Capitolo 48

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Chloe

Chiudo la porta alle mie spalle e mi siedo sulla sedia affianco alla culla. Prendo una manina di Tobìa e lui tira fuori la linguina. Piano piano si sveglia e poi inizia a piangere. Dal tipo di pianto deduco subito che abbia fame e così mi tolgo la maglia, rimanendo solo in reggiseno, in modo da porgerlo allattare senza problemi.
Lo prendo in braccio e finalmente si calma quando inizio ad allattarlo.
La sua manina calda viene a contatto con il mio petto e d'istinto sorrido.
Come si fa ad essere così freddi con una creatura del genere?
Amo Dylan ma mi fa davvero imbestialire con quel suo comportamento da duro e da insensibile.
Bacio la mano di mio figlio e poi gli accarezzo delicatamente la testa.
<<Qualcuno qui ha già fame>> dice Dylan e quando mi giro noto che è appoggiato con la schiena alla parete bianca.
<<Da quanto sei qui?>> chiedo.
<<Da qualche minuto>> risponde.
<<Posso entrare?>> domanda subito dopo.
<<Non devi chiederlo, è casa tua>> gli ricordo e poi riporto lo sguardo su nostro figlio.
Lui chiude la porta e prende la sedia a dondolo fino a portarla affianco alla mia.
<<È casa nostra Chloe, non so più come dirtelo>> afferma lui guardandomi.
Io lo ignoro e continuo a dare attenzioni a Tobìa.
<<Qualcosa sul sesso l'ha già imparata. Guarda come succhia il tuo capezzolo>> dice scherzando.
Sgrano gli occhi e mi giro a guardarlo.
<<Dylan!!>> lo rimprovero e poi scoppio a ridere.
<<Almeno ti ho fatto ridere>> afferma lui.
Lo guardo e poi scuoto la testa come per fargli capire che è un caso perso.
<<Mi aiuti un attimo?>> chiedo gentilmente.
<<Vieni, dallo a me>> dice e poi prende in braccio Tobìa.
Io nel mentre mi vesto e poi mi giro a guardarli.
<<Mi dispiace per prima>> ammette lui continuando a guardare il bambino.
<<Non fa niente>>.
<<No Chloe, invece si. Mi dispiace davvero tanto e sono dispiaciuto per il mio atteggiamento, non accadrà mai più. Semplicemente ho paura di perderti, adesso hai lui e che ne sarà di me?>> chiede distogliendo finalmente lo sguardo da Tobìa.
Mi avvicino a lui e gli accarezzo una guancia.
<<Nessuno mi porterà via da te>> confesso e poi gli lascio un piccolo bacio sulle labbra.
<<Andiamo giù con lui?>> chiede e poi annuisco. Prendo il necessario ed infine insieme torniamo al piano di sotto.
<<Ci guardiamo un film?>> domando.
<<Ci stavo pensando anche io>> ammetto.
<<Decidi tu, io penso a lui>> dice e poi si siede sul divano.
Opto per mamma ho perso l'aereo e poi mi siedo anche io affianco a loro.
Prima ancora di far partire il film, mi rialzo e chiudo le tende per vedere meglio il film in TV.
Quest'ultimo inizia e passiamo quasi due ore così per arrivare alla fine.
Dylan invece di guardare il film si concentra su Tobìa, lo guarda, lo coccola, gli fa il solletico alla pancia e poi gli accarezza delicatamente la testa, facendolo addormentare di nuovo.
Dylan si sdraia, continuando a tenerlo in braccio ed io me ne rimango da sola nell'angolo del divano.
Mi alzo, per non disturbarli e poi mi siedo nella poltrona. Spengo la TV quando finisce il film e poi li guardo. Sono davvero così simili, entrambi sono carini mentre dormono a tal punto di essere quasi due angioletti.
Prendo una coperta e la stendo addosso ai due.
Dylan è disteso a pancia in su, mentre Tobìa è sdraiato a pancia in giù sul petto di suo padre.
Per assicurarmi di non svegliarli creo ancora più oscurità nella stanza e poi me ne vado in cucina, iniziando a preparare mentalmente la cena per la sera.
Da primo inizio a pensare a cosa potrebbe piacere a Dylan e poi mi metto all'opera.
Dopo tre ore decido di andarmi a fare una doccia e quando esco noto che stanno ancora dormendo sul divano.
Ma com'è possibile?
Non si stancano mai di dormire?
<<Dylan, Dylan...>> lo scuoto.
Mugola e poi apre gli occhi.
<<Svegliati>> dico e poi mi avvicino per prendere in braccio il bambino.
Lui mi allontana le mani e scuote la testa.
<<Ci penso io a lui>> dice e gli accarezza la testa con una mano.
Tobìa si sveglia e apre gli occhi.
Finalmente..
<<Dylan guarda>> dico sedendomi sul bordo del divano in pelle.
Si alza a sedere e inizia a cullarlo.
<<Ha i tuoi stessi occhi>> ammetto.
<<Tu dici?>> chiede.
<<Si>>.
<<Sai che non è sicura come cosa vero?>>.
<<Lo so ma guarda, sono verdi>> gli faccio notare.
<<Spero che continueranno ad essere così>> confessa lui.
Il dottore giorni fa ci ha spiegato che il colore degli occhi si può confermare all'età del primo compleanno, solo allora potremmo dire con certezza di che colore sono gli occhi di Tobìa ma sono più che sicura che li ha presi da lui.
<<Se vuoi darlo a me io...>> mi blocca, <<no no vai pure, ci penso io a lui>> aggiunge.
<<D'accordo allora io vado a farmi una doccia>> lo avverto e lui annuisce.
<<Dopo ti raggiungo, ho da farmi un po' la barba. Mi è ricresciuta leggermente sotto il mento>> spiega.
<<Va bene, a dopo>> dico e poi salgo al piano superiore, dirigendomi immediatamente dentro il bagno. Inizio a spogliarmi e poi finalmente entro in doccia.

Nothing more 4 || strade opposte Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora