Capitolo 52

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Dylan

<<Dylan vieni su>> urla Chloe dal piano superiore.
Una volta finito di allacciarmi le scarpe salgo subito al piano di sopra e quando entro nella nostra stanza, la trovi a specchiarsi davanti lo specchio.
È bellissima, come sempre d'altronde ma era davvero da tanto tempo che non la vedevo così messa in tiro.
<<Dimmi>> dico chiudendo la porta.
<<Puoi mettermi questa?>> dice indicando la collana che ha in mano.
Ormai è un anno che la vedo con addosso quella collana.
La tratta come se fosse un gioiello prezioso, come se valesse miliardi di euro.
<<Certo>> dico avvicinandomi.
Lei si gira di nuovo verso lo specchio ed io gliela lego intorno al collo.
<<Fatto>> faccio un passo indietro e poi lei si gira. Posa i gomiti sulle mie spalle e poi infila le mani tra i miei capelli.
La stringo a me ed infine la bacio.
<<Posso farti una domanda?>> chiedo quando ci stacchiamo dal bacio.
<<Dimmi pure>> dice lei.
<<Perché quella collana è così importante? So che te l'ha regalata sua madre ma la metti sempre>> le faccio notare.
<<Lo so, ormai è come se fosse una parte di me e in un certo senso mi sento vuota e nuda senza di lei. Oltre ad avere un'importanza oggettiva, significa molto per me perché gli ho dato un valore in tutti questi anni>> spiega.
<<Cioè?>> domando.
<<Una volta lessi che l'ancora è un simbolo forte che rappresenta stabilità, forza, fedeltà e sicurezza. Diciamo che in tutti questi anni è stata mia madre questa forza, questa stabilità e il mio punto di sicurezza. Ad oggi come già tu sai le devo tutto ed è proprio per questo che ci tengo tanto, solo che adesso devo imparare a viverci senza ed è proprio con questa collana posso sentirla più vicina a me. Ormai considero questo ciondolo come un portafortuna>> risponde.
<<Capisco... Quindi è lei il tuo punto di sicurezza giusto?>> chiedo.
<<Non fraintendere Dylan, lo sei anche tu ma mia madre è stata...>> la blocco, <<ei, non c'è problema. Non sono arrabbiato né tantomeno ci sono rimasto male, è bello sentirti parlare così di tua mamma. Vorrei avere anch'io lo stesso rapporto con la mia ma evidentemente non tutti abbiamo la stessa fortuna, però sono contento che tu l'abbia avuta in tutta la tua vita>> dico sinceramente.
<<Tua madre ti vuole bene e tu lo sai>> mi ricorda.
<<Non parliamo adesso di lei, giù ci stanno aspettando tutti>> mi affretto a dire per cambiare discorso.
<<Io sono pronta, possiamo scendere>> dice prendendomi una mano.
<<Aspetta... Manca qualcosa. Tobìa dov'è?>> chiedo cercandolo con lo sguardo.
<<Mia madre l'ha portato in un posto oggi pomeriggio e non preoccuparti, ce lo riporterà lei>> dice tranquillizzandomi.
<<D'accordo, allora scendiamo dai>> mi avvio verso la porta e lei mi segue.
Quando scendo al piano di sotto trovo i pochi invitati tutti in soggiorno.
Non abbiamo voluto invitare molte persone perché abbiamo preferito circondarci di persone di cui ci fidiamo ciecamente, volevamo fare qualcosa di piccolo non qualcosa di esageratamente grande.
<<Eccolo qui il papà>> dice Catherine mettendomi in braccio mio figlio che piange.
<<Che è successo?>> chiedo incominciando a cullarlo.
<<Niente, ma evidentemente gli mancavi tu>> confessa la donna difronte a me.
Gli sorrido e poi distolgo sguardo portandolo su mio figlio.
Lui si calma e mi guarda con gli occhi spalancati.
<<Dove siete stati oggi?>> domando.
<<Sono venuti a prendere noi>> dice una voce maschile proveniente dalle mie spalle.
Quando mi giro mi trovo i miei genitori, compreso Mathias, di fronte.
<<Che ci fate voi qui?>> chiedo sorpreso.
<<Siamo contenti anche noi di vederti Dylan>> dice mia madre sarcasticamente.
<<Vieni qui>> quest'ultima si avvicina e mi da un bacio sulla guancia.
<<Complimenti perché tu e Chloe avete fatto un capolavoro. È bellissimo questo bambino>> confessa tornando affianco a mio padre.
<<Sono felice per te Dylan, almeno saprai che cosa significa essere padre>> dice Erick intromettendosi nella discussione.
Chloe ci raggiunge in silenzio e saluta mia madre con un gesto di mano.
<<Non preoccuparti, saprò dare a mio figlio tutto l'amore che non ho ricevuto io da parte di nessuno nella mia infanzia>> ribatto.
<<Non mi sembra il caso di parlarne proprio adesso>> confessa lui.
<<Se non ti sembra il caso allora non permetterti mai più di venirmi a dire che da adesso in poi capirò che cosa significa fare il padre, perché ognuno di noi, ogni essere umano per precisare, sa che fare il genitore è il lavoro più impegnativo e più difficile di tutto il mondo ma di certo ciò non giustifica ciò che hai fatto>> gli rinfaccio.
<<Dylan...>> dicono all'unisono mia madre e Chloe. Mio padre annuisce e abbassa lo sguardo.
L'ho ferito e sono contento di averlo fatto.
Con la coda degli occhi vedo che Chloe si gira verso la porta d'ingresso.
<<Sono arrivati Rachel e Richard, vieni con me ad accoglierli?>> chiede lei.
Mi giro verso di lei e poi dico: <<Tu vai da loro, io arrivo subito non preoccuparti>>.
Annuisce e poi se ne va.
Quando mi giro verso mio padre lo guardo male e poi restituisco Tobìa nelle braccia di Catherine che, poco prima, mi ha detto che non ci sarebbero stati problemi nel tenerlo lei per tutta la sera.
<<Vai pure da lei, ci vedremo durante lo svolgimento della serata>> dice mia madre indicandomi Chloe con un braccio.
Mi giro e, senza degnare di uno sguardo l'uomo che poco prima mi aveva infastidito, mi avvio verso la mia ragazza. Prima ancora di arrivare davanti la porta d'ingresso mi blocco e subito vedo una persona che non dovrei vedere. Dafne.
Che cazzo ci fa lei qui? Chi l'ha invitata?
<<Ciao, buon anno>> dice Rachel abbracciandomi.
Qualcuno glielo avrà insegnato che il <<buon anno>> si da dopo la mezzanotte e non prima vero?
Ricambio sorpreso l'abbraccio e poi tiro uno sguardo minaccioso al mio migliore amico.
<<Ciao Dafne, scusate ma adesso vi devo un attimo rubare quest'uomo>> dico afferrando per un braccio Richard.
<<Sei impazzito? Che cazzo ci fa lei qui?>> chiedo visibilmente irritato quando arriviamo in un posto più appartato e più isolato.
<<Calmati, l'ho invitata io perché mi ha detto che sarebbe stata a casa da sola e visto che non crea problemi ho pensato che fosse una buona idea invitarla con noi. Non voglio essere stronzo con lei, ci siamo appena ritrovati>> spiega lui.
<<Ti ricordo che questa è casa mia e dovevi chiedermi prima il permesso, anzi la casa è anche di Chloe quindi dovevi chiederlo ad entrambi. E inoltre ti ricordo che sei fidanzato e non hai bisogno di certo della tua ex>> ribatto serio ed infuriato come non mai.
<<Questo lo so e mi dispiace, ho fatto una cazzata ma adesso è qui e non posso di certo sbatterla fuori casa>> ammette lui.
<<Tu no, ma io si>>.
<<Dylan ti prego, non creerà casino te lo giuro. Vuole solo divertirsi come tutti qui dentro d'altronde>> replica lui.
<<Ti prego>> aggiunge con voce supplichevole.
<<Va bene ma ad una condizione. Deve stare lontana da me e da Chloe. Tu hai voluto invitarla e tu le creerei compagnia per tutta la serata, io voglio stare con la mia famiglia e di certo non ho tempo da sprecare con lei>> sbotto acido.
<<Va bene>> dice infine il mio migliore amico.
Non ci posso credere che sia stato davvero così stupido da invitarla qui. È troppo buono e troppo ingenuo, ed io sono ancora più stupido perché ci sono pure amico di uno così.
Ma infondo è il mio migliore amico e lo è sempre stato, ci sarò sempre per lui anche se non lo metterò mai perché so che in fondo lui lo sa già. Ciò ovviamente non toglie che è una grandissima testa di cazzo, ma come lui ha imparato ad accettare i miei difetti io devo imparare ad accettare i suoi.

Nothing more 4 || strade opposte Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora