Capitolo 8

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Entro mezz'ora siamo davanti a una grande villa pieni di ormomi impazziti, con i nostri "cavalieri", Becky diceva che se fossimo andate da sole saremmo risultate due sfigate, così ha chiamato "aiuto".

Mio fratello Cody e un suo amico che si chiama Diego, di origini italiane.

Devo dire che non è niente male, ma purtroppo la mia intenzione non era "far ingelosire Trevor" come ha detto Becky, ma quella di fargli capire che non sono un giocattolo, non sono una facile, e invece eccomi qui con un ragazzo che mi tiene stretta a sè con un braccio intorno alla mia vita.

"Sanchez attento a dove metti le mani è pur sempre mia sorella"- gli dice mio fratello- "E come la dovrei tenere idiota, mi ha raccomandato di tenerla stretta e di non lasciare che nessuno le si avviccini, vuoi che la tengo per mano?"- ribatte Diego in tono seccato.

"E comunque Cody fratellino mio non c'è bisogno me la so cavare da sola non ho bisogno di un bodyguard, e poi potrei dire la stessa cosa io a te"- gli dico indicando il suo braccio intorno alla vita di Becky.

Arrossiscono entrambi poi- "Te la sai cavare da sola certo, come l'ultima volta?"- che cos'hanno tutti?

Mi scosto dalla presa del ragazzo e cosi fa anche Cody, mi avvicino a lui spintonandolo leggermente- "Non ti devi neanche permettere di dirmi una cosa del genere, pensi che io non sappia di aver sbagliato? Credi che io non abbia sofferto abbastanza? Vuoi farmi ricordare tutta la merda che mi sono ritrovata a passare? Vuoi farmi cadere ancora una volta?" - cerco di chiedergli in tono duro, ma la voce mi tradisce di nuovo.

"Vieni Layla entriamo" - Becky porta via di li borbottando e fulminando con lo sguardo mio fratello che capisce di aver toccato il mio punto debole.


Non ho il tempo di rispondere che due braccia possenti mi avvolgono in un caloroso abbraccio, mio fratello.

"Scusa mi dispiace cosi tanto, è proprio per questo che ho chiesto a Diego di non lasciarti, non voglio che riaccada più- dice trai i miei capelli per poi scostarsi lentamente dall'abraccio e prendermi il viso con le sue grandi mani- sono consapevole di quello che hai dovuto passare prima e dopo. Ti odio ma sei pur sempre mia sorella ed è mio dovere cercare di proteggerti da tutto e da tutti perchè in realtà ti voglio cosi bene"- conclude poi lasciando cadere una lacrima che viene bloccata dal mio indice, non dico niente ma lo abbraccio.

Quando ci stacchiamo mi asciuga le lacrime che non mi ero accorta di aver versato, prende la sua dama ed entra, non prima però di avermi lasciato un bacio sulla fronte. Faccio la stessa cosa con il mio accompagnatore entrando nel grande edificio.

Quando entriamo, nonostante la festa sia appena iniziata, vediamo subito gente mezza ubriaca, altri palparsi ovunque, mentre l'odore di alcol e fumo mi invade le narici facendo si che inizi a tossire pesantemente.

"Stai bene? Vieni andiamo a prendere una bottiglia d'acqua" - afferma Diego, annuisco e ci incamminiamo verso la cucina mentre la mia tosse non sembra voler cessare.

Quando arriviamo Diego mi porge una bottiglia, la guardo attentamente, cosa ci fa una bottiglia d'acqua in una festa di collegiali?


Diego capisce all'istante cosa sto pensando, così apre la bottiglia e ne beve un sorso, poi ridacchiando me la porge di nuovo- "Tranquilla è acqua"- la prendo e ne bevo un po' e dopo qualche minuto riesco a riprendermi.

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