Capitolo 55

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Mi svegliai con un emicrania atroce. A che ora mi fossi addormentato non lo sapevo, ma sapevo fin troppo bene che avevo bisogno di un'aspirina. Scesi le scale con noncuranza quando trovai Niall spaparanzato nel divano con la tazza di cereali sulla pancia, in preda ad un attacco di zapping.

"Giorno." Dissi versandomi il latte nella tazza.

"Giorno." Farfugliò.

Finito colazione presi l'aspirina e mentre aspettavo che facesse effetto, disfai le valigie.
Rimisi nel cassettone le maglie che non avevo utilizzato, sul letto quelle nuove appena acquistate e quelle da lavare nel cestone in bagno. La lavatrice avrebbe aspettato un altro po'.

***

Dopo aver finito con le valigie, accesi la lavatrice e mentre aspettai che finisse andai sulla veranda a fumarmi una sigaretta.

"Questo cos'è?" Chiese Niall alle mie spalle.

Mi voltai e vidi un cappello di paglia.
Era di Elijah.
Dopo essere partito non lo avevo ancora chiamato, spero capisse che tra noi ci fossero un bel po' di fuso orario e spero capisse che, ero ancora fottutamente innamorato di Payne.

"È di Elijah." Dissi soffiando il fumo in aria.

"Era tra la mia roba. Tieni." Disse.

"Grazie." Dissi mentre lo gettai nella sdraio e mi voltai verso la strada continuando a fumare.

"Lo sai che tra una settimana è il suo compleanno, vero?" Disse.

"Lo so." Risposi.

Sapevo fin troppo bene che tra una settimana sarebbe diventato maggiorenne e chi meglio di me non poteva rovinargli il compleanno?
Vaffanculo a te Malik per esserti rovinato la vita.

"Io esco a far compere, vieni con me così prendiamo il regalo?" Chiese.

"Io passo. Gli rovinerei solo il compleanno."

"Non è assolutamente vero." Disse.

"Ciao Niall." Risposi.

***

Finalmente sentii la porta chiudersi e quando l'unico rumore che echeggiava nell'aria era il mio respiro, alzai lo stereo a tutto volume e mi diedi all'allegria.
Presi una bottiglia di vetro, la riempii di sigarette accese e dopo aver respirato a sufficienza di tutto ciò che giaceva sul fondo, sentii i polmoni riempirsi d'aria che ormai ero abituato a respirare, il cervello lasciarsi andare e i muscoli rilassarsi.

"Povero deficiente che sei, Zayn." Dissi tra me e me.

"Sei un coglione. Lo ami."

"Lo ami tanto."

"Tanto tanto."

"Liam ti amo!" Urlai.

Iniziai a gattonare per raggiungere la porta d'uscita ma mi bloccai quando non riuscii più nemmeno a sostenere il poco peso che caricavo sulle braccia.

***

"Ehi sono a casa." Disse Niall mentre rientrò.

"Zayn!" Urlò.

"Non urlare." Dissi.

Quella cazzo di aspirina manco aveva fatto effetto e ora tutti i miei neuroni stavano facendo il party più grande e rumoroso del mondo dentro il mio cervello.

"Ma sei pazzo?"

"Non è droga Niall! Santo Dio calmati, mi sembri mestruato." Dissi.

"Prima o poi t'ammazzo." Rispose.

"Fallo subito, mi faresti un piacere." Dissi. "Che hai comprato?"

"Ho fatto la spesa, ti ho preso le sigarette e a Liam ho" non fece in tempo a finire la frase che io lo interruppi.

"Grazie per le sigarette." Dissi.

Non volevo sentire quel nome, tanto meno ricordare che un anno fa, stavo passando il compleanno con lui mentre ancora eravamo una coppia.

"P-prego." Rispose Niall porgendomi il pacchetto.

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Liam's pov

Mi alzai più tardi del previsto quella mattina e a fatica arrivai alla cucina. Ero tutto dolorante, colpa di quelle fottute 10 ore in aereo e di come avevo dormito la notte precedente.

"Ehi Ma."

Loki scodinzolò e quando aprii le gambe lui mi saltò in braccio per leccarmi tutta la faccia.

"Ehi tesoro." Rispose mia madre.

Lasciai scendere Loki e quando fui completamente libero da peletti bianchi e neri, mi spalmai la marmellata di ciliegie nella fetta biscottata. Ne mangiai due fette con una spremuta di arancia. Quando finii andai in bagno, lavai i denti, mi feci una doccia e scelsi cosa mettermi.
Presi un paio di jeans blu con una canotta bianca e in testa mi misi una bandana rossa. Mi buttai in divano aspettando l'ora di andare a fare una passeggiata con Loki.

"È così che passi l'ultima tua mattina da minorenne?" Chiese mia madre.

"Probabile mamma." Risposi.

"Esci, vai a divertirti. Te lo meriti."

"Poi ci vado." Le sorrisi.

Il problema è che ciò che più mi divertiva, che rendeva completo, felice, ora era tra le braccia di un altro.

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