diciassette

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"No." borbotto portandomi le mani sul volto "Non ascolto Justin Bieber. "
"L'ho visto nelle tue playlist." commenta il riccio. Il braccio piegato sull'asciugamano a reggere la testa stravolta dai capelli leggermente umidi mossi dalla brezza.
Liam e Marissa ormai si sono eclissati in una vita di coppia ai limiti del credibile. Aaron, Peter e Daffodil stanno vivendo i loro giorni migliori in New York City. Ethan ha prolungato la vacanza in Spagna, a quanto pare una certa Laura lo ha conquistato più del dovuto. Ed io sto imparando ad apprezzare la compagnia di Edward e scoprendo pian piano il lato esilarante e goffo del ragazzo bellissimo e con gli occhi da impossibile. Ci siamo tenuti compagnia per più sere, semplicemente facendo un giro in skate o trovandoci alla spiaggia come se ci fossero anche tutti gli altri. Io parlo tantissimo, lui ascolta con piacere. Mi piace la sua voce. Mi piace che parli così piano, sembra che pesi le parole. E non importa se è frutto del suo difetto di pronuncia. È bellissimo così.
"Ammettilo." mi richiama.
"Ma non è vero!" ribatto afferrando il cellulare "Controlla tu stesso se vuoi." lo minaccio allungando l'apparecchio ma ritraendo la mano pochi secondi dopo "Cioè ti devi fidare perché lei mie playlist di Spotify sono troppo personali." mugugno.
"Addirittura?" ridacchia.
"Addirittura." gli faccio eco "Sono cose mie."
"Okay." alza le mani in segno di arresa "Lo accetto e mi fido. Allora dimmi un cantante che ti piace."
"Uhmm." guardo il cielo azzurro sopra di noi "Bon Iver, conosci?"
Lo guardo abbozzare un sorriso, gli occhiali da sole scuri coprono le iridi chiare.
"Sono piuttosto sicuro sia un duo o comunque una collaborazione." commenta.
"Okay, mi sento offesa." mi tiro su incrociando le gambe.
"Sei poco informata, Gi."
Gi. Nessuno mi ha mai chiamata Gi. È poi davvero un soprannome? O è solo la mia iniziale? Lo osservo, spiazzata mentre sento il suono di quella lettera gi echeggiare nella mia testa. Gi.
"Chiedo scusa allora." mormoro "In ginocchio."
"Così va meglio." ride e cambia anche lui posizione, la testa su un mio ginocchio, le gambe distese sull'asciugamano.
"Posso, vero?" chiede.
"Beh, ormai." sbuffo una risata e cerco di nascondere la sensazione al basso ventre portandomi i capelli davanti al viso.
Merda, sono fottuta.
"Quindi lo conosci o li conosci, come preferisci." annuisco "Ottimo."
"Sì, è geniale quello che fanno col suono. Lo modellano, ne fanno qualcosa di boh. È senza senso, davvero. Anche solo nella più famosa, skinny love, mi uccide il ritmo. La chitarra. È qualcosa di assurdo."
Lo osservo parlare di musica divertita. Sembra parlare di una musa. Probabilmente per lui lo è.
"Scusa mi sono fatto prendere." mormora poi, un velo di imbarazzo.
"No, continua pure." sorrido "È bello."
L'oceano fa rumore vicino a noi. Lui non dice niente. Socchiudo leggermente gli occhi e inclino la testa all'indietro. Mancano tre giorni al concorso e non ho ancora scritto niente. Ho provato ad aprire il laptop e guardare lo schermo illuminato sul programma di scrittura, più di una volta, ma senza risultati. La mia mente non riesce ad elaborare niente e comincia a venirmi l'ansia.
"Che hai in mente?" mormora il ragazzo appoggiato al mio ginocchio.
"Niente." rispondo.
"Non è vero, avevi le rughe."
Sbuffo trattenendo un sorriso e maledico Daffodil per la storia delle rughe mentre penso.
"Devo fare una cosa e non l'ho ancora fatta, quindi ho un po' di ansia." ammetto stando sul vago. Devo dirgli che scrivo?
"Falla." commenta.
"Eh." ribatto "Non è così semplice."
"È una cosa che potresti fare anche adesso?" domanda.
"Teoricamente sì, però non ho ispirazione quindi no."
"Ispirazione uhmm?" mormora. Si rimette seduto di fronte a me, le gambe incrociate, le mani unite sotto il mento.
"Per cosa?" continua.
"Andiamo a fare il bagno?" mi alzo scrollandomi la sabbia di dosso. Lui annuisce, non chiede altro. Mi lancio nell'oceano affondando la testa. Mi sto aprendo con lui. Piano piano. Un pezzo alla volta. E mi sarà entrato dentro senza che me ne accorga. Se dovessi perdere anche lui?

