Capitolo 51

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Oggi sarei uscito con Elijah. Sembrava un ragazzo tranquillo, era solare e sapeva come far divertire le persone.

Quando fu l'ora di prepararsi mi misi una canottiera nera con dei jeans neri molto stretti e delle vans a quadrati bianchi e neri. Alle quattro del pomeriggio scesi nella hole dell'albergo e vidi Elijah seduto al bar.

"Ehi. Andiamo?" Dissi poggiandogli la mano sulla spalla.

"Ehi Zayn! Si andiamo!"

Passammo tutto il pomeriggio insieme. Andammo alla spiaggia, facemmo un giro per il centro di Los Angeles, presi degli occhiali buffi a forma di zampa e una cartina del luogo. Quella città era meravigliosa. Alla fine del lungo tour e di aver scattato centinaia di foto all'insegna immensa della collina di Hollywood tornammo a casa. Quando arrivammo prendemmo l'ascensore perchè le mie gambe non mi reggevano in piedi e arrivare alla camera fu uno strazio.

"Allora ciao Zayn." Disse baciandomi la guancia.

"Ciao El." Arrossii.

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Louis pov

"Harryyyy svegliaaaa!" Urlai.

"Che c'è?" Disse bofonchiando.

"C'è che voglio andare al Louvre e tu non ti alzi!" Dissi.

"E chissene fotte di quel museo."

"Chi forse verrà fottuto sarà una delle tante guardie muscolose di quel posto se non ti sbrighi." Dissi con voce da far rabbia a chiunque infatti ricevetti un pugno nel fianco.

"Ahia cazzo!" Urlai.

"Non ti ho fatto niente coglione." Rispose.

"Dai Harry per favore alzati." Imprecai.

"Hai voluto fare sesso, ora ne paghi le conseguenze."

"Per favore."

"Na."

"Ok ci vado da solo, ciao." Risposi.

"Ciao." Disse ridendo.

"Non so cosa tu ci trova da ridere." Dissi incazzato.

"Due minuti e arrivo."

La mattinata passò in fretta, andammo a fare colazione in una caffetteria dove parlavano miseramente l'inglese che se non fosse stata per la mia ostentata pronuncia, ci avrebbero presentato un succo di veleno e un panino di ratti morti. Certo che i francesi erano stronzi. Odiavo l'idea di non avere il mio cappuccino da asporto di Starbucks tra le mani come ogni mattina ma per quest'estate dovevo abituarmici. Bevemmo un latte macchiato con un croissant al cioccolato e, dopo esserci riempiti lo stomaco ci incamminammo verso il museo.
La visita fu molto carina anche se avere un Harry annoiato fu più impossibile di andare sulla luna volando con un palloncino.
Quando uscimmo andammo a fare un giro sulla Torre Eiffel ma a metà Harry si sentì male per le vertigini e dovemmo scendere.

"Tutto bene?" Chiesi accarezzandogli la guancia.
Era pallidissimo in viso e sapevo che quella fu una domanda inutile. Stava male ed era colpa mia.

"No, per niente." Disse.

"Scusa, è colpa mia." Dissi.

"Ehi no. Non è colpa di nessuno, sono stato io a voler salire."

"È comunque colpa mia che ti ho portato li."

"E io odio quando ti prendi le colpe che non hai." Disse.
Lo presi e lo abbracciai. Tremava ancora per le vertigini e continuava ad essere pallido.

"Vuoi tornare in albergo?" Gli chiesi.

"Voglio solo stare con te." Rispose.

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