Capitolo 40- Parte due

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Cody

Cammino svelto con la mascella contratta e i pugni serrati, sono arrabbiato, infastidito e ancora molto arrabbiato.
'Smetteró', aveva detto, ce lo aveva assicurato, e ora guarda: ci é ricascato, o anche peggio, non aveva mai smesso.
Arrivo davanti a casa sua e inizio a bussare ardentemente, nessuno mi apre, passano circa dieci minuti, di Trevor neanche l'ombra.

"So che in casa rincoglionito, apri questa cazzo di porta!"- sbraito bussando sempre più forte, sento dei passi, poi la porta che viene spalancata- "Ma che cazzo vuoi?"- sbotta con fare minaccioso, é a petto nudo ed é sudato, si stava allenando- "Spostati coglione"- sibilo spingendolo per entrare.

Appena entro un odore di alcool e tabacco invade le mie narici, un classico, penso- "Ritieniti fortunato che ci sono io e non Layla"- dico senza pensarci, lo vedo sussultare un attimo al nome di mia sorella, poi si tira i capelli frustrato- "Che cazzo sei venuto a fare?"- sbotta di nuovo- "Intanto ti calmi signorino. Ero con Layla, ci siamo parlati, mia sorella é totalmente cotta di te, oserei dire che é innamorata di te"- affermo leggermente infastidito, con la coda degli occhi lo vedo deglutire e cambiare direzione, lo fa quando é nervoso.

"Arriva al punto Cody"- afferma sedendosi sul divano e invitandomi a fare lo stesso, sarà meglio sedersi prima di finire con le mani- "Avevi detto che avresti smesso, e ora si viene a scoprire che hai problemi con la dogana"- ribatto, guardo fisso davanti a me, non vedo nessuna reazione da parte sua- "Questi non sono cazzi tuoi, o almeno non lo sono più da quattro fottuti anni"- ringhia, con un scatto mi giro verso di lui- "Vaffanculo bastardo, é stata tutta colpa tua, io non ti avrei mai abbandonato, hai fatto tutto da solo. Sono ancora cazzi miei perché io a te ci tengo ancora, forse più del dovuto, e perché ora stai con mia sorella. Si vede lontano kilometri che quello che vi unisce é più forte di ciò che gli altri pensano. Io ti avviso Trevor, tu prova solo a torcerle un capello e l'affetto che ancora provo lo mando a puttane; non mi importa nemmeno se sei ubriaco, questa volta non saró clemente, Layla é mia sorella, e l'ho vista soffrire già abbastanza"- sbraito, egli sgrana gli occhi, ma non dice nulla;

cerco di calmarmi e poi mi alzo per andarmene- "Non potrei mai fare del male a Layla, mai"- sussurra, si porta le mani in faccia e poco dopo mi guarda come se fosse un cane bastonato. Mi fermo sul posto, rifletto un attimo: se avesse voluto lo avrebbe già fatto, e non ho sentito dire da Layla di aver sentito odore di alcool addosso a Trevor, né di averlo mai visto ubriaco.

Forse aveva davvero smesso, ma qualcuno o qualcosa lo aveva spinto a farlo di nuovo.

"Trevor perché lo stai facendo di nuovo? Perché ti ostini a rovinarti? Ci hai messo tanto a disintossicarti, perché adesso lo stai rifacendo?"- chiedo esausto sedendomi di nuovo vicino a lui- "Cody non é il momento..."- cerca di dire- "E quando lo sarà? Dimmi quando, quando sarai in ospedale perché il tuo stomaco e i tuoi polmoni non saranno più in grado di andare da soli? O preferisci quando sarai direttamente sotto terra? Non é facile andare avanti e lo capisco perfettamente, ma non capisco per quale motivo tu lo stia-"- sbotto ma mi blocca- "Hai idea di che giorno sia oggi? 23 Novembre, capisci no? E sai quando ha iniziato a peggiorare tutto? Più o meno quando hai avuto l'incidente, é iniziato ad andare tutto storto, e ci sono ricascato, non era mia intenzione farlo, eppure qualcosa mi ha spinto a farlo. É dura Cody, e ho paura, senza tua sorella poi sono ancora più perso"- singhiozza, 23 Novembre, so perfettamente che cosa sia successo in questo periodo, e mi sento male sono a pensarci, a pensare di essermelo scordato- "Cazzo"- impreco.

Mi avvicino a lui e a distanza di anni lo avvolgo di nuovo con le mie braccia, all'inizio siamo rigidi entrambi, é difficile per entrambi, poi sento i suoi muscoli rilassarsi, si lascia andare, deduco che ne aveva bisogno- "Non ce la faccio più Cody, é un cazzo di inferno, non riesco ad uscirne fuori. Layla mi stava aiutando, poi é successo tutto il casino, mi dispiace Cody, mi dispiace davvero tanto, per tutto. Scusami"- scoppia senza contenersi, in questi anni l'ho solo criticato, e invece guarda qui, non riesce ancora ad andare avanti- "Tranquillo, scusami tu, mi dispiace averti abbandonato"- sussurro, lui scatta- "Non é colpa tua"- cerca di ricomporsi, si appoggia allo schienale del divano, sospira insistemente, si copre gli occhi, nessuno dice più niente.

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