trentasei

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Mi guardo più volte riflessa nello specchio dei bagni. Una ragazza più piccola esce da una delle tante porte laccate in rosso e mi guarda abbozzando un sorriso. Ricambio mentre fingo di sistermarmi i capelli mentre in realtà sto solo osservando il mio riflesso tentando di capire se sia abbastanza carina per Edward. Ho studiato cosa indossare tutta la notte, nemmeno il fuso orario di qualche ora è riuscito a fermarmi. Stiro con le mani il tessuto della mia gonna preferita, quella quadrettata beige, e sistemo meglio il colletto della camicia che spunta da sotto il gilet di cotone marrone. Mia mamma uscendo di casa mi ha riservato un'occhiata sprezzante ed un commento poco carino riguardo il mio abbigliamento, ma me lo sono già dimenticata. A me piace da impazzire. Prendo un respiro e spingo la porta chiara prima di imboccare la via del corridoio semi vuota e abbandonare l'edificio alle mie spalle. L'aria di ottobre si sta già facendo sentire, infatti ho dovuto indossare i collant e ciò significa che l'autunno sta davvero arrivando, anzi, è già qui. Mi guardo intorno e lo noto subito, è appoggiato alle transenne che delimitano l'ingresso, braccia incrociate, indossa una felpa verdone, jeans scuri. I capelli ricadono morbidi sulle spalle. Ridacchia nel vedermi e l'unica cosa a cui riesco a pensare è: lo devo fare.
Accelero il passo nella sua direzione mentre cerco di non inciampare negli anfibi scuri e allungo le braccia verso di lui, le mani sulle sue guance e i piedi sulle punte per raggiungere la sua altezza. Premo le mie labbra sulle sue, gli occhi chiusi stanno sognando mentre sento le sue mani posarsi sui miei fianchi e le sue labbra rilasciare una risatina sulle mie. Sono farfalle quelle nel mio stomaco o è semplicemente voglia di spuntino di metà pomeriggio?
Gwendoline Cameron, chi l'avrebbe mai detto?
Mi stacco a malincuore mentre riprendo il fiato che non mi ero accorta di aver trattenuto e cerco i suoi occhi. Sorridono.
"Wow." mormora.
"Come vedi, non ho cambiato idea." sono leggermente imbarazzata?
"Ne sono felice." mi accarezza i capelli, sistemandoli meglio dietro le orecchie. La mano destra è ancora ferma sul mio fianco.
"Anch'io." annuisco "Non sai quanto."
"Più di quanto lo sei stata quando Flynn ti ha rifilato quella sfilza di complimenti ed occhiatine per il tema?" solleva leggermente le sopracciglia mentre porta entrambe le mani all'altezza della mia vita. L'avevo immaginato tante volte questo momento ed è una sensazione incantevole. Mi sento a casa.
Aggrotto la fronte e lo schiudo leggermente le labbra prima di puntargli un dito al petto "Sei per caso invidioso delle mie doti?"
"Uhm, beh." ridacchia "Devo ammettere che me la cavo piuttosto bene anch'io con le parole."
"Allora sei geloso perché Flynn mi adora."  mi mordo l'interno guancia mentre lo osservo.
"Mhh forse un pochino geloso."
"Ah!" rido "Lo hai ammesso, quindi?!"
"Non sono io quello ad avere problemi nell'ammettere le cose." curva le labbra in un'espressione furba e mi punzecchia un fianco prima di recuperare la tracolla e incamminarsi verso l'uscita.
"Ti stai per caso riferendo a me?" lo accuso mentre seguo i suoi passi afferrando i lacci dello zaino sulle mie spalle.
"Non mi riferisco a nessuno, girasole." sorride, fossette incluse. Mi sciolgo sul posto quando il suo braccio sinistro si allarga facendomi posto, mi posiziono sotto la sua spalla e lo stringo un po' di più a me. È tutto ciò che ho sempre sognato. Vuol dire questo essere innamorati di qualcuno?

Affondo il cucchiaino nel frozen yogurt mentre guardo Edward sorseggiare la tazza di caffè amaro che ha appena ordinato.
"Non mi guardare così." mi accusa "Sei tu quella fuori stagione."
"Non voglio lasciar andare l'estate." mugugno indignata mentre guardo gli m&m's colorati confondersi con il bianco dello yogurt "È la mia stagione preferita."
"L'avevo intuito." lancia un'occhiatina al mio zaino giallo ai piedi del tavolino.
"Hai finito di giudicarmi?!"
"Ma sei tu che ti senti tirata in causa." ridacchia "E poi commentare non significa per forza farlo in modo negativo."
"Hai lo sguardo da saputello." commento.
"Ah sì? E com'è?"
"Mmhh, è uno sguardo da chi pensa di avere gusti migliori dei tuoi." spiego mentre butto giù un cucchiaio del dolce nella coppetta che stringo tra le mani. Sto davvero mangiando uno yogurt con i cioccolatini dentro a meno di due ore dalla cena?
"Questo si vedrà." sorride e beve un sorso di caffè "Sicuramente nella scelta delle stagioni sappiamo già chi sia il vincitore."
Alzo gli occhi al cielo e sbuffo leggermente "Cos'hai contro l'estate?"
"Assolutamente niente, mi piace." annuisce "Ma è sopravvalutata e gettonata."
"Oh Dio.." sospiro.
"Dai, tu davvero non ami quando fa buio presto ed esci da scuola alle quattro/cinque che ci sono già i lampioni accesi, ti stringi nel cappotto e magari infili anche un cappellino, aspetti i mezzi con qualcosa di acustico nelle orecchie, arrivi a casa, ti ficchi sotto le coperte con una tazza di caffè o tè caldo." mi perdo nei suoi occhi verdi. Ho il cuore che mi esplode di emozioni e non so se sono in grado di contenerle.
"Okay, va bene. Mi guardi come se stessi parlando in un'altra lingua quindi..Estate sia." si arrende.
"Non è vero." mi difendo "Raccontato da te sembra quasi la stagione perfetta l'autunno/inverno."
"Perché non ti piace?"
"Uhmm." mi gratto un punto casuale del braccio "Perché l'acqua è il mio elemento, e l'oceano d'inverno è diverso. Non riesco a ricongiungermi. D'estate col surf è più semplice."
"Sei una sirenetta quindi?"
"Dai." lo riprendo mentre cerco la sua gamba sotto il tavolo per lasciargli un leggero calcio.
"Hey!" si lamenta trattenendo una risata "Scherzavo."
"Ed io ero seria." incrocio le braccia al petto.
"Io invece penso che l'oceano e in generale il mare d'inverno abbia decisamente più fascino." ammette.
"Sei troppo alternativo per esistere." dico mentre le mie labbra rilasciano una risatina "Decisamente troppo alternativo."
"In questo momento vorrei davvero baciarti, posso?"
Sento le guance arrossarsi mentre rido imbarazzata e abbasso per pochi secondi lo sguardo prima di riportarlo su di lui "Sì, per favore." lo osservo mentre si sporge sul tavolo e lo copio mentre trattengo un sorriso esagerato che minaccia di uscire dalle mie labbra da un momento all'altro.
"Non hai intenzione di mal menarmi, giusto?" bisbiglia.
"Non ho intenzione.."
"O di scoppiare in lacrime."
"Che idiota." mi fingo offesa mentre caccio indietro una risata e riprendo lo zaino in spalla sgattaiolando verso la cassa. Pago entrambi i nostri ordini mentre lo guardo con la coda dell'occhio fare il labbruccio. Gli riservo un dito medio prima di uscire dalla caffetteria. Il sole sta sbiadendo ed io ho una cinquantina di esercizi di grammatica da consegnare.
"Gi."
Mi giro appena a guardarlo prima di essere letteralmente travolta dalla sua figura slanciata che mi mozza il fiato con un bacio tutt'altro che a stampo. Come diavolo si fa? Muovo le labbra con le sue, nella speranza di non sembrare un mollusco che si attacca allo scoglio come può. Non sono farfalle nello stomaco adesso. Sono i miei ormoni che scalciano nel basso ventre.
Si allontana e mi guarda "Mi hai detto che potevo." si giustica facendo spallucce.
"Non mi lamento." le uniche parole che riesco a dire mi escono mozzate. Sono completamente disastrosa. Abbasso gli occhi sul cellulare sbloccato per guardare l'ora e li riporto sui suoi, già fermi su di me.
"Ti accompagno a casa?" domanda.
"Non c'è bisogno, torno sempre sola." sorrido. L'ho già detto oggi che è di una bellezza incantevole?
"Non lo avrei fatto solo per la tua incolumità." ammette. Non ha paura di essere dolce. Mi ha letteralmente rapito il cuore. E la testa. Rivoglio indietro la mia corona di Miss Razionalizziamo prima di agire.
"Allora, se la metti così, sì, vorrei che mi riaccompagnassi a casa."
Camminiamo tra piccole spinte e risate, lui canticchia tra le labbra Cigarette Daydreams dei Cage The Elephant. Ho scoperto essere una canzone del cuore per lui, e lo è anche per me. Lo guardo tra le foglie che stanno imbrunendo e non ho più parole. Se non che ho paura che questa immagine di lui, adolescente, che canticchia, con i capelli lunghi, resti impressa nella mia testa per tutta la vita.
"Madame." mormora allungando un braccio per fare un piccolo inchino.
"Monsieur." marco il pessimo accento francese e mi sporgo sulla sua guancia per stamparci un bacio caldo.
"Ci vediamo domani." ci guardiamo trattenendo entrambi due sorrisi imbarazzati "A scuola."
"A scuola." ripete.
"Cioè io vorrei vederti anche dopo ma.."
"Gi." mi richiama ridendo "È tutto a posto. L'attesa aumenta il piacere poi."
Perché è così bravo a rimettere al mio posto ogni qual volta mi sento a disagio?
"Sono stata davvero bene comunque." ammetto.
"Ne sono felice." sorride "Lo stesso vale per me. A domani, quindi?"
"A domani." non nascondo nemmeno io la smorfia di contentezza sul mio volto prima di dargli le spalle e raggiungere la porta di casa. Mi volto, lui è ancora lì, sta aspettando che io entri. Ho il cuore che minaccia di esplodere. Sventolo una mano nella sua direzione prima di entrare in casa e richiudermi la porta alle spalle. Sobbalzo sul posto quando sento gli schiamazzi dei miei migliori amici invadere la scala e poi il corridoio.
"E voi?!" esclamo col cuore ancora in gola.
"Devi raccontarci tutto!" esclama Aaron, ha in mano già uno dei biscotti alla cannella di Dorothy.
"Ragazzi.." sospiro "Devo fare ancora un sacco di compiti."
"Te li abbiamo già fatti." mormora Peter  mentre allaccia un braccio al mio collo.
"Io, semmai, li ho fatti." guardo Jackson e gli mimo un grazie intenerita.
"È vero, li ha fatti tutti Jacky." la mia migliore amica sorride nei jeans a palazzo marroni "Però noi vogliamo sapere tutto quindi, fila in camera e prepara il discorso. Scoppio a ridere mentre corriamo su per le scale. Questo, invece, che cosa vuol dire? Vuol dire forse stare bene?

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