Prologo

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PREMESSA ‼️

𝑪𝑰 𝑻𝑬𝑵𝑮𝑶 𝑨 𝑪𝑯𝑰𝑨𝑹𝑰𝑹𝑬 𝑼𝑵𝑨 𝑪𝑶𝑺𝑨:
𝑯𝑶 𝑰𝑵𝑰𝒁𝑰𝑨𝑻𝑶 𝑨 𝑺𝑪𝑹𝑰𝑽𝑬𝑹𝑬 𝑸𝑼𝑬𝑺𝑻𝑨 𝑺𝑻𝑶𝑹𝑰𝑨 𝑨𝑳𝑳'𝑬𝑻𝑨̀ 𝑫𝑰 𝟏𝟓 𝑨𝑵𝑵𝑰.

𝑸𝑼𝑨𝑵𝑻𝑶 𝑷𝑹𝑰𝑴𝑨 𝑷𝑹𝑶𝑽𝑽𝑬𝑫𝑬𝑹𝑶̀ 𝑨 𝑹𝑰𝑽𝑰𝑺𝑰𝑶𝑵𝑨𝑹𝑳𝑨 𝑴𝑨, 𝑪𝑶𝑴𝑬 𝑻𝑼𝑻𝑻𝑬 𝑳𝑬 𝑪𝑶𝑺𝑬, 𝑹𝑰𝑪𝑯𝑰𝑬𝑫𝑬 𝑻𝑬𝑴𝑷𝑶 𝑬, 𝑳𝑨𝑽𝑶𝑹𝑨𝑵𝑫𝑶 𝑨 𝑷𝑰𝑼̀ 𝑷𝑹𝑶𝑮𝑬𝑻𝑻𝑰, 𝑺𝑨𝑹𝑨̀ 𝑫𝑰𝑭𝑭𝑰𝑪𝑰𝑳𝑬 𝑭𝑨𝑹𝑳𝑶 𝑨 𝑩𝑹𝑬𝑽𝑬. 𝑺𝑨𝑹𝑨𝑵𝑵𝑶 𝑷𝑹𝑬𝑺𝑬𝑵𝑻𝑰 𝑬𝑹𝑹𝑶𝑹𝑰 𝑫𝑰 𝑫𝑰𝑺𝑻𝑹𝑨𝒁𝑰𝑶𝑵𝑬 𝑬 𝑶𝑹𝑻𝑶𝑮𝑹𝑨𝑭𝑰𝑨.

𝑵𝒐𝒏 𝒎𝒆 𝒏𝒆 𝒗𝒐𝒈𝒍𝒊𝒂𝒕𝒆! 🥲❄️

Detto questo vi auguro una buona lettura!

⚓️❤️📖

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Chloe

Ricordo quel giorno, ormai di due mesi fa, come se fosse stato ieri. Mi sono innamorata di questa casa sin da la prima volta che ci ho messo piede. Da quando sono qui non smetto di pensare al mio bambino che corre per il giardino sul retro. Ormai sono passati ben due mesi da quando mi sono trasferita qui a New York. Devo dire la verità: all'inizio è stata davvero difficile, ogni giorno uscivo per andare a fare delle compere per il bambino, ma era più il tempo che passavo a ritrovare la via per casa che quello in cui guardavo le vetrine dei negozi. Per fortuna le ragazze mi sono state molto vicine, mi hanno fatto pesare meno l'arrivo e l'ambientazione in questo luogo a me sconosciuto, ma adesso devo dire che sono parecchio migliorata nelle ultime settimane.
Alcuni di voi si staranno chiedendo sicuramente come sta andando il lavoro, mentre altri come sta andando la situazione con Dylan e be'... Adesso ve lo spiego.
A lavoro mi trovo benissimo, le persone sono così serene e tranquille. Gli incarichi che mi hanno assegnato non sono affatto pesante, anzi riesco a gestire parecchi incarichi tutti insieme. Possono sembrare tanti ma alla fine sono semplici e veloci.
Invece con Dylan la situazione è un po' più complicata, il primo mese è stato davvero una tortura. Fino a qualche settimana fa, in pratica fino alla fine di luglio, sono stata davvero male. Avevo molto spesso giramenti di testa ma per fortuna la nausea no.
Dylan non sa niente di tutto questo e non deve saperlo perché sennò prenderebbe il primo volo per New York e verrebbe qui nell'immediato, e anche se è quello che voglio in realtà preferisco che rimanga laggiù a Parigi.
Con il fuso orario entrambi non ci capiamo più niente, non siamo padroni di telefonarci, di messaggiare o di videochiamarci quando vogliamo perché abbiamo paura di disturbarci a vicenda. Io non so in che fascia di tempo chiamarlo perché ho paura che stia lavorando, che stia progettando una sfilata o che stia in riunione, e per lui è lo stesso.
Prima di ogni chiamata bisogna sempre contare le ore di differenza ed è davvero stressante tutta questa situazione.
È inevitabile dire che mi manca, sto sentendo la sua assenza più di qualsiasi altra cosa e non avevo mai sofferto così tanto.
Non ero mai stata tutto questo tempo senza toccarlo, senza ricevere un suo abbraccio, un suo bacio e ormai pensare che sono due mesi che non lo vedo mi rende ancora più triste. Dovevamo vederci un mese fa, lui sarebbe dovuto venire qui a New York per conoscere il nuovo dottore e per vedere il nostro bambino crescere, ma ahimè non è stato così.
Quel giorno aveva una riunione importante e purtroppo non sono riuscita a convincerlo.
Anche questa volta ha messo gli altri, in particolare il suo lavoro, prima della famiglia. Non voglio prendermela con lui, perché in realtà non sono arrabbiata con lui anche se dovrei, ma mi fa male credere così tanto in Dylan e non vedere cambiamenti.

Nothing more 4 || strade opposte Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora