Chloe
<<Lea dimmi tutto>> dico rispondendo.
<<Chloe da quanto tempo!! Non sai quanto sono felice di sentirti. Come stai?>> chiede lei e la sento sorridere poco dopo.
<<Sto bene grazie, tu?>> mento.
<<Stiamo tutti molto bene grazie, senti mi chiedevo... So che oggi sei tornata giusto?>> chiede per avere conferma.
<<Si>> rispondo.
<<Che ne dici stasera di ritrovarci nel solito ristorante dell'ultima volta. Volevamo in qualche modo celebrare questo tuo ritorno e darti la benvenuta a modo nostro, e poi se devo esserti sincera Samuel non vedeva l'ora di ritornarci perché vuole mangiare di nuovo tutta quella roba>> spiega ridacchiando.
<<Ehm... A dire il vero sono molto stanca e non so se è una buona idea>> ammetto.
<<Andiamo Chloe non farti pregare su>> insiste lei.
<<A dire il vero Dylan è qui con me e avevo pensato di rimanere a casa con lui>> confesso mentendo anche questa volta.
<<E che problema c'è? Fai venire anche lui>> replica tranquilla.
Cerco di ribattere ma Dylan mi strappa il telefono dalle mani e risponde lui al posto mio.
<<Verremo molto volentieri grazie dell'invito Lea>> dice lui ed io sgrano gli occhi.
<<Oddio che bello, sono contenta Dylan. Allora ci vediamo dopo>> sento dire da Lea.
Adesso capisco perché ha fatto a sentire tutta la nostra conversazione.
Non solo si è messo ad origliare la chiamata, ma ho facilitato il tutto pure io perché ho il volume del telefono al massimo.
<<A dopo>> ripete Dylan e poi riattacca.
Mi restituisce il telefono io lo afferro.
<<No ma io mi chiedo: sei normale o no? Volevo cercare di non andarci perché non mi pare la serata adatta visto che entrambi siamo arrabbiati l'uno con l'altro, ma tu come sempre hai da fare di testa tua. Lo vedi che ho ragione? Decidi sempre te al posto mio, non mi lasci mai prendere una decisone. L'unica scelta che mi hai fatto prendere è stata quella di andare a New York da sola ma solo perché sapevi che avrei ceduto prima o poi. Poi ovviamente secondo i tuoi piani avrei pensato che l'idea migliore era venire con te a Parigi ma no Dylan, te lo giuro che in quella città non ci metterò mai più piede>> lo avverto.
<<Hai finito?>> chiede irritato.
<<No, non ho finito>>.
<<Vorrei parlare pure io se permetti>> ammette lui.
<<Sentiamo cosa hai da dire allora>> incrocio le braccia al petto e aspetto che inizi a parlare.
<<Ho accettato l'invito di Lea perché mi sembrava una buona idea.
Credo che tu preferisca stare con i tuoi amici che restare qui in casa con me a litigare, perciò per evitare tutto questo casino, ho pensato che ti facesse piacere e poi non avrei mai voluto rovinarti la sera del tuo ritorno>> confessa abbassando il tono di voce.
<<Be' peccato che tu l'abbia già fatto>> gli rinfaccio. Mi sento una stronza in questo momento ma è la rabbia che sta parlando al mio posto, solo che... Questa volta non mi pento di cosa sto dicendo perché sono tutte cose vere e cose che penso.
<<Ti chiedo scusa, e lo so sì... Lo dico sempre, non penso mai prima di parlare, non faccio altro che ferirti, che farti arrabbiare ma non lo faccio apposta e su questo mi devi credere. Non devi avere dubbi per favore, ti chiedo nuovamente scusa per tutto ciò che ho detto e fatto, non volevo farti arrabbiare. Comunque si hai ragione te, è giusto prendere una decisione per la nostra relazione e ovviamente uno dei due deve rinunciare a qualcosa>> afferma.
Io annuisco e poco dopo mi siedo sul divano.
Lui fa lo stesso ma invece di sedersi affianco a me, si posiziona per terra in mezzo alle mie gambe divaricate.
<<Che stai facendo?>> chiedo confusa.
<<Non voglio litigare, non ti fa bene>> confessa lui preoccupato.
<<Sei un ragazzo difficile ed è quasi impossibile fare una chiacchierata con te>> ammetto io.
<<Lo so e mi...>> si blocca da solo e già deduco che cosa mi volesse dire.
<<Sei più calma almeno?>> chiede lui subito dopo ed io annuisco.
Mi tocco la pancia e poi faccio una piccola smorfia dolorante.
<<Stai bene?>>.
<<Si, mi fa solo male qui>> indico la parte bassa della pancia.
Subito gli prende il panico e glielo leggo negli occhi.
<<Tanto o poco?>> domanda subito.
<<Poco, non preoccuparti mi è già successo in passato>> dichiaro io tranquillizzandolo.
<<Perché non me l'hai detto?>>.
<<Non era niente di urgente>> rispondo.
<<L'hai detto al dottore?>>.
<<Si>>.
<<E che ha detto?>> insiste.
<<Che tra il settimo e l'ottavo mese di gravidanza, capita che si sentano dolori sparsi. Quelli al basso ventre sono quelli più diffusi>> spiego.
<<Mh ok, vuoi riposare?>> domanda.
<<Si>>.
<<Vuoi che ti accompagno su o preferisci rimanere qui?>>.
<<Qui>>.
<<D'accordo, però se permetti vado a prendere una coperta>> si alza e poi si avvia da solo al piano di sopra.
Quando torna mi sorride ed io ricambio.
<<Rimani qui con me?>> chiedo.
<<Non devi chiedermelo>> mi ricorda e poi si stende affianco a me.
<<E la litigata?>> domanda con un sorrisetto sulle labbra.
<<Diciamo che riprendiamo dopo il mio risveglio, ora voglio solo stare con te>> rispondo e successivamente lo abbraccio, appoggiando la testa sul suo petto.
So che tutto questo è sbagliato ma non voglio smettere, mi è mancato e adesso l'unica cosa che desidero è passare un po' di tempo con lui senza discutere ovviamente.
Sorrido e poi lui mi stringe forte a se, iniziando inoltre ad accarezzarmi i capelli biondi e soffici.
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Nothing more 4 || strade opposte
Chick-LitCOMPLETA. ⚠️⚠️ A BREVE IN REVISIONE ⚠️⚠️ Questo è il sequel di "Nothing More 3 || un nuovo inizio". È consigliabile leggere i tre libri precedenti prima di questo, in modo da capire meglio la storia. Li trovate tutti sul mio profilo. Le strade di...