Muovo le dita nell'aria con il braccio fuori dal finestrino mentre canto le parole di Alive dei Empire Of The Sun e mi muovo a tempo di musica sul sedile. Questa canzone mi trasmette una serenità ed una voglia di vivere e cantare e ballare allucinante.
"Loving every minute cause you make me feel so alive!" canticchia guardandomi con la coda dell'occhio. Una mano stretta intorno al volante, l'altra che tiene appena il tempo.
"Alive!" rido di gusto e muovo i capelli scompigliati dal vento.
Guardo la strada passare veloce di fianco al finestrino e focalizzo anche casa mia.
"Ehm, Edward." sbuffo una risata "Io abito tipo là."
"Lo so." annuisce.
Lo guardo accigliata cercando di rimanere seria.
"Stiamo andando a cercare l'ispirazione." mormora.
Porto gli occhi chiari sui suoi. Mi guardano velocemente prima di concentrarsi sulla strada davanti a sé.
"Non sai nemmeno per cosa." ribatto divertita.
"Prima o poi me lo dirai."
"Non è detto che io voglia dirtelo."
"Non ti sto facendo pressione." si difende "In fondo non hai ancora ascoltato il mio capolavoro come lo definisce Marissa. Quindi siamo pari."
"Stai dicendo che possiamo fare uno scambio?" gli punto l'indice contro "Una canzone per la mia ispirazione?"
"Non ho detto ciò."
"Sì che l'hai detto!" lo minaccio "Ora non ti tirare indietro."
"Perché tu hai accettato?" domanda.
"Uhm." mugugno "Forse."
Mi guarda con la coda dell'occhio mentra trattiene con una smorfia un sorriso sul volto. In che guai sto andando a finire?

Passo la suola delle vans sullo zerbino prima di entrare nella piccola casetta bianca. Concentro l'attenzione sul divano insolito: grandi cuscini sono sparsi per il salotto, un po' addossati alla parete, altri al centro della stanza davanti allo schermo piatto. Particolare, commento tra me e me, mentre vago con lo sguardo tra le foto di famiglia e vari quadri.
"Hey." mi richiama il riccio "Vieni."
Lo seguo per le scale a chiocciola di ferro in quella che suppongo essere camera sua. Guardo le due chitarra appese al muro con cura e la serie di stampe che abbelliscono i muri grigi.
"Wow." mormoro passando le mani tra la svilza di vinili che occupa una scatola posta affianco alla scrivania "Collezionista?"
"Tipo." ridacchia "La maggior parte è roba vecchia di mio padre. Però sì, mi piace. Lì c'è il giradischi, anche quello di mio padre."
Sorrido nel guardare l'apparecchio vintage e porto lo sguardo su di lui. È fiero.
"Scusa il letto sfatto." mormora poi imbarazzato mentre raccoglie qualche t-shirt e pantalone lasciato qua e là per la piccola stanza. Scrollo la testa ridacchiando guardandolo sistemare alla meno peggio il lenzuolo.
"Okay." sospira ed impugna la chitarra. Lo guardo passare le dita sulle corde e schiarirsi la voce più volte prima di guardarmi e ridacchiare "Okay, vado."
"Vai." ripeto sorridendo. Abbasso gli occhi verdi sulla chitarra e abbozza le prime note.

I don't ever ask you
where you've been
and I don't feel the need to
know who you're with

Canta con gli occhi chiusi, la fronte corrucciata. Cerco di respirare senza fare rumore.

I can't even think straight
but i can tell
that you were just with him
and I still be a fool
Yes I'm a fool for you

Apre un occhio e guarda il pavimento mentre ascolto il dolore che esce dalle parole che dice. Ho la gola secca. Mi mordo il labbro inferiore mentre sento il cuore accelerare il battito.

Just a little bit of your heart
Just a little bit of your heart
Just a little bit of your heart is all I want
Just a little bit of your heart
Just a little bit of your heart
Just a little bit is all I'm asking for

Chi è stato? Chi è stato a ferire questo angelo caduto dal cielo?

I don't ever tell you
how I really feel
Cause I can't find
the words to
say what I mean

Ingoglio un po' di saliva mentre mi mordo il labbro inferiore. Canta con gli occhi lucidi.

And nothing's ever easy
that's what they say
I know I'm not your only
but I'll still be a fool
cause I'm a fool for you

Prolunga l'ultima vocale in un sussurro spezzato provocandomi una serie di brividi lungo la schiena. Voglio piangere. Ininterrottamente.

Just a little bit of your heart
Just a little bit of your heart
Just a little bit of your heart is all I want
Just a little bit of your heart
Just a little bit of your heart
Just a little bit is all I'm asking for

Mi mordo l'interno della guancia mentre cerco di capire cosa sia successo a quegli occhi chiari. È una canzone struggente. Perché la sento così tanto? Apre la palpebre chiare e inchioda gli occhi verdi sui miei.

I know I'm not your only
but at least I'm one
I heard a little love
is better than none

Mi porto una mano alla bocca. Chi cazzo gli ha spezzato il cuore? Lo sento cantare di nuovo il ritornello che ormai mi è entrato in testa e trattengo a stento le lacrime. Vuol dire questo innamorarsi? Vuol dire essere pazzi per qualcuno e ricevere nient'altro che indifferenza? Vuol dire essere uno dei tanti ma accontentersi di essere almeno qualcuno?
La stanza si riempie di nuovo del silenzio e dei nostri respiri.
Ho una fottuta paura di innamorarmi. Non voglio.
"Ehm, tutto qui." mormora schiarendosi la voce. Ha gli occhi lucidi. Mi allungo nella sua direzione e allaccio le braccia al suo collo magro. Vorrei dirgli che mi dispiace. Mi dispiace tantissimo che il suo cuore spezzato lo abbia portato a scrivere quelle cose. Com'è poi possibile che a diciassette anni una persona sia in grado di mettere per iscritto un sentimento del genere? Sento il suo corpo sciogliersi al mio tatto, ricambia l'abbraccio stringendomi più forte.
Mi dispiace che ti abbiano ferito così, Edward. Mi dispiace da morire. Non posso lasciarti entrare nel mio mondo. Se dovessi essere io poi a farti così male? Sento una morsa allo stomaco. È forse la mia ispirazione?

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