Capitolo 93

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Chloe

1 mese dopo.

Quello che sto per raccontarvi è davvero una storia incredula.
Vi ricordate quando Dylan è uscito di casa per andare ad incontrare, dopo mesi, quella stronza di Wendy? Bene... Evidentemente adesso hanno intrapreso una relazione insieme. È una cosa folle.
Quel giorno tornò a casa tardi o meglio dire, era presto ma non era l'orario prestabilito.
Aveva detto che sarebbe tornato a casa subito dopo pranzo e invece non l'ha fatto.
Il signorino è stato fuori tutto il giorno ed io sono dovuta tornare a casa prima.
Ho dovuto abbandonare il mio lavoro per colpa di un disgraziato che non sa prendersi le proprie responsabilità.
Ma sapete una cosa?
Quando è tornato a casa mi ha sentito, ha conosciuto una parte di me che forse non aveva mai conosciuto prima d'ora.
Mi sono scaricata contro di lui e gli ho detto tutte le cose che pensavo, abbiamo litigato pesantemente tanto che se ne è andato di casa per tre giorni. Poi è tornato, non mi ha chiesto scusa ma perlomeno l'ha chiesto a Tobìa.  
Forse vi starete chiedendo che fine abbia fatto il nostro rapporto e be' la risposta è semplice.
Mi hai trascurato, il fine settimana non era mai a casa, molto spesso usciva la sera anche tra settimana e tornava alle quattro di notte, per fortuna però non ubriaco.
Non facciamo l'amore ormai da un mese, non mi ha più toccata e nemmeno baciata, ha cessato ogni singolo contatto immaginabile e adesso sì che mi sono pentita di avergli detto quelle cose. Non le pensavo davvero, ero arrabbiata e frustrata. Non avrei mai voluto che le cose si evolvessero in questa maniera.
E adesso... Non so come fare senza di lui.
Per fortuna però si è sempre preso cura di Tobìa, dopo quello che è successo quel giorno non si è più staccato dal bambino, non se non c'ero io con lui.
In questi mesi sono stata male e non solo emotivamente ma anche fisicamente.
Sono svenuta ben due volte, la prima volta è stata in ufficio tre settimane fa.
Arrivata a lavoro sono svenuta per terra e subito mi hanno portato in ospedale.
Mi hanno fatto vari accertamenti ma hanno detto che è stato semplicemente un calo di zuccheri, mentre la seconda volta è stata una settimana e mezzo fa. Ero in casa e stavo aspettando di fare una videochiamata con mia madre. Purtroppo non ci siamo sentite spesso in questo mese. Io ero indaffarata con il lavoro, con Tobìa e con Dylan. Insomma... Arrivavo a sera che ero stanca morta e non avevo la minima voglia di mettermi davanti ad uno schermo e parlare.
L'unica cosa che desideravo era stare a letto.
L'unico problema è che adesso mi è salita una preoccupazione.
Riesco a ricordare tutti i sintomi della mia prima gravidanza e la maggior parte di questi sono proprio gli stessi che ho avuto in questi ultimi due mesi. Sono in ritardo di una settimana e mezzo ma io non ho mai avuto le mestruazioni regolari, il dottore inoltre mi ha sempre detto che dopo il parto ci metteva un po' il fisico a riassestarsi, ma nonostante questo riesco a percepire qualcosa di strano in me e ciò non promette bene.
Oggi è venerdì e sono appena tornata da lavoro. Questa settimana è stata meno stancante fisicamente ma più stancante mentalmente. Da quando ho questa paura di essere incinta non ho fatto altro che pensarci.
Sarebbe davvero un casino.
Di due gravidanze che sarebbero, sono stante entrambe inaspettate.
Non è così che desidero la mia vita.
<<Chloe, Tobìa è su con Rachel>> ammette Dylan scendendo le scale.
Lo guardo e smetto di fissare il punto a caso della stanza che stavo fissando.
<<D'accordo>> dico.
Rachel è stata così gentile da accompagnarmi a casa con la sua macchina. Anche lei oggi aveva poco lavoro così per non stare da sole, abbiamo deciso di passare un po' di tempo insieme ma soprattutto di stare con Tobìa.
Fino a dieci minuti fa stavamo giocando sul tappeto di fronte al divano su cui sono seduta ma adesso è arrivata l'ora di vedere i cartoni, perciò Rachel si è presa la briga di vederli insieme a lui.
Non l'ha ancora superata la questione della fertilità ma piano piano ci sta riuscendo.
<<Stai bene?>> chiede Dylan sedendosi affianco a me.
Scuoto la testa e dico: <<Si scusa ero soprappensiero>>.
<<A che cosa stavi pensando?>> domanda.
<<A nulla di importante>> rispondo.
Devo dirglielo?
Se sì, che cosa devo dirgli di preciso?
Che forse sono incinta?
No... Molto probabilmente non è il momento adatto.
<<Come vanno le cose con Wendy?>> chiedo abbassando lo sguardo.
<<Bene>> risponde.
<<Quindi adesso state insieme?>> domando.
<<No, ma ci divertiamo molto>> confessa.
<<Questo lo vedo...>> dico distogliendo lo sguardo e alzando gli occhi al cielo.
<<Ti ricordo che è colpa tua se stiamo così>> mi rinfaccia.
<<Colpa mia Dylan? Colpa mia? Sul serio?>> mi alzo di scatto ed inizio ad urlare.
<<Si colpa tua>> ripete.
<<Ti ho chiesto scusa più di una volta, ti ho detto che mi dispiace per quelle parole e tu che fai? Vai a letto con un'altra, ma stai scherzando o cosa? E tutte quelle promesse? Tutte le belle parole? Avevi detto che non te ne saresti mai andato come i nostri padri o come tua madre e l'hai fatto, hai detto che non mi avresti più abbandonata e l'hai fatto, hai detto che ti saresti preso cura di Tobìa e mi hai lasciata tre mesi da sola insieme a lui. Senza nemmeno una chiamata o un messaggio per sapere come si stava>> sbotto.
<<Calmati o ti sentirai male di nuovo>> dice lui provando a prendermi delicatamente e dolcemente per un braccio.
Io mi scanso e dico: <<No Dylan, sono stanca di avere tutte le colpe addosso. Ora è l'ora di farsi un po' sentire perché qui sembro io la cattiva della situazione quando invece non è affatto così>>.
<<Non lo sei ma cerca di capirmi>>.
<<Capirti? Semmai cerca di capire tu me>> replico infastidita.
<<Io non riesco a capirti proprio perché un giorno ti svegli con un'idea e un'altro con un'altra. Non ci si capisce mai niente con te>> ammette stringendo forte la mascella.
<<Potrei dire lo stesso di te, lo sai questo vero??>> chiedo.
<<E poi scusami non eri tu la prima a dire che la nostra relazione deve basarsi solo sul sesso? Bene, per me va benissimo ma se il nostro deve essere solo sesso dovresti fregartene dei sentimenti che potrei provare per altre donne>> ribatte con un ghigno malefico.
Faccio per replicare ma qualcuno mi precipita.
<<Ragazzi fate piano>> mi giro verso le scale e subito vedo Rachel.
<<Non so cosa sta succedendo ma le vostre urla si sentono dalla camera di Tobìa e lo state spaventando>> aggiunge.
<<Scusaci, ora la finiamo>> dico io e poi annuisce. Torna al piano di sopra e prendo parola solo quando sento chiudersi la porta al piano superiore.
<<Vai al diavolo>>, mi avvio verso la porta ed inizio a vestirmi.
<<Stai ferma. Dove vai?>> chiede Dylan seguendomi.
<<Il più lontana possibile da te>> confesso infilandomi il cappotto.
<<Lo sai che non ti lascerò andare vero?>> chiede lui.
<<Non me ne frega, posso fare quel che voglio e di certo non prenderò ordini da te>> ammetto aprendo la porta.
Vado dritta verso il cancello di casa e una volta varcato, esco e mi avvio a passo svelto verso la macchina.
Dylan mi afferra per un braccio e mi fa voltare verso di lui.
<<Non devi disobbedirmi hai capito?>> chiede.
Gli tiro forte uno schiaffo e lui si copre subito la parte colpita.
Chi si crede di essere?
Come si permette di dirmi che devo stare hai suoi ordini? Non lo farò mai e poi mai.
Comando io la mia vita, nonostante lui sia una delle persone più importanti di cui ne fanno parte.
<<Non dirmi mai più una cosa del genere, ti è chiaro? Io non sono la tua schiava, nessuno mi ha mai e mi tratterà mai da burattino>> lo avverto con tono minaccioso.
<<Sali in macchina>> mi ordina.
Ma è serio o no?
Non ha ancora capito che non deve darmi ordini?
<<Io non prendo ordini da nessuno>> gli ricordo.
<<Per favore>> insiste.
Il suo tono di voce cambia completamente e adesso mi sta supplicando.
Sospiro e a quel punto mi arrendo, salgo in macchina senza emettere un suono.

Nothing more 4 || strade opposte Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora