Capitolo 37

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Dylan

<<Pronto Dylan>> dice mia madre in fretta e furia. Era l'ora!!
<<Pronto, scusa l'interruzione. Stavi pranzando per caso?>> chiedo.
<<Sì, sono qui a casa con tuo padre e con Mathias. Erick ha voluto invitare qui da noi dei colleghi di lavoro di Mathias, ma comunque non preoccuparti. È successo qualcosa? Catherine come sta?>> chiede lei.
<<Stiamo tutti bene non preoccuparti, lei compresa. Ti ho chiamato per un altro motivo>> spiego.
<<Bene... Dimmi tutto>>.
<<Secondo Chloe l'incidente è stato causato volontariamente. Un ragazzo, non sappiamo né chi fosse né come è fatto, si è buttato per strada mentre Catherine passava con la macchina>> confesso andando dritto al punto.
<<E quindi?>> chiede lei non capendo.
<<Jackson, e se è lui?>>.
Dall'altra parte sento un silenzio tombale.
<<Mamma ci sei?>>.
<<Si scusa, comunque non credo sia lui>> ammette.
<<Com'era questo ragazzo?>> domanda.
<<Ti ho detto che non lo sappiamo, ma mi ascolti quando parlo o no?>> chiedo innervosito.
<<Dylan calmati, mi era sfuggito questo piccolo dettaglio non è la fine del mondo>>.
<<Si be' ok ma quindi cosa devo fare?>> chiedo informandomi.
<<Quando se ne andranno gli amici di Mathias glielo dirò e poi ti farò sapere ok?>>.
<<Va bene, ma fai presto. Non ho molto tempo>> ammetto.
<<Perché? Che hai da fare?>>.
<<Non ho da fare nulla ma se quel bastardo si azzarda a toccare la mia ragazza se la dovrà vedere con me>> affermo serio.
<<Dylan ti ho già detto di non fare scemenze, ce ne stiamo già occupando noi. Perché devi essere così testardo?>>.
<<Non sono testardo semplicemente non voglio che accada niente alle persone che amo. Era da tanto che nessuno dei due si faceva avanti, perciò non mi stupirei se c'entra Jackson o quell'altro dal nome strano>> spiego.
<<Ti ho già detto che nessuno sa della tua partenza. A lavoro non ne abbiamo parlato quindi anche se ci fosse una spia nascosta non saprebbe ugualmente nulla. Lo sappiamo solo noi e Wendy>> ammette.
<<Questo non c'entra niente, se è bravo nelle sue azioni può scoprire anche questo, nonostante noi non ne avessimo parlato con nessuno perciò è inutile che cerchi di tranquillizzarmi in questo modo perché non ci riesci>> sbotto.
<<Dylan...>>.
<<No non iniziare, adesso devo andare. Ci sentiamo più tardi ok?>> l'avverto.
<<Ti stacco solo se mi prometti che in queste ore non fare niente di azzardato>>.
<<Cosa vuoi che faccia?>>.
<<Niente, ma mi preoccupa tutta questa situazione perché ho paura che ti scappi detto qualcosa. Ciò che è successo e ciò che sta succedendo tuttora non deve uscire fuori dalle nostre bocche e tu questo lo sai benissimo Dylan, non devi parlarne né con Chloe né con Richard. So che ti costa perché entrambe sono persone a cui tieni ma è per il tuo bene e anche per il loro>> risponde lei.
<<Richard è da tanto che non lo sento perciò non mi scapperà detto niente, ma con Chloe... Be'...>> mi blocca, <<con Chloe niente Dylan, ti ho già detto che devi tenere la bocca chiusa o metti a rischio tutti>>.
<<E se in qualche modo ritroveranno il ragazzo dell'incidente? Che diavolo devo fare io?>> chiedo.
<<Tu non pensarci, se accadrà poi arriveremo io e tuo padre>> ammette.
<<Smettila di trattarmi come un bambino perché non lo sono, so badare a me stesso e so proteggere le persone che amo>>.
<<Lo hai fatto per venti anni, quasi ventuno, potrò prendermi cura di mio figlio per una volta?>> domanda lei.
<<Avevi a farlo prima, ma non c'eri quindi è inutile stare a rimuginare il tempo perso>> dico acido ma subito mi pento di quello che ho detto.
<<Scusa...>>.
<<Non importa, adesso torno a mangiare. Ci sentiamo dopo>> dice e riattacca.
<<Mamma aspetta io...>>.
Il bip della chiamata si ripete più volte e deduco che abbia attaccato per davvero.
Mi siedo sulla sedia e mi prendo la testa tra le mani.
Il telefono alla mia destra squilla di nuovo e subito mi precipito a rispondere senza vedere chi è, sperando che sia di nuovo mia madre.
<<Amico da quanto tempo!! Com'è stato il rientro a Los Angeles?>> chiede Richard.
Sospiro e poi rispondo dicendo: <<Ei, è andato tutto bene. Tu come stai?>>.
<<Le cose qui stanno andando alla grande, il lavoro c'è e stiamo tutti bene. Però si sente parecchio la mancanza di Chloe>> confessa.
<<Immagino>> dico.
<<È tutto ok? Ti sento strano>>.
<<Sì non preoccuparti, ho solo un po' di mal di testa ma adesso credo di andarmi a riposare>> ammetto.
<<È successo qualcosa? Lo sai che con me puoi parlare di tutto>>.
<<La madre di Chloe ha avuto un incidente e siamo tornati a casa da poco, io non ho nemmeno mangiato visto che mi è andato via l'appetito ma in compenso mi è salito un grande mal di testa>> spiego.
<<Cavolo... Ma adesso come sta?>> domanda lui preoccupato.
<<Sta bene, ha solo avuto una forte botta in testa. Adesso starà in ospedale per qualche giorno, i medici hanno detto che vogliono tenerla sotto osservazione per almeno quarantott'ore, poi se non riscontrerà nessun tipo di problema allora a quel punto potrà tornare a casa>>.
<<L'importante è che non sia successo niente di grave>> sento dire da lui.
<<Già>>.
<<Dylan... Ti sento davvero strano, mi spieghi che cosa ti sta succedendo? È Chloe che non te la sta dando oppure è successo qualcosa che non vuoi dirmi>> dice lui scherzando ma diventando serio da un momento all'altro.
<<Smettila cretino, nessuna delle due. Lo sai che quando sono nervoso preferisco stare da solo e inoltre sai che rispondo male a tutti, be'... Sulla questione di rispondere male possiamo parlarne visto che lo faccio in pratica sempre, anche quando non sono innervosito per conto mio, però questa volta c'è un motivo>>.
<<E sarebbe?>> domanda.
<<Niente che ti riguardi, adesso voglio andare a riposare>> replico zittendolo.
<<D'accordo non insisto, chiamami quando sarai un po' più clemente. Ciao Dylan>> dice scorbutico e mi riattacca in faccia pure lui.
È la giornata tutti contro Dylan oppure sono io che sono insopportabile a tal punto da farmi riattaccare in faccia da ben due persone diverse? Che cazzo.

Nothing more 4 || strade opposte Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora