricambiato il bacio ma mi ha detto che non è il momento."
Alza la testa e mi guarda. Il mascara è colato giù per le guance abbronzate "Tu pensi che il problema sia Edward?!" urla "Pensi che mi piaccia lui ed io sia gelosa di voi due?!"
La guarda senza sapere cosa dire. Intorno a noi solo acqua.
"Non so cosa pensare Daffodil, se non me lo dici tu."
Si lascia cadere sul prato, mi faccio più vicina mentre scioglie il contatto tra le nostre mani per portarsele sugli occhi.
"Passiamo la vita a raccontare cazzate e ad ascoltare le cazzate degli altri." sbuffa una risata "Poi le mie, di cazzate, non le ascolto nemmeno io."
"Daffodil.."
"Invece la vita vola, Gwendoline, oggi siamo qua e pensiamo di vivere per sempre ma ti rendi conto che sei viva per miracolo?!" sospira "E noi pensiamo ancora alle conseguenze prima di agire. Ci tratteniamo, non facciamo tutto quello che vogliamo fate perché pensiamo di avere tempo, abbiamo paura ma invece non ce n'è tempo, Gwen, non c'è un cazzo di tempo ed io stavo per perderti senza.." si tappa la bocca, sta per piangere. Ha ragione. Ha spaventosamente e fottutamente ragione.
"Daf, hey." la richiamo tirandola per le mani, si mette a sedere di fronte a me.
"Vorrei fare tantissimo una cosa, Gwen, adesso." mi guarda.
"Falla." annuisco "Falla perché non c'è un cazzo di tempo."
Non ho tempo da darti, Edward. Non posso dartelo perché non ne ho.
La mora allunga le mani sul mio volto stanco, lo guardo interrogativa mentre mi si mozza il fiato in gola nel momento in cui stampa le labbra sulle mie. Anzi, sento anche la lingua premere sui miei denti serrati. La allontano bruscamente mentre sgattaiolo via dalla sua presa, gli occhi sgranati e il cuore in gola.
"Ecco." ridacchia "Mi sono lanciata ma non si è aperto il paracadute."
Mi allontano ancora mentre mi porto una mano sulla bocca. Lei mi guarda senza dire niente prima di tirarsi su e correre via. Resto lì sotto l'acqua per una quantità indefinita di tempo finché sento la voce di Aaron riportarmi sulla terra, anzi, in particolare nel salotto di casa sua con una tuta asciutta e una coperta. Tutto questo tempo Daffodil mi ha sempre vista come piu di un'amica ed io non me ne sono mai accorta?Soffio sulla tazza di tè che Jackson mi ha allungato pochi minuti fa e mi stringo nelle spalle. Non è stata una brillante idea stendersi nel prato a prendere la pioggia. Ho un freddo allucinante e mi sento la febbre salire. Ma la febbre forse non è dovuta a quello. Sospiro pesantemente.
"Lo sapete che è grave?" mormoro guardando i tre ragazzi davanti a me "È una situazione di merda e il fatto che tu, Aaron, lo sapessi rende tutto ancora peggio."
"Gwen, cazzo, mi dispiace." mormora mentre si piazza davanti a me in ginocchio "Mi dispiace sul serio, ho provato a reagire come un geloso psicopatico e cercare di farti allontanare da lui per non ferire Daffodil, Però non potevo davvero dirtelo."
"Così sono rimasta ferita io." abbasso gli occhi verdi sul liquido scuro nella mia tazza.
"Ma da quanto l'ha capito?" chiedo.
"Ultimo anno.."
"Ma tutti i ragazzi? È andata anche a letto con Ed io.."
"Aveva paura di ammetterlo. In primis a se stessa, e poi dirlo a te ovviamente."
Mi porto una mano sul viso "Sono una scema." scuoto la testa "Sono una scema vera e propria. Ce l'avevo sotto gli occhi, non me ne sono mai accorta. Adesso starà malissimo ed è solo colpa mia."
"Gwen, hey." Peter allunga una braccio sul mio ginocchio "Non è colpa tua se non ricambi l'interesse. E nemmeno se hai baciato Edward. È complicato. Ma non ci sono colpe. La risolveremo, insieme."
"Ragazzi, vi prego però." li guardo "Da quando ci teniamo i segreti per noi?"
"Tu ci hai mai detto che fossi innamorata di Edward?" gli occhi chiari indugiano su di me "Io ovviamente avevo capito tutto perché non sono un idiota come voi e sono un ottimo osservatore."
"Ho paura che tutto ciò abbia compromesso le cose. Tra me e Daf, tra di noi.." sospiro mentre sento gli occhi riempirsi di lacrime "Che cazzo devo fare io adesso?"
Poggio la tazza sul tavolino e porto le mani sugli occhi. Sento i tre chinarsi su di me e stringermi leggermente. Scoppio a piangere e mi lascio cullare. Daffodil é innamorata di me. Da mesi. Ed io non me ne sono mai accorta.
Prometti che sarò sempre la tua prima scelta.
Stringo tra le mani il braccialetto di filo intrecciato che ha con cura realizzato lei per un Natale di un bel po' di anni fa e che indossa ognuno di noi mentre penso alla canzone che mi ha dedicato.
Hold on I still want you.
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never too far
Romance"Non lo so.." sospira "Tu ci credi alle anime gemelle? Io ci credo. E sono convinto che in un modo o nell'altro uno si ritrovi. Anche solo per qualche secondo mentre vi incrociate da qualche parte, dieci anni dopo, con due vite completamente stravol...