trenta

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Guardo il soffitto di camera mia che ormai conosco a memoria mentre con la mente sono già alla serata che mi aspetta tra un paio d'ore. Chi non lo fa? Stendersi a letto e immaginarsi a ballare e bere con gli amici a suon di musica? Io sempre, prima di ogni festa. Aspettative che poi sono sempre diverse dalla realtà, a volte migliori, a volte peggiori. Non so ancora come sono messa con Daffodil. Ieri non abbiamo parlato granché alla fine, un siamo a posto tirato. Ma non lo siamo per niente.
Lancio un'occhiata al peluche colorato sul mio comodino e lo prendo in mano mentre i miei pensieri navigano fino a lui. Chissà se è agitato anche lui per stasera. Se non vede l'ora di vedermi. Di ballare per me. Di ballare con me. Perché io no. Io non vedo proprio l'ora di respirare il suo profumo mentre mi bacia la guancia per salutarmi, di sentire la sua mano agganciarsi al mio fianco e i suoi capelli solleticarmi il volto.
Mi tiro un cuscino sul naso e ci affondo la testa insieme ad un urlo di frustrazione soffocato. Abbandono Eddy il peluche sul letto e mi alzo in cerca dell'outfit per stasera. È la prima serata senza antidolorifici, pastiglie varie, gessi o stampelle. Sono io. Sono di nuovo Gwendoline tutta d'un pezzo. Stasera voglio solo ballare, bere e divertirmi. Come un'adolescente americana qualunque. Sperando di zittire la sua voce nella mia testa e il suo profumo nelle mie narici.

Passo la mano sul tessuto di paillettes oro mentre osservo la scollatura sul petto riflessa allo specchio.
"Cameron?!" sento qualcuno richiamarmi alle spalle "Sei pronta?"
"Sisi." mormoro tirando un sospiro stizzito. Infilo le scarpe, ancora basse, per i tacchi due mesi di riabilitazione non sono bastati, e mi tiro su. Lunedì inizia la scuola. L'ultimo anno. Forse anche l'ultimo autunno passato a Newport Beach tutti insieme. Sento il magone salire su per la mia gola. Lo scaccio vita mentre mi guardo di nuovo allo specchio prima di poggiare una giacchetta elegante leggera sulle spalle abbronzate di un rimasuglio di estate.
"Ti sta benissimo il vestito."
Guardo Peter, indossa una camicia di lino blu, jeans chiari. Scuoto il viso leggermente imbarazzato mentre mi aggancio al suo braccio piegato "Grazie Adams, carino da parte tua."
"Sono serio però." sorride nella camicia marroncina e stampa un bacio tra i miei capelli mossi.
"Il regalo l'hai preso?" chiede mentre si sistema nell'auto scura.
"Certo." annuisco "William, giusto?"
"Sì." sbuffa una risata "Stiamo andando al suo diciottesimo, ricordi?" mormora "Siamo a Newport.."
"Ah ah ah divertente." lo interrompo "Ci siamo parlati due volte, chiedevo per sicurezza."
"Chiama Daf." mi avverte "Dille che tra cinque minuti siamo da lei e se non si sbriga viene a piedi."
"Agli ordini." annuisco mentre lo guardo avvicinarsi a casa di Aaron. Compongo il numero della mia migliore amica e lo penso. Non vedo l'ora di vederlo.

La casa di William è decisamente una villa da feste. Il salone è enorme, letteralmente e già colmo di ragazzi che ballano tra un bicchiere vuoto e l'altro. L'atmosfera però è decisamente poco piacevole da sobri, la luce è scura, solo i riflessi fluo dai toni azzurrini permettono di vedere dove metto i piedi. Afferro la mano di Aaron mentre ci addentriamo nella massa per raggiungere il festeggiato. Indossa un completo bordeaux con tanto di bretelle chiare sulla camicia nera. Sorrido mentre bacio le guance velate dalla barba e bisbiglio al suo orecchio un buon compleanno, non molto certa che mi abbia davvero sentito. Guardo i suoi capelli grigi ossigenati mentre gli lascio tra le mani la borsa contenente il profumo che ho scelto qualche giorno fa e lancio un'occhiatina a Peter che mi guarda già divertito. Che tipo questo William.
"Beviamo, biondina?" mugugna Daffodil al mio orecchio mentre mi stringe le mani. Indossa un tubino nero e tacchi di glitter argento. È veramente bellissima. Annuisco convinta mentre raduniamo Aaron, Peter e Jackson al bancone del punto bere allestito apposta per l'occasione al centro del grande prato verde. Ordiniamo il primo drink della serata, stringo tra le mani il bicchiere in plastica dura e lo porto verso l'alto incrociando gli occhi dei miei amici. Sorrido mentre sento le emozioni mescolarsi insieme alla vodka e alla soda. Sono qua, sono viva e mi sento viva. Come se mi fossi svegliata improvvisamente da un sogno noioso. È una festa come un'altra. Ma ora sono io l'anima. Butto giù un sorso mentre ridacchio per qualche battuta di Aaron e rivolto lo sguardo verso l'ingresso e lo vedo. Lo vedo benissimo. Skinny jeans neri. Camicia a fantasia scura. Si passa una mano tra i boccoli, immagino il loro profumo da qui. Alzo una mano nella sua direzione quando incrocio gli occhi chiari e noto la sua testa alzarsi leggermente nella mia direzione. Penso di avere una faccia da ebete in questo momento.
"Ciao splendore." mormora al mio orecchio prima di baciarmi la guancia coperta dall'illuminante che Daffodil si é preoccupata di mettermi qualche minuto fa in macchina.
"Hey." mugugno e ricambio il bacio mentre mi sciolgo al solo contatto tra le sue dita e la mia spalla scoperta.
"È bello vederti così." sbuffo una risata e abbasso lo sguardo sulle sue labbra. Perché dovrebbe mai baciarmi?
"Così come?" lo richiamo.
"Intera." ora è lui a ridere. Mi perdo nei suoi occhi verdi, sento che ci sto cadendo dentro, ci sto affondando. Chissà se anche loro lo sentono. Lo vedo allungare una mano verso di me, circonda le mie spalle con un braccio senza troppa fatica, è notevolmente più alto di me e si avvicina al cerchio. Mi manca il fiato. Stringo la cannuccia tra i denti ed ingoglio velocemente la bevanda alcolica tra le mani nella speranza che faccia effetto subito. Guardo di nuovo Edward bere lo shottino di vodka che Aaron gli ha appena allungato tutto d'un sorso, spero non lo abbia avvelenato. Riconosco la canzone che suona dalle casse e mi muovicchio a tempo mentre mimo le parole tra le labbra.
"So pull me closer!" Daffodil biascica leggermente piazzandosi davanti a me, le sue mani afferrano il mio viso avvicinandolo al suo che ride "Why don't you pull me close?"
Sento Ed sciogliere il contatto con me, sfioro appena la sua mano prima di raggiungere quelle di Daf ferme suo mio viso e urlare a poca distanza dalle sue labbra "Why don't you come on over?!? I can't just let you go!"

Oh baby
Why don't you just meet me in the middle?
I'm losing my mind just a little
So why don't you just meet me in the middle?
In the middle

Cantiamo insieme il ritornello mentre cerco di divincolarmi dalla presa salda sua mia mascella, stringo le sue mani e ridacchio mentre le faccio aderire al mio collo. Mi stringe tra le braccia magre, il mento al di là della spalla nuda "Promettimi Cameron che sarò per sempre la tua prima scelta." la sento dire.
"Di cosa stai parlando Daf?" urlo e rido mentre sento la musica rimbombare nel petto.
"Promettimelo Gwendoline, per favore." mi sta supplicando? "Ho bisogno di sentirtelo dire."
"Certo che ti scelgo, Daf, dai." bacio i suoi capelli e aumento leggermente la presa su di lei "Te lo prometto." Che cos'è questo, adesso? Che cosa sta succedendo di nuovo?
Alzo gli occhi, Edward mi guarda, le dita con gli anelli strette intorno ad un drink, la camicia sbottonata, gli occhi chiarissimi sui miei. Curva le labbra. Lo imito. Vorrei stringere lui così e dimenticarmi di esistere.

never too farDove le storie prendono vita. Scoprilo ora