Capitolo 4

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Dylan

Durante il tragitto di ritorno a casa rimango in silenzio. Chloe sembra molto pensierosa e credo che sia per causa mia.
Non appena siamo usciti dalla clinica non gli ho detto più una parola, non l'ho fatto per cattiveria o perché non volessi, semplicemente sono davvero emozionato e non voglio farmi vedere in questo stato.
Vorrei gridare al mondo che sto per diventare padre di un maschietto a cui insegnerò un sacco di cose, come per esempio a divertirsi con le ragazze ma allo stesso tempo a trattarle con cura proprio come io sto facendo con Chloe. Gli insegnerò ad andare in bicicletta, a giocare a rugby o a qualsiasi altro sport che gli interessi a lui, e poi tantissime altre cose.
Quando il tassista si ferma davanti casa nostra, usciamo di macchina e lo paghiamo.
Lui se ne va e prima ancora di entrare in casa, afferro Chloe per un polso e la faccio girare verso di me.
Quando si gira i nostri sguardi si incontrano ed io non riesco a trattenermi più, le prendo delicatamente il viso e la bacio. Inserisco subito la lingua e lei per fortuna non si oppone.
Cerco di trattenere le lacrime ma sono più veloci di me e infatti poco dopo ricadono sulle nostre labbra unite.
Lei si stacca e me le asciuga. 
<<Che hai?>> sussurra accarezzandomi entrambe le guance.
<<Sono fiero di te, di ciò che sta creando, che stiamo creando. Oggi mi hai reso l'uomo più felice della terra e non so come sdebitarmi. Forse quasi nessun uomo fa questi discorsi alla propria donna mentre è incinta, ma vorrei aiutarti in qualche modo.
Noi alla fine non facciamo niente, ci mettiamo due minuti per mettervi incinte e poi tutto il resto lo fate voi.
Sono fiero di te e non so davvero come fartelo capire, tu mi hai cambiato e mi stai cambiando tuttora. Mi stai dando più di quanto io meriti ed ho paura di tutto questo>> confesso.
<<Tu lo sai che io ho paura delle gravidanze perché...>> inizio a dire ma mi blocca.
Posa dolcemente la sua fronte sopra la mia e poi dice: <<Lo so, ma andrà tutto bene. Te lo assicuro io>>.
Vorrei davvero abbandonare l'idea che qualcuno possa fare del male a Chloe o al bambino, ma non ci riesco. È stressante avere dentro la testa una vocina che ti ripete costantemente che la tua famiglia è in pericolo.
Le cose a Parigi per adesso sembrano andare tutto bene, ma è proprio questo a farmi paura. Ho paura che più aspettiamo più si possa vendicare quel figlio di puttana ed io non sopporterei l'idea di vedere mio figlio o Chloe soffrire a causa mia, o meglio dire, a causa di mio padre. Ho sentito un sacco di donne tramite i giornali, le interviste o in radio, che da uno spavento hanno perso il bambino con un aborto spontaneo, e ho paura che Chloe possa ricevere la stessa sfortuna.
Non lo supererei, non lo supererei mai.
Non ci riuscirei neppure se volessi.
È per questo che non volevo avere figli, non ero e forse non lo sono tutt'ora pronto a fare il padre, ma in questo momento non desidero fare altro che stringere mio figlio tra le braccia.
<<Hai paura che questo bambino faccia la fine di tuo fratello, ma non sarà così perché non lo permetterò a nessuno. Sicuramente tra i due sono io quella più positiva ma ti prego non farmene pentire, non posso sapere che tu hai paura di una perdita perché sennò la paura entrerà anche a me. Voglio vivermi ogni momento di questa gravidanza visto che tra quattro mesi non potrò più viverla>> dichiara lei in tono amaro.
<<Non è quello che voglio infatti, l'unica cosa che desidero è vederti felice e serena del bambino che stai portando in grembo. Voglio che tu sappia che io sono fiero di te e di tutto ciò che stiamo costruendo insieme. Mi dispiace essere stronzo il più delle volte, mi dispiace farti soffrire, non darti certezze, né a te né al bambino, mi dispiace di non essere venuto all'ultima ecografia, di non averti chiamato quanto avrei dovuto e di non averti dato le attenzioni che meritavi, ma ero molto indaffarato e ho da sbrigare molte faccende laggiù a Parigi>> spiego.
<<Non fa niente, quando ho scelto di lasciarti andare ho pensato a tutte le problematiche che poteva avere la nostra relazione, perciò non preoccuparti>> mi tranquillizza.
<<Ti amo, ti amo da morire >> le afferro il viso e la bacio di nuovo.
Pochi istanti dopo ci stacchiamo e finalmente entriamo dentro casa.
Fuori fa davvero un caldo atroce e per fortuna che Chloe ha il condizionatore.
<<Chloe!!>> dice la madre.
<<Allora?>> aggiunge presa dall'ansia e dalla voglia di sapere il sesso del nipote.
<<È un maschietto>> confessa la mia ragazza.
Subito il padre esalta e la madre scoppia a piangere. Smith si viene a congratulare con me e mi sussurra all'orecchio che dobbiamo insegnargli qualcosa sul calcio.
Io confesso di non saperne molto visto che non è uno sport che mi appassiona tanto, non perlomeno come il Rugby.
Quando Catherine viene verso di me, mi abbraccia. Ricambio ma sono impacciato come sempre. Tempo fa mi voleva fuori dalla sua vita e da quella di sua figlia, mentre adesso mi abbraccia. È strana questa cosa e devo ancora abituarmi, ma sono contento di starle a genio. Non tanto per me, ma per Chloe.
Non ce la faceva più a vederci litigare, a sapere che sua madre mi odiava e che a me non stava tanto simpatica, ma adesso devo ammettere che ci stiamo impegnando tutti quanti per essere delle persone migliori.
<<Mi raccomando, non voglio che mio nipote diventi un puttaniere come te>> confessa sua madre.
<<Mamma!!>> la rimprovera Chloe ed io scoppio a ridere.

Nothing more 4 || strade opposte Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora