"È sensazionale."
Guardo Daffodil definire con l'ennesimo aggettivo diverso New York e sorrido annuendo, so che facendoglielo notare peggiorerei solo la situazione.
Ieri erano distrutti dal jetlag quindi li abbiamo semplicemente abbandonati a casa ad ore infinite di sonno e recupero, mentre oggi abbiamo deciso di pranzare da me. Dorothy ha preparato costolette alla salsa barbecue e patatine fritte, il nostro pranzo da festa da quando abbiamo dieci anni.
Guardo Aaron leccarsi le dita e gli lascio una leggera gomitata mentre ridiamo entrambi, io scrollando la testa.
Sposto lo sguardo su Edward seduto davanti a me, mi stava già guardando. Lo evito velocemente concentrandomi sulle mie patatine. Non ho chiuso occhio stanotte. Ho guardato il soffitto in cerca di risposte. Cosa succede quando ti piace qualcuno? La sensazione al basso ventre quando ti sfiora: basta come prova? O è solo attrazione fisica e sessuale che c'è tra qualunque adolescente con gli ormoni vivi e attivi? Non ho trovato risposte. Forse perché in fondo non mi è mai piaciuto davvero qualcuno. Ho sempre avuto delle fisse per ragazzi con cui non ho mai effettivamente parlato, con cui non sono mai uscita, a cui non ho mai rivolto la parola se non per sbaglio. Non so cosa voglia dire parlare con qualcuno, vedersi con qualcuno e capire che ti interessa tantissimo.
"Cameron?!?" Guardo Jackson con le sopracciglia sollevate e scuoto il viso.
"Che c'è?" chiedo.
"Ti chiamiamo da mezz'ora." commenta Peter, ha il viso sporco di salsa barbecue e sembra un bambino imbranato.
"Eh ma stava pensando." saetto lo sguardo sul riccio che ha appena parlato "Ha ancora il segno delle rughe sulla fronte, vedete."
Scoppia a ridere seguito dai miei amici, anzi, Daf per poco non soffoca con un pezzo di carne.
"Esilarante." borbotto incrociando le braccia al petto "Cosa volevate?"
"Se possiamo fare il bagno." bisbiglia Marissa, le mani unite davanti a sé, il labbro leggermente sporto in avanti.
"Certo!" esclamo "Hanno giusto finito i lavori da un paio di giorni. Possiamo inaugurarla." sorrido "Avete i costumi?"
"Ovvio." mormora Aaron "Cosa credi? L'avevo già detto a tutti io."
"Chiaro." ridacchio e guardo il moro. Sembra stare meglio.
"È finito il ketchup, Cameron." mi avverte Peter.
"Vado a recuperartelo, però pulisciti la bocca Pet, sembri un camionista famelico." scuoto la testa.
"Lo sai che sono la mia passione le costolette di Dorothy." mugugna in estasti. Riesco a vedere gli occhi azzurri trasformarsi un due cuoricini. Scuoto la testa e mi dirigo in cucina in cerca del Ketchup. Sento i passi di qualcuno unirsi a me.
"Aaron." mormoro, gli sorrido appena.
Prende posto sul bancone della cucina.
"Che c'è?" mi chiede.
"Uhmm, in che senso?"
"Lo sai." mi azzittisce.
Devo dirglielo? Forse è meglio tenerlo per me. Decisamente. Non so nemmeno cosa provo esattamente.
"Hey." mi pizzica il braccio "Smettila di isolarti nella tua testa e dimmi, cos'hai?"
"Forse.." mi schiarisco la voce e concentro lo sguardo sul ketchup tra le mie mani "Come sai quando ti piace qualcuno?" domando alzando lo sguardo sui suoi occhi.
Mi guarda leggermente accigliato ma divertito, o forse sorpreso.
"Ehh." sospira "Lo sai, Cameron. Quando ti guarda, ti senti qualcosa dentro che ti fa emozionare."
"E come sai che non è attrazione fisica?" mormoro.
"Perché se fosse solo attrazione fisica non ti chiederesti nemmeno se ti piace o no, vorresti semplicemente saltargli addosso e basta." spiega.
Cazzo. Se me lo sto chiedendo, forse è perché so già la risposta?
"Ti sei innamorata, Cameron?" mi stuzzica avvicinando le mani alle mie guance e stringendole tra le dita "Ma piccola mia."
"Piantala!" lo zittisco "E parla piano." bisbiglio.
"Oh." spalanca gli occhi ambrati e trattiene una risata "Non dirmelo."
"Aaron, piantala." lo riprendo. Sento le guance andare a fuoco.
"L'amore è una cosa complicata." sento l'accento inglese sforzato e allungo una mano nella sua direzione a lasciargli uno schiaffo sul braccio scoperto.
"Aaron!" lo richiamo infuriata "Smettila."
"È lui?" mugugna mentre mi tiene ferme le mani per i polsi.
"No." sbuffo "Dimenticati quello che ho detto."
"Dai, Gwenny." mugugna "Scusa."
Mi guarda con quegli occhi da vittima. Lo odio.
"Sì." sospiro "Ed è un casino perché probabilmente non gli interessa, o comunque è più propenso a giocare come fa con Daf, ed io non ci sto."
"Uh, che filmino che ti sei già fatta." ridacchia. Lo incenerisco per l'ennesima volta.
"Vieni qua." mi siedo accanto a lui, una mano che giocherella con la mia "Ne avete parlato?"
"No, assolutamente." scuoto la testa "E non lo farò."
"Ma è successo qualcosa in questi giorni?"
"No, abbiamo solo parlato tantissimo, siamo usciti qualche volta, niente di che. Come con voi. Però mi sono aperta con lui e ho fatto una cagata perché ora sa dei miei genitori, della scrittura.." mi lascio scappare un sospiro stizzito "Poi mi ha fatto sentire una sua canzone."
Guardo il mio migliore amico negli occhi.
"Ti giuro Aaron, era la cosa più triste che io abbia mai sentito. È un interprete nato. Cioè parlava di una ragazza, si sono lasciati, lei è indifferente, lui è ancora pazzo di lei. Poi alla fine dice sta cosa tipo ho sentito dire che un piccolo amore è meglio di niente e poi so che non sono l'unico ma almeno sono uno dei tanti. Ho pianto tutta la notte pensandoci. Io non voglio stare male così." mugugno "Nemmeno per sogno."
"Hey, Gwenny." bisbiglia Aaron "Non succede sempre così." scuote la testa "Vale la pena provarci però, te lo assicuro."
Mi guarda e alza gli occhi al cielo.
"Lo so, lo so che non ho mai avuto una relazione più lunga di un mese. Però ti assicuro che è bello lo stesso." sbuffa "Giudicona."
"Non ti stavo giudicando." mi difendo.
"Sì,lo stavi facendo. Torniamo di là? Parlerei ore con te ma stiamo rendendo la situazione ambigua."
Concordo e afferro il ketchup, ormai quasi a temperatura ambiente. Colpa delle mie mani sempre calde.
"Oh eccovi! Siete andati direttamente al supermercato?" mormora Daffodil. Ha raccolto i capelli in uno chignon scombianato è bellissima. Guardo anche Edward al suo fianco, mi guarda confuso.
"Tutto a posto?" chiede poi.
Lo osservo sorpresa "Sì, certo." abbozzo un sorriso "Mi ha chiamata Ethan, l'ho fatto parlare un po' con Aaron."
"Che dice?" chiede Jackson seduto a capotavola.
"Niente di che, la Spagna è bellissima, la paella è nettare degli dei e Laura è uno splendore." lancio il ketchup a Peter che mi mima un grazie con le labbra "Laura è una ragazza che ha conosciuto là per la cronaca."
"Che cosa carina!" squittisce Marissa attirando l'attenzione di tutti "No?"
"No?" ripete Daffodil ridendo.
"Io la trovo carinissima." ribatte la bionda "Tu che dici?" guarda Jackson.
"Beh, è romantico. Però sono a chilometri e chilometri di distanza, deve essere una cotta estiva da ricordare per sempre. Se ci vai sotto fa un male cane invece." annuisco vistosamente guardando il mio migliore amico parlare.
"Ed Ethan è un sottone." aggiungo io.
"Magari ne vale la pena." osservo il riccio "Magari questa Laura è la sua persona."
Saetto lo sguardo automaticamente su Aaron che lo guarda con le labbra leggermente schiuse, si sente osservare ed incrociamo lo sguardo.
"Sì, a volte vale la pena soffrire." continua Aaron guardandomi "Per quei momenti che sono bellissimi."
Vorrei lanciargli una costoletta addosso.
"Può darsi." ribatto "Spero solo che Ethan stia bene."
"Che cara, Cameron, sempre un'ottima sorella." Daffodil mi indica con un'unghia smaltata "Per questo sei la mia preferita."
Sorrido nella sua direzione e torno a guardare Edward. Si lecca il labbro inferiore concentrato sulla mia migliore amica. Incrocia il mio sguardo per un secondo. Mi sento il cuore in gola, insieme alle costolette, alla paprika, alle patatine e al ketchup. Mi piace Edward Styles. Mi piace decisamente troppo.Muovo i piedi nell'acqua trasparentissima della mia piscina seduta sul bordo di pietra. Peter, Aaron e Jackson stanno ovviamente dando spettacolo, mostrando le loro qualità nella pallanuoto ad Edward che li osserva divertito. Allungo lo sguardo verso il prato, Marissa e Daffodil si stanno grigliando sotto il sole delle quattro. C'ero anch'io, fino a poco fa, ma le mie spalle chiedevano pietà, così come la mia faccia. Con i piedi a mollo nell'acqua fresca si sta decisamente meglio. Vedo Edward sgattaiolare lungo il bordo nella mia direzione. Prego mentalmente mentre mi mordo l'interno della guancia.
Si vede da fuori che con i capelli bagnati, gli occhiali da sole e il petto nudo l'unica cosa a cui riesco a pensare sia avere le sue labbra sulle mie?
"Hey tu." mormora "Sei della vecchia scuola? Prima delle quattro niente bagno?"
Accenno una risata. Non lo guardare, Gwendoline, non lo guardare.
"No, ho mangiato davvero troppe costolette. Meglio aspettare ancora un pochino."
Appoggia le braccia al muretto vicino a me, riesco a sentire il suo gomito sfiorare la mia coscia. Butto giù la saliva e guardo fisso davanti a me. Aaron ammicca, lo incenerisco con gli occhi chiari.
"Uhm, ho letto la cosa che mi hai mandato." ammette.
Sento il cuore scatenarsi dietro la fascia chiara del costume azzurrino.
"Uh, hai letto tutto?" ripeto.
"Sì, non ho ti ho scritto niente ieri sera perché volevo rileggerlo ancora oggi." spiega "E l'ho fatto."
Porto lo sguardo su di lui e finisco inevitabilmente a guardare il tatuaggio sul petto. I due uccellini simmetrici.
"Mi avevi già detto ieri all'aeroporto cosa ne pensavi." biascisco dovuto alla visione precedente "Cioè.. pensavo ti fosse piaciuto."
"Sì, certo." è divertito, sa che mi sta facendo sparare cazzate e gli piace anche "Però volevo dirti che l'ho letto tutto."
"Oh." mormoro "Mi fa piacere."
"È scritto veramente bene. Vorrei avere un quarto della tua capacità di raccontare le cose."
Sbuffo una risata "L'hai letto il testo della tua canzone?"
Sorride. Vedo la sua fossetta da vicino ed è la cosa più carina che io abbia visto oggi.
"Sì, ma è diverso." mi guarda anche lui "Io le condenso, tu le estendi." sorride "Le parole."
"Però lo sai fare bene." ammetto.
"Anche tu." ribatte.
"Grazie? Suppongo." ridacchio in imbarazzo "Di solito non ne parlo. Del fatto che scrivo, intendo. Mi mette a disagio."
"Ammettere che sei brava in qualcosa di poco comune?" mi stuzzica.
"Sì, preferisco fingere di essere una ragazza popolare tutta feste in piscina e unghie acriliche." roteo gli occhi al cielo "La smetti con questa storia?"
"Sei tu che te la prendi."
E se giocasse con i miei sentimenti come con Daffodil?
"Venerdì sera hai da fare?" mi sta chiedendo di uscire? Sento il cuore fare un salto carpiato all'indietro mentre cerco di mantenere stabile il tono di voce.
"Uhm, venerdì? Credo..Credo di no." mugugno. Voglio affogarmi, adesso.
"Se ti dicessi che ho rimediato due biglietti per un concertino molto segreto di Bon Iver ?" mormora guardandomi dal basso. Riesco a vedere di nuovo la sua fossetta. Voglio nascondermi lì dentro per sempre.
"Veramente?!" esclamo "Ma come è possibile, non aveva tour in programma."
"È un concerto segreto in fatti, ci saranno tipo una trentina di persone. I biglietti sono stata regalati, c'era un contest qualche mese fa." spiega "Un ragazzo che conosco non ci può andare e me li ha ceduti. Vista la nostra conversazione in macchina mi sembrava d'obbligo chiedertelo."
Va bene, Edward, prenditi il mio cuore. E facci quello che vuoi.
"No!" esclamo.
Mi porto una mano alla bocca, ho urlato?
"Cioè sì." mugugno "Ovvio che ci vengo." sono agitata come una bambina davanti ad una Barbie nuova.
"Bene." ride "Mi fa piacere."
"Non so come ringraziarti." mormoro.
"Puoi ridarmi in affido Eddy." penso al mio lama arcobaleno "A meno che non lo abbia già rapito." fa ballare le sopracciglia.
"No, Eddy ormai è mio." lo minaccio "Guai a te."
"Passo a prenderti alle otto venerdì, va bene?" mi avvisa.
"No, guido io." annuisco "Passo io. Otto. Puntuale." gli punto l'indice.
"Va bene, Gi." ridacchia prima di afferrare con una mano la mia caviglia e con l'altra il mio fianco destro trascinandomi in acqua. Mi muovo con foga riemergendo pochi secondi dopo.
"Come ti sei permesso?!" gracchio "La mia digestione è stata interrotta!"
Realizzo l'ampiezza delle sue mani. Quanto possono essere ampie? Non ha avuto difficoltà ad afferrare il mio fianco e lanciarmi in acqua. Che sensazione si prova a stringerle? Ad incrociare le dita con le sue?
Lo guardo attraverso gli occhiali scuri ridere di me e penso che è una sensazione che voglio assolutamente provare.
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never too far
Romance"Non lo so.." sospira "Tu ci credi alle anime gemelle? Io ci credo. E sono convinto che in un modo o nell'altro uno si ritrovi. Anche solo per qualche secondo mentre vi incrociate da qualche parte, dieci anni dopo, con due vite completamente stravol...