Capitolo 42

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Mancavano appena 4 giorni al diploma e io ero ancora in questo fottuto ospedale.
Non ce la facevo più, avevo bisogno di libertà mentre qui mi sentivo legato ad un palo. Sentii bussare alla porta.

"Avanti." Dissi.
Harry entrò con la faccia forse distrutta anche se felice di vedermi.

"Ehi Zay!"

"We." Risposi.

"Tutto ok tu?"

"Se quando uscirò da qui vedrai i miei coglioni strisciare per terra allora la risposta non serve che te la dia due volte. Tu piuttosto? Sembri smorto."

"Ho litigato con Louis." Disse.

Io involontariamente risi in modo che avrebbe dato fastidio anche ad un apatico.

"Come mai? Sentiva la mancanza del suo amico?" Chiesi.

"Giá. Esatto." Disse.

"Senti Harry."

"Si?" Disse con gli occhi brillanti, in attesa che gli salvassi la vita.

"Ti capisco."

"Già."

"Vuoi davvero sentirti bene?"

"Si cazzo ne ho bisogno!"

"Parker, tra la diciottesima e la diciannovesima. Digli che ti ho mandato io." Dissi.

"Ma sei scemo?!" Urlò.

Nel momento in cui Harry urlò l'infermiera e la dottoressa entrarono.

"Come stai oggi?" Chiese.

"Benissimo. Mi sento molto meglio." Dissi.

"Bene. I tuoi esami vanno bene e il sangue è apposto. Puoi tornare a casa oggi nel primo pomeriggio." Disse.
Sorrisi alla dottoressa e quando uscì guardai Harry con uno sguardo malizioso.

"Ops, oggi usciremo insieme allora."

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"Liam?" Dissi. "Liam cazzo svegliati!"

Sentii Louis scuotermi e dopo poco realizzai che era già mattino inoltrato.

"Che vuoi? Ho sonno." Dissi.

"Daii svegliaaa! C'è Niall che ti sta chiamando!" Urlò.

Appena sentii quel nome mi alzai di scatto e presi il telefono tra le mani.

"Niall! Che succede?" Dissi con il fiatone.

"N-nulla. Tu tutto bene? Sembra tu sia in fin di vita." Disse ridendo. Risi anch'io.

"No, cioè si, sto bene. Stavo dormendo e ho preso uno spavento dalla suoneria tutto qui."

Vidi Louis che sghignazzava così gli tirai un pugno nella spalla e lui mimò un -Ahia-. Io gli feci il segno di tagliarli la gola se solo avesse parlato.

"C'è qualcuno li con te?" Chiede Niall.

"No no, sono io che sto facendo il letto! Sei in vivavoce." Dissi.

"Mh,ok." Disse. "Devo dirti una cosa."

"Parla."

"Avevi proprio ragione su Zayn. Non lo riconosco più."

"Che è successo?" Chiesi, togliendo il vivavoce così da poter prestare maggior attenzione.

"Appena gli ho chiesto cosa fosse successo tra di voi ha iniziato a dire che potevi fotterti, di cercarti un altro con cui scopare e che lui sta bene anche da solo."

Appena sentii quelle parole sentii il cuore fermarsi, il respiro mancarmi e le lacrime non tardarono ad arrivare.

"Liam." Disse.

"S-si?" Dissi con il fiato mozzato.

"Ce la farai?" Chiese.

"I-i-o non lo..so." Risposi.
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Misi dentro una borsa i miei vestiti, firmai la carta per la mia dimissione e quando uscii sentii il vento della libertà.
Mi accesi una sigaretta.

"Di già? Sei appena stato dimes-" tentò di dire Harry prima che io lo interruppi.

"Di giá."

"Zayn posso dirti una cosa?"

"Spara." Disse.

"Sei cambiato."

"Non si può cambiare? Tu non le cambi mai le mutande? Tieni sempre le stesse?" Dissi.

"Scusa, hai ragione." Disse. "Sta notte da chi dormirai?" Chiese.

"Un amico." Dissi. "Andiamo?"

"Andiamo."

Ci incamminammo e presto arrivammo nel vicoletto della banda di Parker.
Era ancora presto, non sarebbero usciti prima delle 20 percui andammo al parco li vicino e gli offrii un sigaretta.

"Zayn non fumo." Disse Harry.

"Non volevi sentirti bene?" Dissi.

"Si."

"E allora preparati. All'iniziò farà un po' schifo ma la parte più bella arriva dopo." Dissi sorridendo.

Harry inspirò un tiro e quasi non sputò entrambi i polmoni.

"Ma come fai?" Chiese tossendo.

"È questione di abitudine."

Passammo il tempo a ridere e scherzare quando vidi un messaggio di Parker nel telefono.

-Sono qui.-

"Ehi bambolina, è arrivato il momento." Dissi ad Harry.

"Z-zayn, io non sono pronto." Disse titubante.
Lo capivo, lui era il classico ragazzo con la famiglia perfetta. Tutti lo amavano mentre io ero il bastardo che abbandonavano tutti.

"Harry." Dissi.

"Non lo dico a nessuno. Promesso."

Lo guardai e poi lo abbracciai.

-Grazie.-

Mentre mio cugino svoltò l'angolo io entrai nel vicolo con Parker, salutai il resto della banda e iniziai col fumarmi uno spinello. A notte inoltrata mi resi conto di aver esagerato quindi passai l'ultima canna a Michael e mi sedetti sul cofano della macchina. Avevo la testa che girava, la vista annebbiata. Sentii qualcuno che mi mise una mano sul ginocchio.

"Ma lo sai che sei bellissimo?" Disse sussurrandomelo sulle labbra.
Mi baciò le labbra, per poi passare al collo. Sentii la sua lingua leccarmi ogni parte di pelle che fuoriusciva dal collo della maglia per poi sfilarmela. Iniziò con lasciarmi dei piccoli baci su tutto il petto fino ad arrivare al lembo dei pantaloni.

"Forse questi sono di troppo." Disse quella voce.

Mi sdraiai sulla macchina sentendo il freddo del parabrezza gelarmi la schiena mentre la persona davanti mi sfilava i pantaloni.

"Ma allora tu sei proprio finocchio." Disse. "Sei bello, tanto." Disse mentre continuava a tirare i boxer con i denti.

"Che cazzo fai!" Sentii una voce urlare.

"Andiamo via!" Disse la stessa voce che prima era impegnata a baciare il mio corpo.

Dopo pochi secondi sentivo solo l'aria fresca e delle mani calde nella mia schiena.

"Zayn? Zayn!" Sentivo una voce diversa da quella di prima.

"Dio, che cazzo ti hanno fatto!" Urlò mentre mi scuoteva la testa.
Riuscii a fermargli la mano e sentii che le unghie erano corte e le dita un po' affusolate. Cercai di mettere a fuoco la persona davanti a me. Un bagliore di luce mi aiutò a vedere meglio e vidi dei capelli biondi e occhi così azzurri che avrebbero contenuto l'intero oceano.
Niall.

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